I nuovi equilibri del Pd si stanno disegnando sul campo (stretto) e con i fatti. Una presenza, un’assenza e un incontro a cena durante e dopo la manifestazione per la presentazione del libro di Walter Veltroni (a proposito: il titolo “La scelta” è apparso quantomai evocativo anche in chiave locale) danno compiutamente il senso del momento.
L’iniziativa si è svolta a Ferentino e il padrone di casa era Antonio Pompeo, fondatore dell’associazione Volume, presidente della Provincia, sindaco di Ferentino e leader locale di Base Riformista. In prima fila c’era il consigliere regionale e vicepresidente del partito nel Lazio Sara Battisti. Non si è visto invece l’altro consigliere regionale Mauro Buschini. Francesco De Angelis è arrivato ad evento finito per via di impegni a Roma: è il presidente del Consorzio industriale regionale. Ma De Angelis è giunto in tempo per un incontro a cena con Antonio Pompeo. Particolare molto importante.
Assi, ticket e malumori striscianti
C’è chi comincia a dire ad alta voce che non si meraviglierebbe di un ticket tra Sara Battisti e Antonio Pompeo alle prossime regionali. Sono lontani i tempi della contrapposizione durissima tra i due, quando per esempio Sara Battisti chiedeva a Pompeo di togliere le deleghe alla presidenza del consiglio provinciale a Daniele Maura (Fratelli d’Italia), per via di alcuni post sul gay pride. Sia Sara Battisti che Antonio Pompeo saranno candidati alle regionali. Ma si illude chi pensa di non dover fare i conti con Mauro Buschini, numero due di Francesco De Angelis in Pensare Democratico. Buschini sarà candidato alle regionali e all’interno del “correntone” rimane forte e piazzato. Inoltre in tanti, proprio in queste ore, ripetono che i rapporti tra De Angelis e Buschini rimangono estremamente saldi. Però l’asse tra De Angelis e Pompeo è ormai un dato di fatto. Anche se non sempre trasforma in oro tutto ciò che tocca. Certamente ha prodotto l’elezione di 4 consiglieri provinciali, ma c’è anche un rovescio della medaglia. Tre dei quattro consiglieri provinciali della scorsa legislatura sono usciti dal Pd: Massimiliano Quadrini e Alessandra Sardellitti sono andati in Azione. Il primo era un fedelissimo di De Angelis, la seconda di Pompeo. Precedentemente era uscito dal partito pure Germano Caperna, attuale responsabile provinciale di Italia Viva di Matteo Renzi, in coabitazione con Valentina Calcagni. Segnali davanti ai quali non si può fare “spallucce”.
De Angelis e Pompeo, oltre alla definizione della lista alle provinciali, sono stati decisivi anche per l’elezione di Simone Costanzo presidente del Consorzio dei servizi sociali. Per le comunali di Frosinone stanno lavorando in tandem per convincere Michele Marini ad appoggiare Domenico Marzi con la sua lista civica. Insomma, c’è una obiettiva convergenza. Nel partito però non sono pochi coloro i quali si stanno interrogando sul da farsi, specialmente dopo lo strappo del sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini. Non solo Domenico Alfieri, ma pure Enzo Salera e Simone Cretaro. Un ticket tra Sara Battisti e Antonio Pompeo potrebbe rappresentare un segnale che in troppi potrebbero non capire. Sia in Pensare Democratico che in Base Riformista. Non di secondo piano l’esito delle elezioni comunali di Frosinone: una vittoria di Domenico Marzi darebbe a Francesco De Angelis una specie di “licenza di arbitrio”, mentre una sconfitta segnerebbe un ridimensionamento evidente del Campo largo con conseguenze sulle strategie messe in campo per politiche e regionali.
La palude del “Grande Centro”, un campo elettorale che non esiste
C’è chi si ostina a sognare un “grande centro”. Per esempio Mario Abbruzzese, dirigente di Cambiamo. Immagina una specie di laboratorio alle comunali di Frosinone. Magari con l’Udc e perfino con Forza Italia. In realtà non esiste una soluzione del genere, semplicemente perché non ci sono i voti. A Frosinone, come già successo ad Alatri, a Sora e perfino alla Provincia, nel centrodestra la sfida sarà tra Fratelli d’Italia e ciò che rimane della Lega. Impossibile pensare anche ad “ammucchiate” da Prima Repubblica. Sognando campi sterminati con Azione e Italia Viva. Non succederà. Intanto perché anche in questo caso non ci sono i voti e poi si continua a non capire la vera strategia di Carlo Calenda. Il quale non parla di “grande centro”. Calenda dice che lui è un riformista che non chiude le porte al Pd, ma che allo stesso tempo non può stare nella stessa coalizione con i Cinque Stelle. Guarda pure nella direzione del centrodestra, ma con uno schema moderno.
Non consociativo, non nostalgico, non da inciucio permanente effettivo. Tanto è vero che a Frosinone Azione, con la brillante Alessandra Sardellitti sostiene Mauro Vicano, non Domenico Marzi. Carlo Calenda ha una strategia precisa e maneggia con cura ed attenzione la strategia delle alleanze. Chissà, a determinate condizioni potrebbe perfino candidarsi alla presidenza della Regione.
Incertezze e dubbi nelle candidature dei big di centrodestra
Pure il centrodestra fatica a ultimare le liste a Frosinone. Per esempio il capogruppo della Lega Danilo Magliocchetti non ha ancora deciso se sarà candidato al consiglio comunale oppure no. Probabilmente alla fine ci sarà, ma se uno come lui deve riflettere vuol dire che non va tutto benissimo. In Forza Italia non ci sarà il consigliere uscente Riccardo Masecchia, che sul piano politico ha sempre avuto un asse con l’ex assessore regionale Alessandra Mandarelli, che è data in campo nella Lista Marzi. Impossibile per Masecchia ripresentarsi con Forza Italia. Non sarà candidato neppure il portavoce cittadino di Fratelli d’Italia Fabio Tagliaferri, uno dei “signori” delle preferenze. Ma la sua situazione è diversa: Fabio Tagliaferri si sta dedicando completamente allo svolgimento del ruolo politico. Lui non ci sarà, ma nella lista di Fratelli d’Italia ha riportato gente come Paolo Fanelli (ex sindaco), Fabio Bracaglia (bandiera della destra frusinate), Daniele Colasanti, Tonino De Luca e tantissimi altri. Fabio Tagliaferri ha l’ambizione di vedere Fratelli d’Italia al primo posto tra i partiti del capoluogo. Ha rimesso al primo posto la politica.
Intanto ieri ha ufficializzato la sua candidatura nella Lista Marzi uno dei più noti commercianti della città: Antonio Bottini. L’imprenditore che si è sempre battuto su diverse tematiche come rappresentante di categoria è stato sempre molto critico nei confronti di Nicola Ottaviani. Contestandogli una serie di scelte sulla quali il primo cittadino ha mostrato grande intransigenza. Su tutte, le isole pedonali nel centro storico e le rotatorie di Piazzale De Matthaeis.
Coraggio, questo sconosciuto in consiglio comunale
Seguendo i lavori della seduta di mercoledì sera c’era solo da annoiarsi. Se c’è una cosa che non ha funzionato in questi ultimi dieci anni è proprio il consiglio comunale di Frosinone: dibattiti lenti, scontati, banali. Oltre il compitino non si va. La maggioranza di centrodestra è stata sempre e soltanto preoccupata di evitare dibattiti che potessero compromettere l’approvazione delle delibere. Le opposizioni non hanno mai messo in difficoltà la coalizione di Ottaviani. Il livello va assolutamente alzato. In consiglio comunale si discute e magari si litiga pure. Ascoltando la discussione sul biodigestore gli interventi sembravano quelli di un paesino del profondo sud degli anni ’80.
Disinformazione, luoghi comuni, richiamo a statistiche inventate, informazioni prese su google. Mai un richiamo alla necessità di un’impiantistica moderna “a servizio” del territorio e non “contro” il territorio. Mai considerazioni del tipo che ormai qualunque impianto, con determinate caratteristiche costruttive, può essere realizzato in ogni territorio. Come se il ciclo dei rifiuti dovesse chiudersi sempre altrove. Della serie: il coraggio, questo sconosciuto.