La teoria delle vittorie casalinghe prosegue e stavolta la vittima è illustre: il Frosinone di Grosso ha infatti imposto anche al Benevento la legge dello Stirpe e lo ha fatto in modo netto e con imprevista facilità. A quanti paventavano che vedere le streghe avrebbe avuto effetti devastanti, i ragazzi in giallazzurro hanno risposto con una prova maiuscola, dominando il confronto dal fischio d’avvio. L’undici di Caserta è parso supponente e svogliato e il Frosinone l’ha preso d’infilata. Fossimo stati nella boxe, l’arbitro avrebbe decretato il ko tecnico, ma poiché nei poteri di Ghersini non c’era questa opzione, il confronto si è protratto per 95’, anzi 96, visto che anche la prima frazione ha avuto un’appendice di un minuto. La squadra ciociara ha scacciato anche l’incubo dei rigori falliti.
Protagonista, non senza pathos, il centrocampista Ricci, che ha posto la sfera sul dischetto due volte. Nel primo caso la palla è finita sul palo, ma il lungo brusio di delusione della Nord si è trasformato in un grido di speranza alla segnalazione del Var che la massima punizione andava ripetuta per un intempestivo ingresso in area di un difensore giallorosso. E a questo punto, Ricci non poteva esimersi dal compito di scacciare definitivamente le streghe. Spiazzato Paleari e partita in discesa, perché della reazione del Benevento non c’è stata traccia, nemmeno effimera. Sistematicamente in anticipo sulle seconde palle, i gladiatori giallazzurri hanno esaltato l’arena dello Stirpe, ancora non stipata come meriterebbe una squadra in piena corsa per la post-season. Il centrocampo, da sempre ago della bilancia di ogni match calcistico, era nelle mani della squadra ciociara, brava in egual misura a proporre e ad interdire, e il Benevento appariva stordito e incapace di mutar copione.
Logico il raddoppio ad inizio ripresa e nel solco della recente tradizione le occasioni fallite nel finale, tanto per ricordare a tutti che ogni squadra è un coacervo di vizi e virtù, e mai le seconde potranno sopraffare le prime al punto da non recarne traccia. Quel mancato cinismo nel segnare un terzo gol che resterà desiderio inespresso appare senza dubbio “culpa levis” nel contesto di una così bella e meritata vittoria. È un’ombra, un fastidio, un battito di ciglia che però decontestualizzato potrebbe diventare un problema. Su questo e sulla personalità lontano da casa, Grosso dovrà lavorare per regalare al suo team un posto di rilievo nella griglia dei playoff. Non è normale maltrattare il Benevento e prenderle in casa dal Como, ma va detto che il concetto di normalità non può essere applicato al calcio, che delle situazioni abnormi è patria e ricettacolo. Canotto e compagni si prendono tre punti di platino e con essi la consapevolezza di poter fronteggiare senza timori qualunque avversaria. Per preparare la sfida al Lecce ci sarà tempo, perché ora il calendario prevede la sosta: c’è un mondiale da conquistare e tutto il calcio professionistico tricolore si ferma, con il fiato sospeso.
Non sarà facile, ma alla squadra azzurra le cose facili non piacciono…