Al Comune di Frosinone il centrodestra è lacerato da anni e non ci sono strategie di ricomposizione con gli attuali assetti. Non si tratta di silurare Riccardo Mastrangeli, il punto è ricostruire le ragioni dell’unità in vista del 2027.
E’ in questo contesto che viene fuori il nome di Fabio Tagliaferri. Molto più di una semplice boutade pre-natalizia…
Continuare a fare finta di nulla e a nascondere la polvere sotto il tappeto è un esercizio sterile. Al Comune di Frosinone (capoluogo di provincia) il centrodestra ha un problema enorme. Innanzitutto è spaccato: Forza Italia (3 consiglieri: Maurizio Scaccia, Pasquale Cirillo, Christian Alviani) sta all’opposizione da un anno e mezzo. E all’opposizione stanno anche altri 6 eletti nel centrodestra, i cosiddetti “dissidenti”: Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega), Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone (Futura).
Da più di due anni lacerazioni, fibrillazioni e polemiche sono all’ordine del giorno e mai si è arrivati ad una ricomposizione vera e duratura. Mai.
Normale che in un contesto del genere i leader (soprattutto quelli regionali) si pongono il problema. Anche perché nella primavera del 2027 nel Lazio andranno alle urne 4 capoluoghi su 5: Roma, Frosinone, Viterbo, Rieti. Impossibile pensare di presentarsi con assetti variabili. Nemmeno si possono elaborare strategie sulla base di un gioco delle “caselle” rigido e immutabile.
Ecco perché non sorprende affatto che comincino a circolare altri nomi rispetto alla candidatura a sindaco. A cominciare da Fabio Tagliaferri, presidente e amministratore delegato di Ales spa. In questo ruolo sta facendo benissimo. Ma non è solo questo: nel 2022, come responsabile politico cittadino di Fratelli d’Italia, garantì l’unità della coalizione, superando il fatto che era stato estromesso come assessore da Nicola Ottaviani negli ultimi mesi della precedente consiliatura. Su input del Polo Civico (nel quale era stato eletto). Polo Civico che pochi mesi dopo si presentò nel centrosinistra a sostegno di Domenico Marzi.
E tutto questo perché nel frattempo Fabio Tagliaferri aveva aderito a FdI (un ritorno in realtà). In quell’occasione un sindaco della Lega, Nicola Ottaviani, non si pose il problema che forse era preferibile non fare uno sgarbo ad un partito alleato come Fratelli d’Italia, poi diventato prima forza politica ovunque. Anche al Comune di Frosinone.
Fabio Tagliaferri, nel solco tracciato da Paolo Trancassini (coordinatore regionale) e Massimo Ruspandini (presidente provinciale), ha fatto prevalere il ragionamento politico, il superiore interesse della coalizione e il gioco di squadra. Sia nella fase elettorale che dopo. Perché Fratelli d’Italia per oltre tre anni ha rappresentato la “porta blindata” di Riccardo Mastrangeli. In ogni momento, soprattutto quando si consumavano gli strappi con i “dissidenti”. E vale la pena di ricordare che Alviani, Martino e Petricca erano stati eletti nella Lista Ottaviani, Bortone nella Lega, Pizzutelli, Mirabella e Pallone nella Lista Mastrangeli. Parliamo di 7 esponenti riferibili alla cosiddetta “galassia del Carroccio”, che fa riferimento a Nicola Ottaviani. Senza che queste “emorragie” avessero conseguenze sulla rappresentanza in giunta. Pure in tal caso Fratelli d’Italia ha tenuto la linea della massima responsabilità.
Quando la situazione era più critica e i numeri rischiavano di mancare clamorosamente, si è optato per una sorta di gioco di sponda tra Riccardo Mastrangeli e Domenico Marzi per garantire il numero legale nelle sedute di prima convocazione del consiglio comunale. Pure in quell’occasione Tagliaferri e FdI non hanno fatto mancare il loro apporto diplomatico per convincere la Lista Marzi.
Ma sono passati 41 mesi dall’inizio della consiliatura. Alle elezioni ne mancano 19. Nonostante gli ingressi di Andrea Turriziani (Lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico), la coalizione trasversale si ferma a 16 su 33. Senza maggioranza. Ecco perché i partiti si stanno ponendo il problema ai massimi livelli. Il nome di Fabio Tagliaferri è autorevole, fresco, spendibile. Anche se andrà valutata la disponibilità del diretto interessato, considerando il prestigio derivante dalla presidenza di Ales. Non si tratta di “silurare” Riccardo Mastrangeli, il quale sta comunque assicurando la tenuta dell’Amministrazione. Infatti, in una eventualità del genere, per lui ci sarebbe sicuramente una exit strategy importante e non banale (ma quante exit-strategy bisognerebbe trovare dalle parti del Carroccio? Abbruzzese, Ottaviani etc. etc.). La questione è politica: a Frosinone il centrodestra va ricostruito. Lo schema del 2022 è stato superato dai fatti, dalla storia e dai voti. La triangolazione Lega-Lista per Frosinone-Lista Ottaviani non ha più il peso e la centralità di un tempo.
Mentre Fratelli d’Italia è il partito leader di una coalizione che ha bisogno di essere rimotivata. In tempi rapidi, perché il 2027 è dietro l’angolo. Certamente il “pallino” è nelle mani del partito di Giorgia Meloni. Se Fratelli d’Italia dovesse decidere di rompere gli indugi, si aprirebbe una fase nuova. Nella quale tutti dovranno assumersi le loro responsabilità. Tenendo presente che la priorità è l’unità del centrodestra.
