Sarà stato pure “informatissimo” della decisione del sindaco di Roma Roberto Gualtieri di voler realizzare un termovalorizzatore, ma di fatto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti dovrà adesso modificare il piano rifiuti. Indipendentemente dalla via di uscita offerta dal Governo Draghi, che attribuirà a Gualtieri (come commissario per il Giubileo) poteri speciali e in deroga per realizzare l’impianto. In gioco però c’è dell’altro: il riposizionamento all’interno del Pd.
Leodori in pole per il dopo-Zingaretti ma De Biase è più di un’idea
L’affresco è questo: Roberto Gualtieri e Claudio Mancini da una parte, Nicola Zingaretti da un’altra, Goffredo Bettini sullo sfondo, Dario Franceschini e Bruno Astorre ormai fissi in prima fila. Con il placet di Enrico Letta. Indicativo un articolo apparso su Il Foglio su un pranzo (all’hotel Ergife) di autofinanziamento del Pd romano: “Per il dopo Zingaretti le correnti del Pd sono divise. Gli zingarettiani vorrebbero che a prendere il posto del governatore sia l’assessore alla sanità Alessio D’Amato, mentre AreaDem, la corrente franceschiniana che nel Lazio è guidata dal segretario regionale Bruno Astorre, spinge per due nomi: il vicepresidente della Regione Daniele Leodori e l’ex presidente della Provincia Enrico Gasbarra. Ma tanti dei presenti al pranzo giurano che la carta coperta sia in realtà un’altra, una donna appunto, la consigliera regionale e moglie del ministro della Cultura e capo di AreaDem, Michela Di Biase”.
Un dato politico appare certo, visto pure che nessuno parla più di primarie: il candidato alla presidenza della Regione sarà espressione della corrente di Dario Franceschini e Bruno Astorre. Con il placet di Enrico Letta e il via libera anche di Claudio Mancini e Roberto Gualtieri. Goffredo Bettini stavolta appare in terza fila, Nicola Zingaretti non andrà allo scontro.
Il nome del vicepresidente Daniele Leodori resta quello più forte, anche per la capacità di aggregazione e per gli ottimi rapporti che è riuscito a coltivare con tanti amministratori, anche non esattamente allineati nel centrosinistra. In ogni caso nel Pd romano e laziale all’orizzonte si vede un cambio di prospettiva rilevante, con l’asse destinato a spostarsi al centro dopo anni di predominio dell’ala sinistra, che comunque resta molto influente.
Non disturbate il manovratore De Angelis
In provincia di Frosinone le rivoluzioni all’interno dei Democratici di Sinistra prima e del Partito Democratico dopo hanno spesso avuto effetti limitati. Per un motivo: l’area di Francesco De Angelis, da sempre maggioritaria, ha rappresentato costantemente il contenitore in grado di allineare il partito sia a livello nazionale che regionale.
Perfino negli anni del dualismo con Francesco Scalia, sul piano politico la linea prevalente è stata soltanto quella di Pensare Democratico. Francesco De Angelis all’inizio era schierato con Massimo D’Alema, ma negli anni la sua area ha sostenuto la leadership di Matteo Renzi dopo che in precedenza si era posizionata in appoggio a Ignazio Marino. C’è stato quindi il periodo della confluenza nel gruppo guidato da Matteo Orfini, prima dello spostamento a favore di Nicola Zingaretti.
Adesso però la situazione sta ulteriormente cambiando, non soltanto perché da oltre un anno il Governatore non è più il segretario nazionale del partito. L’avvicinamento tra De Angelis e Astorre è nato durante il congresso vinto da Zingaretti con il progetto della Piazza Grande. Da qui a un anno è destinato a rinsaldarsi e Pensare Democratico, per esempio, sosterrebbe Daniele Leodori senza pensarci un attimo. Ma sono le sfumature che faranno la differenza.
Francesco De Angelis cercherà di ottenere una candidatura in Parlamento in posizione utile per essere eletto e sa che questo vorrebbe dire mettere sul piatto la guida del potentissimo Consorzio industriale regionale. Un elemento del genere sul tavolo delle trattative politiche avrebbe un peso notevole, forse decisivo. Sara Battisti ormai si muove (bene) da sola: ottimi rapporti con De Angelis, ma pure con Astorre, Leodori e Gualtieri. E tendenza a decidere autonomamente. Non avrà problemi per opzionare la conferma alla Regione.
Mauro Buschini per anni è stato il “secondo” di De Angelis all’interno di Pensare Democratico, poi ha perso un po’ di terreno. Anche lui guarda favorevolmente l’opzione Leodori per la successione a Zingaretti e alla fine De Angelis lo rimetterà in pista per le regionali. Specialmente se si dovesse votare lo stesso giorno delle politiche. Il nodo di Buschini è rappresentato dalla sua azione sul territorio, che da qualche mese tende a creare problemi all’interno del partito. Per esempio a Ferentino, dove Buschini sostiene la manovra di Piergianni Fiorletta sotto la regia di Domenico Alfieri. Manovra ostile nei confronti del presidente della Provincia e sindaco Antonio Pompeo, che da mesi ha un accordo programmatico forte con De Angelis che interessa tutta una serie di Comuni. A Frosinone, infatti, Pompeo ha messo in piedi la Lista Marini.
In campagna elettorale (soprattutto quando c’è di mezzo il suo destino) De Angelis non vuole tensioni e spaccature. Mauro Buschini dovrà tenerne conto. E’ per il futuro quello che tra Pensare Democratico e Area Dem è sono un avvicinamento potrebbe trasformarsi in rapporto molto più strutturato.