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A grandi passi verso il punto di rottura

Massimo Pizzuti
Al Comune di Frosinone (il capoluogo) il presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri ha messo sul tavolo tutte le questioni che andrebbero risolte. Ma la tendenza è quella di fare finta di nulla. In realtà la maggioranza di centrodestra, che ha perso per strada 8 consiglieri, non esiste più. Senza una vera scossa l’Amministrazione Mastrangeli si avvierà al capolinea.
Dicembre 10, 2024
Mastrangeli e Tagliaferri

Tutto è meno che normale. Al Comune di Frosinone il presidente del consiglio Massimiliano Tagliaferri si è detto pronto a dimettersi (da presidente e da consigliere) se le cose non cambieranno rapidamente. Spiegando di essere in disaccordo con il sindaco Riccardo Mastrangeli sull’intera impostazione dell’azione amministrativa ma pure politica. A questo punto, comunque vada a finire tale vicenda, il centrodestra dovrebbe (ma non lo farà mai) fermarsi un attimo a riflettere su quello che è accaduto in due anni e mezzo di consiliatura. Dalla maggioranza hanno preso le distanze definitivamente otto consiglieri, due dei quali sono di Forza Italia, un partito cardine della coalizione: Pasquale Cirillo e Maurizio Scaccia. Un “caso” destinato ad esplodere prima o poi, perlomeno a livello regionale, visto che Frosinone è un capoluogo. Quindi tutti e tre gli eletti nella Lista Mastrangeli, quella di diretto riferimento del primo cittadino: se Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella sono formalmente rimasti nella civica, Francesco Pallone è uscito sbattendo la porta per approdare nel gruppo FutuRa. Del quale fanno parte anche Giovambattista Martino e Teresa Petricca, elementi di punta in campagna elettorale della Lista Ottaviani, l’ex primo cittadino. Infine c’è Giovanni Bortone (Lega). Siccome 22 – 8 fa 14, il centrodestra non avrebbe la maggioranza senza i 3 voti garantiti da altrettanti esponenti eletti nelle opposizioni: mentre Francesca Campagiorni fa adesso parte di Fratelli d’Italia, Claudio Caparrelli (Polo Civico) e Andrea Turriziani (Lista Marini) hanno mantenuto l’appartenenza al gruppo. Al tirar delle somme, non è più possibile parlare di maggioranza di centrodestra. C’è un’alleanza trasversale della quale fa parte anche la lista di Gianfranco Pizzutelli che dopo l’intervista di Tagliaferri ha drizzato le orecchie ed è pronto a chiedere un posto in giunta per uno dei suoi.
La netta e forte presa di posizione di Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani) non è soltanto la goccia che rischia di far traboccare il vaso, ma rappresenta invece la certificazione che si è arrivati ad un punto di non ritorno. Massimiliano Tagliaferri sul tavolo ha messo tutto: la linea politica, le decisioni amministrative, il raccordo tra giunta e consiglio, la condivisione delle strategie. Facendo emergere che adesso c’è una maggioranza profondamente diversa da quella che era stata legittimata dal voto degli elettori. Tutto questo è avvenuto senza che ci sia mai stata una riflessione approfondita del sindaco con i gruppi consiliari e perfino con i partiti e le liste civiche che lo hanno sostenuto dall’inizio. Quello di Massimiliano Tagliaferri non è un ultimatum, ma un avviso ai naviganti. Il presidente del consiglio comunale ha parlato di luci. Ma quelle che non vede accese in maniera giusta sono quelle di alcune posizioni di rilievo della giunta che a suo avviso vanno cambiate. Sostituite. Come farebbe un buon elettricista… Subito, senza tentennamenti. Altrimenti per il Sindaco forse non sarà il panettone a diventare un miraggio ma la colomba lo diventerebbe sicuramente.
Come dire: attenzione, così andiamo a sbattere definitivamente. Fare finta di niente servirà soltanto a far precipitare la situazione.

IL CONGRESSO DEMOCRAT A FROSINONE

Tutti aspettano l’annuncio di Francesco De Angelis, al quale la componente AreaDem ha chiesto di candidarsi per la segreteria della federazione provinciale del Pd. Lui si è preso qualche giorno di riflessione e di analisi prima di sciogliere la riserva, ma nel Pd tutti sono perfettamente consapevoli di una cosa: se De Angelis opterà per il sì, poi non potranno esserci trattative per trovare una soluzione differente. La sua storia politica è talmente importante che uno scenario del genere non esiste. A quel punto si spalancherebbero le porte ad un congresso di “conta” vera e propria. Con Luca Fantini praticamente già in corsa per Rete Democratica di Sara Battisti, con Danilo Grossi a rappresentare l’area di Elly Schlein. E con Antonio Pompeo (Base Riformista) possibile ago della bilancia. Lo stesso De Angelis, alla riunione di AreaDem, ha individuato nelle elezioni comunali di Ceccano l’appuntamento politico più importante nel breve periodo. A Ceccano però il partito ha “sfumature” diverse. Sia Emanuela Piroli che Andrea Querqui aspirano a candidarsi a sindaco. Maurizio Cerroni propone le primarie perché in realtà non è entusiasta di nessuna delle due ipotesi. In ogni caso non sono certamente le comunali di Ceccano la vera posta in palio. Da anni il Pd locale non tocca palla quando si vota per Camera e Senato. Mentre invece, attraverso le preferenze, ottiene sempre risultati ragguardevoli alle regionali: due eletti nel 2018 (Mauro Buschini e Sara Battisti), uno nel 2023 (Sara Battisti). Nel primo caso vinse il centrosinistra di Zingaretti, nel secondo il centrodestra di Rocca. E’ alle candidature alle regionali che tutti guardano.

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