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“ A Ceccano la partita la giocherò anche io”

Licandro Licantropo
Il leader regionale del partito della Meloni, Paolo Trancassini, al congresso fabraterno non si nasconde: “Nessuno pensi di giocare fuori dalla casa”. Ecco cosa ha voluto dire il parlamentare giunto in città in un momento delicato e complesso ma con l’obiettivo di rimboccarsi le maniche e giocare tutti insieme, una partita difficile e allo stesso tempo avvincente. Deciso e senza tentennamenti l’avviso ai naviganti. Il perimetro sono le “mura” della casa.
Febbraio 23, 2025

A coordinare i lavori l’ex europarlamentare Alessandro Foglietta. Accanto a lui il leader provinciale Massimo Ruspandini. A portare la linea del partito, sul congresso e sulle prossime elezioni, il numero uno a livello regionale, Paolo Trancassini.
Sala piena al Civico 18, tutto il gotha del partito ceccanese, molti ospiti giunti da tutta la provincia. Tra questi i sindaci di Amaseno e Patrica, Gerardi e Fiordalisio e il consigliere regionale Daniele Maura.
Eletto coordinatore provinciale per acclamozione, come ampiamente previsto, l’avvocato Rino Liburdi. A guidare Gioventù Nazionale sarà Luca Loffredi.

Nella giornata ceccanese, a tracciare la rotta è Paolo Trancassini. Il coordinatore regionale arriva qualche minuto prima dell’inizio dei lavori. Si capisce che ha accettato l’invito di Ruspandini per un duplice obiettivo: quello di fare chiarezza sul futuro e soprattutto per far capire ai suoi come muoversi in un momento estremamente delicato per la comunità.

Non le manda a dire “questa partita la giocherò insieme a voi, scegliete il ruolo per me” e ancora “questo è un momento difficile, ma sbaglia chi pensa che noi non continueremo la nostra battaglia e il percorso intrapreso quando eravamo all’1% da Massimo Ruspandini”. Infine il passaggio che suona come un monito per chi pensa a costruire “soluzioni” in autonomia “bisogna muoversi all’interno della mura della nostra casa, consapevoli che ognuno di noi è disposto a smussare gli angoli, a spostare gli arredi, a fare tutto nella massima condivisione. Ma chi va fuori della casa deve essere consapevole di fare questo, in un momento delicato e complesso, e dunque assumersi la responsabilità di una decisione come questa”
Paolo Trancassini non ha usato il politichese. Ha tirato fuori il piglio del leader del partito che riconosce a Ruspandini la straordinarietà di un’impresa forse unica in Italia. Quella di aver “ribaltato” una città. Un comune dove i ballottaggi erano tra esponenti di centrosinistra passato ad essere governato da un monocolore di Fratelli d’Italia. Non si è limitato a legittimare la leadership nella città del leader provinciale ma ha voluto ricordare a chiare lettere che mai e poi mai Fratelli d’Italia, in riva al Sacco, si trasformerà in un contenitore a porte girevoli dove potranno trovare spazio i “disfattisti” che in qualche modo possono provare oggi a “distruggere” piuttosto che giocare insieme una partita delicata ma ancora aperta a qualsiasi risultato.

Paolo Trancassini ha suonato la sveglia, ha approvato ogni passaggio dell’intervento di Ruspandini che lo ha preceduto e ha scelto di venire a Ceccano perché sa che da questa storia di provincia (e lui le storie di provincia le conosce bene) si è accesa una delle scintille che hanno contribuito in maniera importante ad accendere quel fuoco dal quale Fratelli d’Italia è passata dai decimali di consenso al governo del paese. Gli osservatori più attenti hanno notato che dal momento del pacato ma incisivo intervento di Massimo Ruspandini fino alle conclusioni del coordinatore regionale c’erano tutti i membri del direttivo eletto oggi. Oltre al coordinatore Liburdi, Bianchini, Santucci, Staccone, Bruni, Aceto, Massa, Loffredi, Bronzi, Adinolfi, Tiberia, Passeri, Savoni.
Difficile che qualcuno potrà dire di non aver capito bene.

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