La Presidente Savo: “I dati epidemiologici ci impongono un cambio di passo, azioni più incisive e una rete forte”.
Si è svolta questa mattina, presso la Commissione Sanità e Politiche Sociali della Regione Lazio, presieduta dalla presidente Alessia Savo, un’importante audizione dedicata al tema del disagio giovanile connesso alle affezioni psichiche e comportamentali a forte impatto sociale.
L’audizione, richiesta dalla vicepresidente della IX Commissione Politiche giovanili, Maria Chiara Iannarelli, ha rappresentato un momento di confronto e approfondimento tra istituzioni, esperti e operatori sanitari.
All’incontro hanno partecipato i direttori generali delle ASL e delle Aziende ospedaliere del territorio, il dottor Marco Nuti (Dirigente Direzione Salute e Integrazione Sociosanitaria), la dottoressa Paola Michelozzi (Dipartimento di Epidemiologia del Lazio – DEP Lazio) e la dottoressa Monica Sansoni (Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza).
Durante i lavori è stata condivisa un’immagine della realtà giovanile sempre più complessa e sommersa. È emerso che le dipendenze si manifestano in età sempre più precoce, con casi tra i 10 e gli 11 anni. Tra queste, preoccupa l’incremento dell’esposizione alla videopornografia, mentre si registra un aumento dei disturbi depressivi e del comportamento bipolare, spesso correlati all’abuso di sostanze stupefacenti.
Si è parlato di disforia di genere e della frammentarietà dei dati a disposizione, che non facilitano i processi decisionali. La Regione Lazio ha registrato, fino ad oggi, una carenza storica di dati e flussi relativi alla neuropsichiatria infantile e ora, grazie al lavoro congiunto tra istituzioni e DEP Lazio, si stanno finalmente producendo rilevazioni sistematiche che permetteranno di costruire una strategia efficace, fondata su evidenze scientifiche e non su percezioni.
Lo stesso DEP ha, inoltre, annunciato uno studio innovativo sulla correlazione tra inquinamento ambientale, disturbi del comportamento alimentare e dipendenze, aprendo nuove prospettive di ricerca e intervento.
È stata sottolineata l’importanza di correlare Case di Comunità e salute mentale, affinché diventino luoghi di accoglienza, assistenza e cura per i giovani e ripensare le strutture dei SerD per renderle più accessibili e accoglienti, soprattutto per i giovanissimi, facilitando l’ingresso ai percorsi di cura.
Tra le priorità emerse, la necessità di attivare percorsi di prevenzione primaria e di sostegno alla genitorialità, per intercettare precocemente il disagio e rafforzare le competenze educative delle famiglie.
“Il disagio giovanile – ha sottolineato la Savo, che ha voluto dedicare questo importante momento di confronto al giovanissimo Paolo Mendico, il quindicenne di Latina che si è
tolto la vita appena qualche giorno fa, oltre che a tutti i giovani le cui esistenze sono
state interrotte troppo presto – è una ferita che ci attraversa tutti.
Non è solo una questione sanitaria, ma una sfida umana, sociale e culturale. Abbiamo
ragazzi che soffrono in silenzio, famiglie che non sanno a chi rivolgersi, scuole che non
riescono a contenere il dolore che si manifesta nei comportamenti. Come istituzioni non
possiamo voltare lo sguardo. Dobbiamo essere presenti, competenti e coraggiosi.
Questa audizione non è stata solo un momento tecnico: è un atto di responsabilità collettiva. Dobbiamo costruire una rete che non lasci indietro nessuno, che sappia
accogliere, curare e restituire speranza. La salute mentale dei nostri giovani è una
priorità assoluta.
La Commissione – ha concluso la presidente della Commissione Sanità e Politiche
Sociali del Lazio – proseguirà il lavoro di ascolto e analisi, con l’intento di tradurre le
evidenze emerse in proposte concrete per il miglioramento dei servizi e delle politiche di
tutela della salute mentale giovanile".