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Acqualatina, gestione “scarsa”. I Grillini chiedono a Zingaretti di svolgere controlli e verifiche

Cesidio Vano
Interrogazione della consigliera Pernarella, che denuncia anche le perdite eccessive dalla rete idrica
Luglio 7, 2022
Nicola Zingaretti

Acqualatina nel mirino dei 5 Stelle, che in Regione presentano un’interrogazione al presidente Nicola Zingaretti, dopo la pessima performance dell’azienda a maggiorana pubblica che gestisce il servizio idrico integrato nella provincia pontina, chiedendo lumi in merito alla “qualità delle acque nella provincia di Latina e del servizio offerto dal gestore dell’Ato 4 Acqualatina Spa”.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la valutazione fatta nelle scorse settimane dall’Arera, l’authority nazionale di vigilanza sul servizio idrico, della società di viale Pier Luigi Nervi, che è stata collocata nella classe “scarsa” in riferimento a diversi parametri (perdite idriche, interruzione di servizio idrico e qualità acqua erogata) mentre in riferimento al parametro “adeguatezza del sistema fognario”, lo stesso gestore non ha fornito alcun dato.

La consigliera Giulia Pernarella ha quindi preso carta e penna per indirizzare un articolato atto ispettivo al Governatore del Lazio con cui chiede di conoscere “le attività di controllo, che sta mettendo in campo la Regione sul gestore del servizio idrico dell’ATO, riguardo l’ultimo rapporto qualità ARERA (Autorità Nazionale di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente) in particolare sui parametri: M1 (perdite idriche), M2 (interruzione di servizio idrico), M3 (qualità acqua erogata) M4 (adeguatezza del sistema fognario)”. L’occasione è stata utile anche per chiedere al presidente Zingaretti chiarimenti sullo stato di attuazione della famigerata legge regionale n.5 del 2014 con cui l’Aula della Pisana – non senza tragiche sbandate ed errori colossali, su spinta dei comitati dell’acqua pubblica e di diverse amministrazioni comunali – aveva inteso riorganizzare gli Ato e il servizio idrico su tutto il territorio regionale anche al fine di una sua ripubblicizzazione ed un maggior coinvolgimento dei cittadini nella gestione idrica. Otto anni dopo quella legge, votata all’unanimità, e annunciata da tutti come una panacea, si è ad un imbarazzante punto morto, tanto che di recente, intervenuto a Cassino e interrogato sull’argomento, Zingaretti ha preferito girare i tacchi e non fornire alcuna risposta. Chissà se lo farà ora difronte ad un atto formale del Consiglio regionale.

Al riguardo della legge 5/2014, nell’interrogazione depositata presso la presidenza del Consiglio, la consigliera 5 Stelle sottolinea che “ad oggi non sono stati eseguiti gli adempimenti previsti ed in particolare mancano ancora: il Piano di sicurezza delle acque destinate al consumo umano; la Banca dati sulla gestione delle risorse idriche; il Regolamento della Giunta regionale riportante i criteri e le modalità di assegnazione delle risorse di cui all’articolo 7; la definizione dei bacini idrici per la riorganizzazione della gestione del S.I.I. nelle modalità del rispetto delle conformazioni orografiche del territorio previste nella norma regionale”.

Nella sua interrogazione, l’esponente grillina evidenzia anche come “a seguito della dichiarazione dello stato di calamità naturale del giugno 2017 da parte del Presidente della Regione Lazio, nell’Agosto 2017 il Governo erogava in favore della Regione la cifra di 19 milioni di euro volti ad arginare l’emergenza ma questo non ha prodotto un miglioramento della dispersione idrica, tutt’altra, tanto è vero che dal rapporto ISTAT annuale del 22 marzo 2022 (pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua) viene evidenziato che in provincia di Latina la perdita rispetto all’acqua immessa in rete si attesta al 70,1% (63% nel 2016, 70% nel 2017 72% nel 2018), dato intollerabile non solo in termini di spreco della risorsa idrica, compromissione della salute pubblica, danni economici alla collettività ma anche per un sistema industriale che dovrebbe rispettare i principi di efficienza, efficacia ed economicità propri di un servizio pubblico”.

Nell’atto ispettivo viene ricordato anche che “nel corso degli anni in occasione di eventi meteorologici a carattere di rovescio, si sono verificati episodi di torbidità delle acque in tutti i comuni del Sud Pontino tanto da rendersi necessario il ricorso al posizionamento di autobotti sostitutive tese a garantire il servizio idrico anche, vedi analisi ARPA del dicembre 2019, causa la presenza di valori della carica batterica “Escherichia Coli” al di sopra dei limiti di legge” e che con la recente “decretazione dello stato di calamità naturale” dichiarata dal Presidente della Regione Lazio “vengono meno tutte le garanzie previste dalla Carta dei Servizi sollevando da ogni responsabilità sulla qualità del servizio idrico integrato i gestori”.

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