Non c’è più tempo: senza Zls “rafforzata” e infrastrutture la provincia di Frosinone è destinata a morire sul piano economico. Il monito di Unindustria e il lavoro sinergico tra politica, sindacati e associazioni di categoria. Imperativo categorico: vietato inseguire le chimere.
Realismo, lucidità, piedi ben piantati per terra: sono questi gli elementi che servono in tale fase per portare a casa l’unico risultato veramente raggiungibile: l’istituzione di una Zona Logistica Semplificata “rinforzata” per il Lazio.
Evitando voli pindarici, promesse mirabolanti e scenari da Alice nel Paese delle meraviglie. Perché l’inclusione del Lazio nella Zes non è all’ordine del giorno (svegliamoci) e comunque, per ottenerla, andrebbe cambiata la legge istitutiva e bisognerebbe pure avere il via libera dell’Unione Europea.v
Quanto al resto, a cominciare dalla Stazione Tav del Basso Lazio, Politica7 ribadisce quanto detto finora: non c’è neppure uno studio di fattibilità degno di questo nome. Di cosa stiamo parlando?
OBIETTIVO ZLS: L’APPELLO DI UNINDUSTRIA
Bisogna concentrarsi sull’istituzione di una Zona Logistica Semplificata. Opzione rilanciata ieri da Unindustria. Corrado Savoriti e Vittorio Celletti, presidenti delle Territoriali di Frosinone e di Cassino, lo hanno messo nero su bianco. Su tale ipotesi l’associazione degli industriali ha un sostegno unanime e trasversale. Innanzitutto della politica, visto che tutti sono d’accordo. A cominciare dal due volte parlamentare e presidente provinciale di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini, in pressing costante sul ministro Tommaso Foti per il rilancio della Ciociaria. C’è la posizione dei sindacati, in particolare della Cisl Lazio guidata da Enrico Coppotelli, che un giorno sì e l’altro pure sollecita l’entrata in vigore di misure in grado si snellire la burocrazia e di determinare delle agevolazioni per gli investimenti. C’è la spinta degli intermedi. In primis del Consorzio industriale, rappresentato dal commissario Raffaele Trequattrini. A proposito di Consorzio industriale: nei giorni scorsi la presidenza del consiglio ha stanziato 100 milioni di euro per le imprese del territorio, assegnando queste risorse proprio al Consorzio. E Maurizio Stirpe, past president di Unindustria, ha subito detto che dovrà essere il Consorzio industriale a gestire questi finanziamenti. A scaricarli a terra. Per evitare lungaggini e ritardi. Un appello che andrebbe raccolto subito.
Sulla Zls anche altre associazioni di categoria sono da tempo sintonizzate sulla medesima lunghezza d’onda. Da almeno due anni Guido D’Amico, presidente nazionale di ConfimpreseItalia, parla della necessità di istituire zone cuscinetto per salvaguardare le nostre imprese.
NON C’E’ TEMPO. LA RIPRESA PARTE DALLE OPPORTUNITÀ.
Non è il momento di nascondersi. Senza l’istituzione della Zls e senza infrastrutture la provincia di Frosinone è destinata a “morire” sul piano economico. La presa di posizione di Unindustria è indicativa sotto questo punto di vista. Savoriti e Celletti lo hanno scritto a chiare note: “Il sistema delle imprese del Lazio non può più aspettare: bisogna approvare subito la Zona Logistica Semplificata (Zls) per dare risposte immediate alle aziende. Dopo un anno dalla proposta della Zls e il progressivo accerchiamento del Lazio da regioni incluse nella Zes unica del Mezzogiorno il nostro sistema imprenditoriale si trova a scontare un crescente svantaggio competitivo”. Per questo motivo va concluso subito il riconoscimento da parte dei Ministeri competenti della Zls come proposta dalla Regione Lazio, “dopo un grande lavoro di ascolto e perimetrazione attenta delle zone industriali strategiche, anche grazie all’apporto di Unindustria”. Proposta che sicuramente andrà perfezionata prevedendo un ampliamento delle aree ricomprese. Unindustria, anche attraverso l’intervento diretto del presidente Giuseppe Biazzo, ha inteso rimarcare che “questo primo immediato intervento, in ogni caso, non va considerato come straordinario e risolutivo, perché già ampiamente previsto, ma ritardato da ricorsi prima e da inerzie amministrative poi. Per mantenere e rilanciare la competitività e l’attrattività della nostra regione rispetto alle zone confinanti, infatti, servono misure ancora più incisive sulla semplificazione delle autorizzazioni e sul sostegno agli investimenti, anche delle grandi imprese”.
Vale la pena di ribadire ancora che soltanto la Zona Logistica Semplificata è a portata di mano. Non altro. Men che meno l’inclusione del Lazio nella Zes, che non è all’ordine del giorno su nessun tavolo. Malgrado interpretazioni ardite che hanno generato effimere speranze.
C’è invece la Zls. Giuseppe Biazzo non ha usato perifrasi. Rilevando: “Dopo un anno dalla proposta il progressivo accerchiamento del Lazio da regioni incluse nella Zes unica, però, non possiamo più aspettare oltre la sua approvazione. La Zls deve essere una prima risposta all’attenzione che meritano le aree industriali della nostra regione”.
Le Zone Logistiche Semplificate sono aree geografiche delimitate e istituite per favorire lo sviluppo del settore logistico e delle attività economiche correlate, attraverso la semplificazione delle procedure amministrative, la concessione di agevolazioni fiscali come il credito d’imposta e la possibilità di istituire zone franche doganali. Si può fare. Si deve fare.
L’ORIZZONTE PRESENTE E FUTURO
Dunque, la priorità adesso è il semaforo verde per la Zls. La Regione Lazio ha l’occasione per invertire il trend e può farlo aumentando il pressing sui Ministeri. Non ci sono altre strade. E va fatto subito. Per il resto, è necessaria un’azione sinergica tra politica nazionale e regionale. E il presidente Francesco Rocca è nelle condizioni di sapere immediatamente dal ministro dei trasporti Matteo Salvini se ci possono essere gli spazi per ottenere una “corsia accelerata” che porti alla Stazione Tav a Ferentino.
Ma se invece tale ipotesi dovesse restare una chimera (o finire su un binario morto), allora si deve virare su altro. Riscrivendo l’agenda che possa rimettere in moto questa provincia. In altre aree geografiche, per esempio, si sta puntando forte sulla formazione. E gli effetti si vedono nel “fiorire” di corsi universitari in grado di valorizzare le potenzialità, le peculiarità e le vocazioni di un territorio. In provincia di Frosinone di un’impostazione del genere non c’è traccia. A parte l’ottimo risultato ottenuto dall’Assessore Giancarlo Righini con il Polo dello Sviluppo dell’Agricoltura si è sempre fatto molto poco, probabilmente pure per un atteggiamento estremamente “conservatore” dell’Università di Cassino. Una domanda: perché non si è mai provato a puntare sulla crescita dei nostri ospedali prevedendo dei corsi universitari di Medicina realizzati con altri Atenei? Perché altrove si può fare e dalle nostre parti no?
D’altronde se non si “investe” sui giovani non si va da nessuna parte. Continuiamo a parlarci addosso, ma lo spopolamento continua. La formazione e lo studio possono essere una risposta vera. Fra l’altro se Frosinone è ampiamente sotto i 50.00 abitanti mentre Latina ha ormai raggiunto i 130.000, qualche domanda bisognerà pure farsela. Senza progetti e senza risorse non si va da nessuna parte.
L’APPUNTAMENTO INDIFFERIBILE
Per tutti questi motivi c’è bisogno (urgente) dell’attivazione della Zls rafforzata. Una risposta minima (attesa da un anno) per le imprese, che in queste condizioni non possono competere con realtà che godono di tutti i benefici della Zes. Siamo accerchiati, ha ragione Unindustria.
Per rompere l’accerchiamento servono qualità, coraggio, rapidità e nervi saldi. Gli effetti speciali li lasciammo (volentieri) ai venditori di fumo. Zona Logistica Semplificata: tre parole per una locuzione in grado di rappresentare l’incipit di… un’altra storia.