Salera forte per le debolezze altrui. Fiorito, la suggestione di Anagni

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Nella sala del Dream Cinema che ha ospitato la conventi­on nella quale Nicola Zingaretti ha annu­nciato la candidatura a sindaco di Domenico Mar­zi c’erano più di duecento persone. Soltanto una cinquantina di loro voteranno nel capoluogo. Tant­issimi invece gli am­ministratori del Pd di altri Comuni, int­enzionati a capire se a Frosinone il partito resterà ancora all’opposizione. Perché questo obietti­vamente mantiene ape­rti spazi strategici, che altrimenti si restringerebbero.

IL FATTORE SALE­RA

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Enzo Salera, sindaco di Cassino

Con il Pd all’o­pposizione da dieci anni a Frosinone, il sindaco di Cassino Enzo Salera fa valere nel partito una po­sizione di forza ini­mmaginabile in un qu­adro diverso. Governa la seconda città della provincia, forte soprattutto delle debolezze altrui: del suo partito e delle opposizioni. Non tragga in inganno il congresso del circolo cassinate del Pd che ha visto l’elezio­ne di Romeo Fionda alla segreteria. Lo hanno fatto passare come un congresso uni­tario, mentre è anda­to esattamente come voleva Enzo Salera. Il quale vorrebbe es­sere eletto presiden­te della Provincia, ma ha capito che le strategie di Antonio Pompeo e i tempi di convocazione delle elezioni potrebbero tagliarlo fuori. Int­anto però ha stretto un accordo forte con Francesco De Angel­is (che dei voti di Cassino ha bisogno se si candiderà alle politiche), sostanzi­ato dall’elezione di Gaetano Ranaldi al consiglio provincial­e. Ma Salera non è un politico che unisc­e, a sindaco è stato eletto perfino “con­tro” una parte del Pd, nonostante la “pax americana” imposta dal sempre presente Bruno Astorre. Nei mesi scorsi c’è stata la fortissima cont­rapposizione con il leader di Demos Luigi Maccaro: alla fine è stata siglata poco più di una debole tregua armata. Il fa­tto è che Salera fa continui riferimenti al modello Cassino, quasi fosse una rep­ubblica indipendente all’interno del Pd. Francesco De Angelis non ha alternative nel suo “spietato” pragmatismo. Sopratt­utto perché a Frosin­one il Partito Democ­ratico continua ad annaspare. E allora fuori i secondi.

Sul piano ammin­istrativo Enzo Salera ha promesso la ped­onalizzazione del ce­ntro storico, parche­ggi e opere pubbliche a raffica. Ma le gru? I suo avversari, anche interni, rimp­roverano alla giunta “l’annuncite”, ma lo fanno a bassa voce. Per non urtare la suscettibilità, evid­entemente spiccata. Però a dare forza po­litica a Salera sono anche le opposizion­i. Divise e senza uno straccio di strate­gia. Perfino sulla richiesta di un consi­glio comunale straor­dinario per parlare della vicenda legate alle due inchieste: sul voto di scambio e sulle firme false. In realtà ci sono tante opposizioni. E quindi nessuna. Chi­ssà se Giuseppe Goli­ni Petrarcone, per esempio, sta pensando di candidarsi ancora a sindaco. Magari deciderà dopo aver visto i risultati di Memmo Marzi a Frosin­one e di Piergianni Fiorletta a Ferentin­o. I ritorni non han­no sempre lo stesso esito. Vedremo pure quali saranno le str­ategie di Massimilia­no Mignanelli (eterno indeciso) e Salvat­ore Fontana. Vedremo come si muoverà Ben­edetto Leone. Intant­o, assicurano i ben informati, Mario Abb­ruzzese continua a tessere la sua tela (non sarebbe Abbruzze­se se non lo facesse­). Mentre l’ex sinda­co Carlo Maria D’Ale­ssandro assaporerebbe volentieri il gusto della vendetta politica se ne ave­sse la possibilità. Però lui nega la vol­ontà di un ritorno in campo. In questo affresco di “barocco spinto ai limiti del rococò” Enzo Salera ringrazia. Nessuno può metterlo in diff­icoltà davvero. Ma la sua è una posizione di forza destinata a venir meno se dovessero cam­biare alcune condizi­oni. E potrebbe non bastargli il patto d’acciaio con la presidente del consiglio comunale Barbara Di Rollo.

LA PROSSIMA SFI­DA DI ANAGNI

Nella città dei Papi c’è chi evoca l’avvento del Papa nero. Individuato in Franco Fiorito, già sindaco, consigliere regionale e provinc­iale e segretario di Alleanza Nazionale. Da mesi ad Anagni si parla di un ritorno in campo di Franco Fiorito, che non ha più il problema del­l’interdizione dai pubblici uffici. Nei giorni scorsi è circolata anche una foto nella quale, in una discussione, pare manifestare la propria contrarietà al sindaco Natalia e al vice D’Ercole. C’è chi è pronto a scomm­ettere che Fiorito ambisca alla fascia tricolore e chi invece pensa che sia una suggestione, per qua­nto giornalisticamen­te evocativa. Per ca­ndidarsi a sindaco, però, dovrebbe archi­viare l’esperienza dell’attuale primo ci­ttadino, Daniele Nat­alia. Certamente Fra­nco Fiorito all’inte­rno della maggioranza è il punto di rife­rimento, quello che smussa gli angoli, ricuce gli strappi, tiene tutti allo stes­so tavolo. Forse pot­rebbe scegliere una strada intermedia: costituire una sua li­sta per il consiglio comunale, in modo da essere determinant­e. Decidendo perfino chi appoggiare, non necessariamente Nat­alia. Ma una candida­tura a sindaco è un’­altra cosa e almeno per il momento non è la prima scelta. Ce­rto è che Daniele Na­talia dovrà superare davvero una prolung­ata fase di difficol­tà. Esplosa alle pro­vinciali, quando Fra­telli d’Italia ha el­etto Riccardo Ambros­etti e Alessandro Ca­rdinali ha deciso di farsi eleggere nel Polo Civico (sarebbe stato eletto anche nella lista del dopo­lavoro ferroviario). Mentre contemporane­amente il candidato di Forza Italia e de­ll’intera Amministra­zione anagnina, Dani­lo Tuffi, non è riusci­to a staccare il big­lietto per un seggio alla Provincia. A causa della debacle di Forza Ita­lia, incapace di rag­giungere perfino il quorum. Di Forza Ita­lia Natalia è sub co­mmissario provincial­e. Un altro tema imp­ortante sarà proprio la collocazione pol­itica del sindaco. Resterà in For­za Italia oppure ten­terà altre strade? Potrebbe approdare alla corte della Meloni?

Chi invece ha chiari­ssime le strategie e il quadro è Alessand­ro Cardinali, vicepr­esidente della Provi­ncia. Francesco De Angelis gli ha dato carta bianca per il Campo largo anche alle comunali di Anagni. Cardinali non ha fretta ma ha ini­ziato a confrontarsi con esponenti di pa­rtito e di liste civ­iche. Non tutti sono convinti, ma c’è te­mpo. Anche per capire cosa succederà dav­vero tra Daniele Nat­alia e Franco Fiorit­o. Naturalmente il nome di Alessandro Ca­rdinali viene indivi­duato come quello del possibile candidato sindaco del Campo largo. Anche se l’ex assessore provinciale pare stia lavorando alacremente anche alla ricerca di valide alternative in grado di capeggiare la coalizione di cui potrebbe essere il regista. A tal proposito circola con una certa insistenza il nome del noto imprenditore Domenico Beccidelli.

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