Sapete dov’è nata ‘O sole mio’, la canzone napoletana più famosa al mondo? A Odessa, la splendida città ucraina che in queste ore si sta preparando all’assedio russo. La scrisse Giuseppe Di Capua guardando un’alba sul Mar Nero. E fu un altro napoletano il primo essere umano a governarla dopo la sua fondazione nel 1794: don Giuseppe de Ribas, di famiglia spagnola ma nato e vissuto a lungo a Napoli.
La storia di Odessa, progettata da architetti italiani che la concepiscono con vie ortogonali, veri e propri boluveard sul modello di Torino, comincia con lui. È de Ribas a intuire le potenzialità strategiche di questo vivace posto di mare che all’epoca si chiamava Khadjibey ed era un fortino turco, con quattro case. Don Josè (o in russo Osip Michajlovic) è il comandante della flotta russa del mar Nero ed è anche l’amante di Caterina La Grande: «De Ribas la convince a creare un grande porto e così nasce Odessa, tra le lenzuola. Un po’ come l’Italia è nata nel letto che ospitava Napoleone III e la duchessa di Castiglione» commenta Ugo Poletti, altro italiano che da quelle parti ha fatto fortuna dirigendo un giornale locale assai venduto.
E sapete chi fu, a metà ottocento, a progettare la mitica scalinata in cui il baby Fantozzi, nella scena del remake forzato de La corazzata Potëmkin, si sfracella precipitando giù dai gradini dentro una carrozzina? Francesco Boffo. La scalinata attira ancora oggi l’attenzione di migliaia di turisti. A due passi da essa fanno bella mostra di sè le insegne di negozi di lusso con mise di Armani, Brioni, Canali, Corneliani e del meglio della moda italiana. Boffo supervisionò anche i lavori di costruzione dello splendido Palazzo Potocki, sede del Museo d’Arte.
Non è tutto. Quando De Ribas decide di costruire il porto, fa venire architetti e uomini dal Regno delle due Sicilie Tanto è vero che i primi anni la classe dirigente è italiana, sono armatori, commercianti, architetti. Ancora. Sarà il milanese Franz (Francesco) Morandi a progettare un’Accademia e una Pinacoteca e molte altre opere. Lo fa ispirandosi all’elegante quartiere meneghino di Brera. Arriva anche l’immancabile giramondo Giuseppe Garibaldi, comandante della flotta che faceva la tratta tra Marsiglia, Costantinopoli e Odessa. In quegli anni, grazie ai nostri connazionali, Odessa diventa una sorta di «Hong Kong italiana sul Mar Nero». Le scritte delle strade sono bilingui, russo e italiano, il teatro dell’Opera mette in scena rappresentazioni in italiano, a differenza del Bolscioi di Mosca. Nelle vene di Odessa, insomma, scorre tanto sangue tricolore. Speriamo che tutto ciò non finisca in cenere.