E’ l’ora dei voti non dei like. Mentre l’entusiasmo dei giovani accende il buio della politica di Frosinone

Tra una settimana urne aperte in Campania, Veneto e Puglia: perché i risultati faranno una enorme differenza sul piano politico. Ovunque.
Intanto al Comune di Frosinone la seduta consiliare del 24 novembre si terrà esclusivamente in prima convocazione: servirà il numero legale. La non-maggioranza di Mastrangeli rischia. Lista Marzi, Pd, Forza Italia e “dissidenti” chiamati a scelte definitive. Ma la vera grande assente è la Politica.
Tra una settimana esatta si aprono le urne in Veneto, Campania e Puglia. Elezioni regionali che hanno un valore e un peso di carattere nazionale. Conteranno i voti, non i like. Conteranno gli elettori che andranno alle urne, non i followers.
Infatti si stanno mobilitando tutti i leader: Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), Antonio Tajani (Forza Italia), Matteo Salvini (Lega), Elly Schlein (Pd), Giuseppe Conte (Cinque Stelle), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra). L’appuntamento del 23 e 24 novembre chiuderà la lunga stagione delle regionali che ha visto la conferma del centrodestra nelle Marche e in Calabria e del centrosinistra in Toscana. La Valle d’Aosta fa storia a sé. In Veneto si apre il dopo Zaia. Il candidato del centrodestra Alberto Stefani è dato per favorito rispetto a quello del centrosinistra Giovanni Manildo. In Puglia, invece, è il contrario: Antonio Decaro (centrosinistra)  nei confronti di Luigi Lobuono (centrodestra).
A fare la differenza nell’analisi dei risultati (e delle prospettive) sarà la Campania. Il campo progressista ha puntato sull’ex presidente della Camera Roberto Fico, del Movimento Cinque Stelle. Sostenuto anche dal Pd e dall’uscente Vincenzo De Luca, con il quale aveva avuto polemiche furibonde negli anni passati. Il centrodestra è guidato da Edmondo Cirielli, viceministro del Governo Meloni. Questa tornata elettorale è caratterizzata dalla conferma di chi è già al timone. Per questo motivo basta un solo “ribaltone” per cambiare la narrazione. Peraltro in Campania è sicuramente singolare che, eventualmente, Giuseppe Conte dovrà ringraziare… Vincenzo De Luca. Conteranno però anche i voti e le percentuali dei partiti, perfino nell’esame degli equilibri interni alle coalizioni. Una considerazione sul Veneto. Qualora Luca Zaia dovesse ottenere un risultato importante, lo farebbe pesare negli assetti della Lega e nei rapporti con Matteo Salvini. Attenzione però anche all’ipotesi che le tensioni nel Carroccio possano alla fine avvantaggiare Fratelli d’Italia nella conta dei voti in quella che resta (per distacco) la locomotiva produttiva ed economica dell’Italia.
In ogni caso ai risultati in Campania, Veneto e Puglia guardano tutti, anche nel Lazio. A cominciare da Francesco Rocca. C’è una costante però: dappertutto la sfida è tra centrodestra e centrosinistra (e Movimento Cinque Stelle). Un elemento che in un Comune capoluogo come Frosinone dovrebbe essere tenuto presente.
A FROSINONE LA SCINTILLA DEI MILLE GIOVANI
CONTRO IL BUIO DELLA POLITICA
Stavolta non potrà finire zero a zero. La seduta ordinaria del consiglio comunale di Frosinone si terrà il 24 novembre in prima convocazione. Innanzitutto ci vorrà il numero legale, cioè almeno 17 presenti. In discussione andranno subito l’ordine del giorno e la mozione sulla situazione del Medio Oriente. E l’ordine del giorno è presentato da Domenico Marzi, che nel 2025 è stato decisivo per garantire alla non-maggioranza di Mastrangeli di non andare “sotto” in aula. La coalizione trasversale che sostiene il primo cittadino probabilmente deciderà di non rispondere all’appello. Con la stessa motivazione della volta scorsa: è un argomento da assemblea dell’ONU, non da consiglio comunale. In realtà però tutti sono consapevoli che la vera posta in palio è politica. Da un lato la non-maggioranza non potrà votare determinazioni lontane dall’impostazione politica del centrodestra nazionale. Dall’altro Domenico Marzi potrebbe decidere che a questo punto la fase della collaborazione istituzionale si è conclusa.
Se la non-maggioranza ha 16 consiglieri su 33, la non-opposizione arriva, sulla carta, a 17 su 33. In queste ultime settimane ci sono stati contatti continui tra il Pd e i “dissidenti” del centrodestra per pianificare strategie unitarie finalizzate a mettere in difficoltà l’Amministrazione Mastrangeli. Se dovesse mancare il numero legale, la seduta sarebbe comunque riconvocata in “seconda”. Se invece ordine del giorno e mozione dovessero essere approvati da centrosinistra e “dissidenti”, allora risulterebbe impossibile non parlare di crisi. Si è perso più di un mese nella ricerca del “diciassettesimo” consigliere che blinderebbe la coalizione trasversale. Fratelli d’Italia, Lista Marini e Massimiliano Tagliaferri (presidente dell’aula) avevano chiesto a gran voce a Riccardo Mastrangeli di procedere in questa direzione. Nulla da fare. Fra l’altro, quando si era aperto lo spiraglio di poter attribuire al consigliere Carlo Gagliardi (Lista Marzi) la delega all’urbanistica, c’è stato il “niet” di Lega, Lista per Frosinone e Lista Ottaviani.
Adesso però si è arrivati ad un vicolo cieco. Al punto che in entrambi gli schieramenti si è tornati a parlare perfino di elezioni anticipate. In realtà la situazione è cristallizzata in aula consiliare. Ci sono diversi “blocchi”: la coalizione trasversale (16), Forza Italia e “dissidenti” (9), Pd (3), Lista Marzi (4), Psi (1). Difficile immaginare posizionamenti diversi da quelli attuali.
Più volte Politica7 ha sottolineato come il paradosso è stato quello della assoluta mancanza di Politica in un Comune capoluogo come Frosinone. Da tempo non si ragiona in termini di centrodestra e di centrosinistra. Come invece avviene ovunque. Peraltro in questo momento l’esito delle elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia sarà fondamentale per stabilire equilibri rapporti di forza. Al Comune di Frosinone la Politica è finita in naftalina. Le evoluzioni che hanno portato alla fuoriuscita dalla maggioranza di ben 9 consiglieri dimostrano come in realtà abbiano dominato le spaccature personali. Peraltro su tematiche programmatiche come il Bus elettrico. Tre anni a discutere su un Brt che ancora non c’è. Abbiamo assistito a cambi di percorso un giorno sì e l’altro pure. Come se a Frosinone non ci fosse altro tema. Le opposizioni non ne hanno approfittato, soprattutto per la divisione ormai irrecuperabile tra il Partito Democratico e i Socialisti.
C’è chi ritiene che la prossima volta gli schemi degli schieramenti salteranno, a vantaggio delle civiche. Non è detto.
Paradossalmente il dato più rilevante è quello delle ultime ore. Una scintilla di speranza nel mare della mediocrità politica-amministrativa di questa città.
Mille giovani si sono dati appuntamento per eleggere il “loro” consiglio comunale. E chi ha frequentato ieri Palazzo Munari ha visto che al di là delle appartenenze e della fede politica quei “mille” stavano tutti dalla stessa parte. Contro le logiche che hanno governato la città negli ultimi venti anni e contro il “nulla” di questi ultimi mesi. Per la cronaca ha vinto Avanti Frosinone la lista di centrodestra capeggiata dalla leader cittadina dei giovani di Fratelli d’Italia, Alessandra Vona. Una che, mentre puntuale è arrivato il compiacimento di Mastrangeli, con gli attuali amministratori, al pari di quasi tutti quelli che ieri con entusiasmo hanno partecipato al voto, avrebbe grandi difficoltà anche a prendere un caffè.
Tornando all’attualità Fratelli d’Italia da una parte e Partito Democratico dall’altra si stanno ponendo il problema attuale e futuro del capoluogo. I segretari regionali, rispettivamente Paolo Trancassini e Daniele Leodori, hanno l’intenzione di riportare il Comune di Frosinone in una dimensione non sganciata dal contesti regionale. Intanto però la seduta consiliare del 24 novembre non sarà come tutte le altre. È certo che non potrà finire zero a zero.