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La filiera di Calandrini ed il silenzio dei partiti

Marco Battistini
L’interrogativo principale riguarda il centrodestra. Esiste ancora o è un ricordo del passato?
Marzo 22, 2022
regionali lazio
Il senatore Nicola Calandrini

La filiera istituzionale da sfruttare. Questo il messaggio che il leader di Fratelli d’Italia, il senatore Nicola Calandrini, ha lanciato nel resoconto sui tre anni trascorsi al Senato. Un patto fra consiglieri regionali, deputati, senatori ed europarlamentari per fare gli interessi della comunità locale. In tale ottica va inquadrata la necessità di attivare maggiori legami fra rappresentanti istituzionali e territori, potenziando il confronto con i sindaci e proponendo interventi mirati in ogni Comune della provincia, a prescindere delle campagne elettorali. Il tutto mettendo da parte le differenze politiche, le ambizioni personali e gli interessi individualistici.
A distanza di qualche giorno appare evidente come la proposta di Calandrini sia (per ora) caduta nel vuoto. Nessuna reazione, né commenti, né interventi.
L’emblema forse di una politica locale più alle prese con discorsi di bottega piuttosto che con programmi e proposte.
E’ il segno dei tempi che stiamo vivendo. Ma forse è anche la logica degli schieramenti che fa prevalere le divergenze, i contrasti e le chiusure.

LA GRANDE COALIZIONE FA MURO

Il sindaco di Latina, Damiano Coletta

Lo testimonia la presa di posizione infastidita e ‘piccata’ della coalizione che governa la città di Latina. Un documento firmato dai consiglieri dei gruppi Latina Bene Comune, Partito Democratico, Forza Italia, Per Latina 2032, Fare Latina, Movimento 5 Stelle e Riguarda Latina ha rappresentato di fatto il primo passo ufficiale dell’inedita alleanza. A seguito della seduta della commissione Trasparenza dedicata alla pianificazione della Marina di Latina i gruppi politici di maggioranza sono usciti allo scoperto con una nota congiunta, mettendo in guardia l’opposizione: “Riteniamo che gli appuntamenti della commissione trasparenza siano uno dei momenti più importanti nella vita di un’amministrazione pubblica e crediamo non debba essere strumentalizzata per trasformarla in un mero strumento di propaganda politica”.

Una mossa che sembra voler rimarcare l’esistenza di un autentico ‘blocco’ attorno al sindaco Coletta. Con i gruppi di maggioranza sempre più compatti a difesa dell’amministrazione. Latina appare il vero laboratorio politico di un ‘campo larghissimo’ di matrice lettiana. E le distanze fra chi è dentro questo ‘ampio recinto’ e chi sta fuori sembrano addirittura ampliarsi.

ALLEANZE IN ORDINE SPARSO

Il candidato sindaco, Alberto Mosca

L’interrogativo principale riguarda il centrodestra. Esiste ancora o è un ricordo del passato?
La sensazione è che a livello locale non sia rimasto nulla della coalizione che ha governato per decenni la maggioranza dei Comuni pontini.
D’altronde basta vedere lo stato delle trattative dei partiti a livello locale per comprendere come si sia alla fine di un’epoca.

Il centrodestra va in ordine sparso, con FI che punta su civici e alleanze larghe. Fratelli d’Italia e la Lega provano a fare quadrato. Almeno a Sabaudia. Il Comune delle dune sarà molto probabilmente il vero banco di prova del fronte sovranista. I due partiti sosterranno la candidatura a sindaco dell‘ex consigliere comunale Enzo Di Capua. Una scelta che è figlia forse di un compromesso e che a molti non convince. Basti pensare che lo stesso Di Capua meno di due anni fa venne espulso dalla Lega. Ad ogni modo i due partiti sono costretti ad inseguire il ‘fuggitivo’ generale Mosca, che appare il vero front-runner della competizione. Il recente sostegno che arriva da Azione, rende ancor più forte la figura del candidato civico. L’alleanza fra Forza Italia, Udc e Azione che appoggia la candidatura a sindaco di Alberto Mosca, rappresenta forse la vera novità politica degli ultimi giorni. L’impressione è che la formula possa risultare efficace soprattutto in considerazione del fatto che Alberto Mosca piace per essere un uomo del ‘fare’, estraneo dai giochi della vecchia politica. Probabilmente quello di cui la comunità pontina sente il bisogno da tanto, troppo tempo.

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