Frosinone, da venerdì alla Villa la mostra di Franco De Angelis

Dal 7 al 30 novembre 2025 la Villa comunale di Frosinone ospiterà la mostra dell’artista Franco De Angelis, Insano, a cura di Martina Bocconi e patrocinata dal Comune di Frosinone, mediante l’assessorato alla Cultura di Simona Geralico.
L’inaugurazione è prevista per venerdì 7 novembre alle ore 18.00.
La mostra rappresenta un viaggio intenso e perturbante all’interno della psiche umana, esplorando i confini tra razionalità e follia, tra controllo e smarrimento. Le opere — pitture, installazioni e materiali misti — sono frutto di una ricerca viscerale che sfida lo spettatore a confrontarsi con la propria interiorità, le proprie paure, le proprie ossessioni.
Le immagini, spesso distorte, crude o surreali, attingono a un immaginario carico di tensione emotiva e simbolismo, in cui il concetto di normalità viene costantemente messo in discussione.
Franco De Angelis, con la sua cifra espressiva inconfondibile, mescola tecniche tradizionali e sperimentali, stratificando materia e significato. Ogni opera è una ferita aperta, un urlo silenzioso, un frammento di verità che l’artista consegna senza filtri.
Insano non è solo una mostra: è un’esperienza immersiva, un confronto diretto con ciò che spesso scegliamo di non vedere. Un’occasione per riflettere sul disagio, sul limite e sull’identità, in un’epoca in cui la mente umana è sempre più al centro di interrogativi urgenti.
“La Villa comunale – ha dichiarato il Sindaco di Frosinone, Riccardo Mastrangeli – si conferma luogo di incontro tra arte contemporanea e comunità. Con Insano, Frosinone accoglie un progetto che invita a guardare dentro di noi, a interrogarci sul rapporto tra equilibrio e fragilità. È anche attraverso mostre come questa che la città cresce culturalmente, aprendosi a linguaggi coraggiosi e profondamente umani”.
“Questa esposizione – ha dichiarato l’assessore alla cultura Simona Geralico – rappresenta un momento di riflessione collettiva. L’arte di Franco De Angelis non si limita a essere osservata: ci chiama a partecipare, a sentire. È un dialogo aperto tra artista e pubblico nel segno di una cultura che sa mettere al centro l’essere umano e le sue complessità”.