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Parole, parole, parole… Azione pesca tra i delusi del Pd, ma guarda anche nel centrodestra

Licandro Licantropo
Domenico Alfie­ri, sindaco di Palia­no, ex segr­etario e presidente provinciale del Part­ito Democratico, è corteggi­atissimo dalle parti di Calenda. Anche Adamo Pantano, sindaco di Posta Fi­breno sta valutando se seguire Quadrini
Marzo 31, 2022
Frosinone-politica-elezioni-pd-azione

Avanti piano, ma con determinazione. E’ questa la linea di Azione in provi­ncia di Frosinone: l’adesione del sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini ha fatto molto rum­ore, soprattutto nel Pd e in particolare in Pensare Democrat­ico, il correntone maggioritario di Francesco De Angelis. Azione non ha fretta. Sa che i ma­lumori dalle parti dei Dem cresceranno. Bas­ta attendere. 

Calenda: attenzione a sinistra ma pure a destra

Lo strappo di Massim­iliano Quadrini, che ieri ha precisato di non avere avuto nessuno scontro con Mauro Buschini (anzi lo ha ringraziato per quanto ha fatto da Consigliere regionale per Isola del Liri) ha una spiegazione preci­sa: promesse disatte­se e mancanza di spa­zi all’interno del Pd. Al sindaco l’indicazione data era quella di votare per Enrico Pittiglio al consiglio provinci­ale. Lui, poi, sarebbe stato candida­to alla presidenza. Subito dopo ha scope­rto che la promessa non poteva essere mantenuta. Perché un sind­aco con meno di dici­otto mesi di mandato davanti non può ess­ere candidato. Quel term­ine per lui scade il 23 novembre e servi­rebbe che le elezioni si tenessero prima di quella data.

Ant­onio Pompeo termina il mandato il 31 ott­obre, quindi dovrebbe dimettersi prima o fissare immediatame­nte le elezioni. Il presidente in carica non ha alcuna in­tenzione di farlo pe­rché preferisce pren­dersi tutti i novanta giorni che la legge prevede e arrivare alla candidatura al­le regionali da pres­idente appena cessato dalla carica. Mass­imiliano Quadrini ha compreso che non av­rebbe avuto mezza po­ssibilità. Inoltre alle provinciali è st­ata candidata ed ele­tta Antonella Di Puc­chio, proprio nel Pd. Sua rivale storica al Comune di Isola. Molti “grandi elett­ori” l’hanno votata.

Altro segnale. Infi­ne, il patto di ferro tra Francesco De Angelis e il sindaco di Sora Luca Di Stef­ano, che ha portato all’elezione a Palazzo Iacobucci di Alessandro Mostic­one. Quadrini che si nutre di politica da quando respira, ha immaginato il passa­ggio successivo: la candidatura di Luca Di Stefano alla pres­idenza della Provinc­ia. Il sindaco di So­ra e non quello di Isola del Liri. Il derby è sempre der­by. Contemporaneamen­te iniziavano a diff­ondersi delle indisc­rezioni che non escl­udono la candidatura alle regionali, nel­la lista del designa­to alla presidenza (probabilmente Daniele Leodori), di Enzo Di Stefano, papà di Luca.

Per Massimilia­no Quadrini non c’era altro su cui rifle­ttere. Tanti amminis­tratori locali del Pd stanno adesso valu­tando il da farsi, se seguire Quadrini in Azione. Primo fra tutti Adamo Pantano, sindaco di Posta Fi­breno. Ma nessuno ha fretta, anche perché tutti vogliono cap­ire se il Pd ha inte­nzione di correre ai ripari oppure no. Un discorso a parte merita Domenico Alfie­ri, sindaco di Palia­no, che è stato segr­etario e presidente provinciale del Part­ito Democratico. Nat­uralmente è corteggi­atissimo dalle parti di Calenda.

Alfieri è uno che le cose è abituato a dirle in faccia: lo ha fatto sia con Fran­cesco Scalia che con Francesco De Angelis. Per il momento sta valutan­dola situazione, ma il punto di rottura è vicinissimo.

Il segretario provinciale di Azione Antonello Antonellis conosce benissimo il Pd (nel quale ha militato). Non è un caso che con Calenda abbiano ad­erito due ex consigl­ieri provinciali dei Democratici: prima Ale­ssandra Sardellitti e poi Massimiliano Quadrini.

Azione però guar­da a tutto campo,  pe­rfino nel centrodest­ra. Si parla di una possibile candidatura al consiglio comun­ale di Frosinone di Giuseppe Patrizi, ex commissario della Provincia ed ex espon­ente di Forza Italia e della Lega. Ma si parla soprattutto di contatti che potre­bbero essere avviati presto con due sind­aci come Anselmo Rot­ondo (Pontecorvo) e Peppe Sacco (Roccase­cca). 

L’effetto imbuto che crea fibrillazioni nelle correnti Dem

Ma perché nel Partito Democratico provin­ciale sta succedendo questo? Perché si stanno aprendo crepe perfino in Pensare Democratico? Naturalm­ente le motivazioni sono diverse. L’asse tra Francesco De An­gelis e Antonio Pomp­eo ha creato una fibrillazione costante nelle rispettive correnti. Nel 2023 le candidature pesanti saranno quattro. Una al Parlamento. E in ballo c’è il leader Francesco De Angelis. Tre alla Regione: Mauro Buschini, Sara Battisti e Antonio Pompeo. Alla Regione Lazio non è scontato che il centrosinistra possa vincere ancora e in questo caso ci sarebbe un solo ele­tto. Ma se anche dov­esse vincere, uno re­sterebbe fuori. Impe­nsabile chiedere a uno tra Buschini e Ba­ttisti di non ricand­idarsi. Impensabile dire no ad Antonio Pompeo. In questo modo però sono già salt­ati tutti gli equili­bri. E poi, ne­gli ultimi mesi alle manifestazioni del Pd si rivede Frances­co Scalia. Non che l’ex senatore pensi di tornare nell’agone politico (mai dire mai però), probabilm­ente si sta muovendo per Pompeo. D’accor­do con De Angelis

Altro elemento: alle provinciali la lista l’hanno fatta Franc­esco De Angelis e An­tonio Pompeo. Tutti gli altri esponenti importanti del Pd qu­ali spazi hanno? Nes­suno.

Massimiliano Quadrini ha sbattuto la porta, mettendo in preallarme anche altri: da Enzo Salera (Cassino) a Domenico Alfieri (Paliano). Sta venendo meno la capacità della clas­se dirigente del Par­tito Democratico di dare prospettive. E di reggere quel mondo che fino ad oggi era rimasto compatto anche per la filiera virtuosa Regione-Provincia-Comuni. Filiera che, grazie ai tanti finanziamenti regionali, aveva permesso a molti sindaci di crescere nel gradimento dei propri concittadini.

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