Giornata di gloria nelle Coppe Europee per le due squadre italiane più blasonate. L’Armani di coach Messina ha superato indenne lo scoglio Bayern, nel recupero di Eurolega che poteva valere la certezza di un piazzamento tra le prime quattro, con conseguente vantaggio del fattore campo nei prossimi quarti di finale. Il quintetto milanese ha ribadito quanto di buono aveva saputo mostrare a Instanbul, cancellando così perentoriamente la serataccia di Tel Aviv. Per questo basket, che spesso esige la disputa di tre partite in una settimana, la discontinuità è ormai la regola.
Limitare il numero delle “giornate no” è la sola concreta possibilità anche per complessi con il rooster ampio come quello milanese. La Trinchieri band, che lo scorso anno al Forum di Assago regalò brividi in una gara cinque per cuori forti, non ha smentito le sue caratteristiche, riaprendo nei minuti finali una partita che sembrava appartenere a quelle dal verdetto anticipato. Stavolta però, Shields e compagni hanno avuto la forza di tenere a bada i tedeschi e di ricacciarli indietro grazie a un Melli superlativo sotto i tabelloni e al solito Hines, arrivato al traguardo dei 3000 punti in carriera in Eurolega. Vedere coach Trinchieri su una panchina e Kyle Hines giganteggiare in campo evoca negli appassionati ciociari ricordi indelebili e accentua la consapevolezza che dalle parti di Veroli sia passata gente di primo piano della palla a spicchi. Tornando all’Eurolega e alle sue dinamiche, ieri si sono disputati altri due recuperi ed entrambi hanno premiato le formazioni visitatrici: punteggio e ritmi alti in Panathinaikos-Maccabi, con gli israeliani costretti ad inseguire nella prima frazione di gara ma poi vittoriosi senza soverchi patemi. Pochi canestri e recita scialba invece sul parquet di un Fenerbhace senza stimoli e senza orgoglio. Tutto fin troppo facile per l’Alba Berlino, che senza strafare si è presa due punti speranza. Serata di gloria anche per la Virtus Bologna, con i nuovi arrivi Hackett e Shengelia tra i grandi protagonisti. Contro la capolista di Eurocup la parola d’ordine era difesa, e il quintetto felsineo non si è fatto pregare nel pressare ai limiti del regolamento ogni possesso spagnolo. Il 70/68 mandato in archivio dagli uomini di Scariolo è la fotografia esatta di un confronto che non ha avuto padroni fino al suono della sirena. Daniel Hackett ha giganteggiato in attacco e ai meno ispirati Paiola e Mannion è toccato sacrificarsi nel cancellare o almeno offuscare le fonti del gioco spagnolo. Punti d’oro per una squadra che non fa mistero di puntare a quel massimo traguardo sfuggitole di un’inezia nella scorsa stagione.
In sintesi: il basket italiano in Europa, finalmente, torna a fare la voce grossa.