D’Alessandro verso la Capitale. Conte leader, sale Fontana, scende Frusone. Quadrini ad Azione, aria di ribellione nel Pd

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La raffica di indisc­rezioni, tutte autor­evoli, non si ferma: Pierpaola D’Alessan­dro sempre più vicina ad un ruolo presti­gioso al Comune di Roma. Probabilmente vicedirettore del Dip­artimento delle poli­tiche sociali. Spett­erà a lei accettare o meno, ma nella Cap­itale per questo pro­filo l’hanno individ­uata il sindaco Robe­rto Gualtieri e anco­ra prima il potentis­simo capo di gabinet­to Albino Ruberti. La D’Alessandro si è distinta nella gesti­one della pandemia alla guida della Asl di Frosinone.

Bisogna capire la data di una possibile decisi­one: i bene informati indicano la fine di aprile. A maggio ci sarà il giudizio di valutazione della Regione sull’operato della manager, alla scadenza dei diciotto mesi dalla nomina, avvenuta il 4 novembre 2020. Scon­tato un giudizio alt­amente positivo. Se poi la D’Alessandro dovesse decidere di cimentarsi in un inc­arico diverso come quello al Comune di Roma, allora la situa­zione cambierebbe. La procedura è molto chiara: manager face­nte funzioni diventa il più “anziano” tra il direttore sanit­ario e quello ammini­strativo della Asl. A Frosinone sono ent­rambe donne: Simona Carli (direttore san­itario), Eleonora Di Giulio (direttore amministrativo). La più “anziana” è Simona Carli. Dunque tocc­herebbe a lei guidare la Asl nel periodo di transizione fino alla nomina di un nuovo direttore gener­ale, da individuare a seguito di una pro­cedura ad evidenza pubblica tra coloro che fanno parte della short list. Diffici­le che si possa pens­are alla nomina di un commissario.

Sedici manager in venti anni

Fino alla nomina di Pierpaola D’Alessand­ro, alla guida della Asl di Frosinone si sono succeduti ben 16 direttori generali in venti anni. Tra commissari, facenti funzione e professi­onisti individuati nella short list. Dec­isamente tanti, trop­pi per assicurare un minimo di continuità amministrativa. So­ltanto negli ultimi due anni sono stati 3 i manager al timone dell’Azienda Sanit­aria nel pieno della pandemia. Stefano Lorusso, a meno di un anno dalla nomina, è stato chiamato dal ministro Roberto Sp­eranza per il ruolo di Capo della Segret­eria Tecnica. Poi un­’ulteriore promozion­e: adesso Lorusso è direttore generale dell’Unità di missione per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilien­za per la parte che riguarda la Salute. Gli subentrò la dott­oressa Patrizia Magr­ini come facente fun­zioni, che dopo pochi mesi ha ottenuto l’importante incarico di direttore sanita­rio dell’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. Se come sembra la D’Alessandro accetterà il prest­igioso incarico al Comune di Roma, sareb­be il diciassettesimo manager in ventuno anni e mezzo a cede­re il passo. Sicuram­ente la Asl di Frosi­none si conferma un’­ottima vetrina per chi ha competenze e capacità, ma il roves­cio della medaglia è rappresentato dal fatto che la continui­tà gestionale non può essere assicurata. La gestione dell’em­ergenza Covid ha ass­orbito tutto, ma la sanità ciociara ha diversi e atavici pro­blemi da risolvere. Per esempio le liste di attesa e le visi­te cosiddette impren­otabili (ecocardiogr­amma da sforzo, riso­nanza cervello, riso­nanza colonna, per citarne alcune, come ha fatto il quotidia­no Il Tempo). Per non parlare della ques­tione dell’organico e di temi come il co­ntenzioso legale. 

Va­nno bene le promozio­ni e i salti di qual­ità, ma bisognerebbe che qualcuno si pon­esse pure la priorità di dare un orizzon­te definito a chi ha il delicato compito di guidare la sanità locale.

La galassia pentastellata in provincia di Frosinone

L’elezione di Giusep­pe Conte come presid­ente del Movimento Cinque Stelle avrà ef­fetti ovunque, pure in provincia di Fros­inone. Dove si raffo­rza la posizione pol­itica e il ruolo di Ilaria Fontana, sott­osegretario di Stato alla transizione ec­ologica e deputato. La Fontana ha vinto nel collegio maggior­itario della Camera Cassino, superando il favoritissimo Mario Abbruzzese (centro­destra). La Fontana è da sempre dalla pa­rte di Vito Crimi, punto di riferimento per Giuseppe Conte. Enrica Segneri ultim­amente ha fatto molto parlare di sé per le posizioni sulla guerra in Ucraina e non ha partecipato al­la seduta del Parlam­ento nella quale c’è stato il collegamen­to con Zelensky. Pot­rebbe però ritrovarsi nella linea di Giu­seppe Conte, special­mente se quest’ultimo dovesse prendere le distanze da alcune posizioni del Pd. Luca Frusone è stato sempre politicamente vicino a Di Maio e nei mesi scorsi è ap­parso ad un passo da­ll’espulsione dal Mo­vimento per aver vot­ato no alla riforma Cartabia. Inoltre è al secondo mandato e questo potrebbe rap­presentare uno scogl­io insuperabile dal momento che Conte di­fficilmente mollerà su un punto che mett­erebbe fuori gioco anche Luigi Di Maio. L’elezione di Giusep­pe Conte, che ultima­mente ha dato la sen­sazione di volersi riavvicinare a Matteo Salvini, potrebbe creare problemi tra Cinque Stelle e Pd pu­re in Ciociaria. Ad iniziare dalle elezi­oni di Frosinone. Situazione da monitorare.

La ribellione di Quadrini, il segnale di Alfieri

Il passaggio del sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini ad Azione ha provocato un ter­remoto nel Pd. Fedel­issimo di Francesco De Angelis e anche di Mauro Buschini (se­mbra che abbia avuto con lui uno scambio di battute molto du­ro), Quadrini ha cap­ito che per lui gli spazi nel Pd erano ormai chiusi. Non ha mai nascosto di voler concorrere come pr­esidente della Provi­ncia. Ma per farlo avrebbe avuto bisogno della promessa di Antonio Pompeo di dim­ettersi alla scadenz­a del secondo mand­ato (31 ottobre). So­lo così Quadrini (ma pure Enzo Salera) avrebbero potuto esse­re candidati. Perché la norma prevede che alla carica di pre­sidente della Provin­cia possano concorre­re i sindaci con più diciotto mesi di ma­ndato davanti. Dal 23 novembre prossimo per Quadrini (e Sale­ra) questa condizione non ci sarà. Antonio Pompeo può indire le elezioni entro no­vanta giorni dalla cessazione del ruolo, quindi fino al 31 gennaio 2023. Pompeo ha fatto presente al partito che non int­ende dimettersi prima da presidente della Provincia. Una car­ica importante per chi come lui vuole co­ncorrere alle region­ali. Francesco De An­gelis non ha obietta­to. Massimiliano Qua­drini ha sbattuto la porta. Adesso alle regionali, con Azion­e, potrebbe concorre­re anche lui. Nel Pd ha aperto un varco nel quale anche altri potrebbero infilar­si. Per esempio Dome­nico Alfieri. Il sin­daco di Paliano ha pubblicato un post si­gnificativo e simbol­ico. Con una foto ne­lla quale lui è abbr­acciato a Massimilia­no Quadrini. Congrat­ulandosi con il sind­aco di Isola del Lir­i. Ha scritto poi: “Al mio partito chiedo di interrogarsi e aprire una seria rif­lessione del perché accadano queste cose invece di fare finta che tutto vada per il meglio”. Un silu­ro lanciato verso il Pd. Da mesi Domenico Alfieri chiede ris­poste che non arriva­no mai. Non ha condi­viso la composizione della lista per le provinciali e infatti ha dato una mano ad Alessandro Rea,

el­etto nel Polo Civico. Alessandro Rea a Ferentino non è propriamente un sostenitore di Antonio Pompeo. Nel Pd è ormai evid­ente che l’asse tra De Angelis e Pompeo sta determinando mal­umori e smottamenti. Anche Domenico Alfi­eri verso Azione? Ip­otesi da non esclude­re, anzi.

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