Con l’attribuzione delle deleghe a Forza Italia e Lega il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha chiuso il cerchio. Rispettando in pieno quello che aveva annunciato nella conferenza stampa di mercoledì scorso: urbanistica a Giuseppe Schiboni (FI), Protezione Civile a Pasquale Ciacciarelli (Carroccio). In tutta questa vicenda gli elementi caratterizzanti sono i “tempi”. Lunghissimi quelli di una verifica iniziata a luglio 2024. Relativamente brevi (ma non troppo) quelli susseguenti all’intesa (siglata prima di Natale) tra il Governatore e il leader di Forza Italia nel Lazio Claudio Fazzone. Abbastanza rapidi i tempi del dopo faccia a faccia tra lo stesso Rocca e il segretario nazionale della Lega Matteo Salvini. Secondo i ben informati sarà il quadro complessivo delle nomine ai vertici delle Partecipate a chiarire meglio i termini degli equilibri nella coalizione.
UNA MINA VAGANTE CHIAMATA VANNACCI
Intanto proprio in queste ore, in Toscana, il generale ed europarlamentare Roberto Vannacci ha detto in modo chiarissimo che se le cose non cambiano lui non farà parte della squadra della Lega alle prossime regionali. Non gli sono piaciute né le strategie né le candidature e non ha mancato di polemizzare con Susanna Ceccardi, anche lei deputata europea, grazie al fatto che proprio Vannacci ha optato per un’altra circoscrizione. Particolare non trascurabile: la Ceccardi è una fedelissima di Matteo Salvini. Nel frattempo il generale continua a far crescere la sua associazione, con ingressi che si stanno concentrando soprattutto nel Lazio, in particolare nelle province di Frosinone e Latina. E’ evidente a tutti che prima o poi l’autore del libro “Il mondo al contrario” effettuerà le sue scelte, che difficilmente coincideranno con quelle del Carroccio. Al Comune di Frosinone a Vannacci fa riferimento il vicesindaco Antonio Scaccia, unitamente al gruppo consiliare (Francesca Chiappini, Sergio Verrelli, Corrado Renzi) e all’intera Lista per Frosinone. Si tratta di un elemento che in molti continuano a sottovalutare pur sapendo che invece gli equilibri cambieranno. Antonio Scaccia ha sostenuto la Lega in ogni tipo di elezione: politiche, regionali, provinciali. Schierandosi sempre dalla parte di Nicola Ottaviani, parlamentare e coordinatore provinciale del Carroccio. Ma se Roberto Vannacci andrà per contro proprio, Scaccia (responsabile regionale dell’associazione del generale) lo seguirà. Questo non vuol dire necessariamente che ci sarebbero ripercussioni sulla giunta guidata da Riccardo Mastrangeli. Ma è difficile pensare che alle prossime elezioni non cambi nulla. Peraltro con un centrodestra cittadino che non esiste più. Impossibile perfino comporre una mappa. Forza Italia sta lavorando ad altre coalizioni, insieme alle civiche, dopo essere stata messa ai margini della maggioranza. C’è un collaudato asse di ferro tra Fabio Tagliaferri (referente comunale di Fratelli d’Italia) e lo stesso Antonio Scaccia. Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha ormai scelto di muoversi in un contesto trasversale e bipartisan, come dimostrano sia l’intesa con Domenico Marzi che il sostegno di Andrea Turriziani (Lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico). Tutti fattori che Nicola Ottaviani (Lega) deve considerare perché vanno ad incidere su una base elettorale che non è più quella del giugno 2022, fondamentale allora per la sua candidatura alla Camera, seppure nel collegio Cassino-Terracina. Insomma, grande è la confusione sotto il cielo del centrodestra a Frosinone.
Fortuna (per il centrodestra) che nel capoluogo c’è una totale assenza delle opposizioni. Con l’eccezione del Psi di Vincenzo Iacovissi e Gian Franco Schietroma. Per la verità i consiglieri del Pd Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi hanno tenuto posizioni e linea nell’aula di Palazzo Munari. Ma manca il partito, ad ogni livello: provinciale (il congresso è congelato) e cittadino (il confronto iniziato si è bruscamente interrotto). Prima o poi però questa situazione cambierà e il centrodestra non potrà più vivere di rendita politica.