Partito l’iter sulla proposta di legge per il recupero di vani e locali nelle aree rurali. La proposta di legge ha nelle finalità quella di creare un circolo virtuoso che, attraverso il recupero e la rigenerazione di stabili e pertinenze in disuso, favorisca il riuso abitativo come prima casa o di locazione per giovani. “Rilanciare e valorizzare le zone rurali- dichiara Orlando Angelo Tripodi, presidente commissione Lavoro alla Pisana- è possibile partendo dal recupero di tutti quei fabbricati una volta destinati e/o asserviti funzionalmente alle attività agricole oggi dismesse, edifici non più utilizzati per le finalità per cui erano stati realizzati, spesso ridotti a ruderi e inutilizzabili. La cessazione di molte attività agricole ha avuto come risvolto lo spopolamento delle aree rurali, una parte fondamentale della nostra identità e del nostro potenziale economico. La mia proposta di legge, ha nelle finalità quella di invertire la tendenza allo spopolamento di dette aree, creare un circolo virtuoso che, attraverso il recupero e della rigenerazione di stabili e pertinenze in disuso, favorisca il riuso abitativo come prima casa o di locazione per studenti e giovani”.
LA SPINTA DALL’EUROPA
Sul tema c’è anche un chiaro intervento della Commissione Europea laddove propone un Patto rurale e un Piano d’azione rurale con l’obiettivo di rendere le zone rurali più forti, connesse, resilienti e prospere. “La legge sulla rigenerazione urbana, figlia della legge Piano casa regionale -prosegue Tripodi- non ha mai tenuto in considerazione le zone rurali in generale. In passato, infatti, si è spesso legiferato sulla possibilità di ampliare fino a 70mq abitazioni esistenti, ma non sul riqualificare gli annessi dismessi non più funzionali alle aziende agricole. Beni che possono invece avere una seconda vita come abitazioni a servizio dei figli del vecchio coltivatore, perseguendo il duplice obiettivo di prevenire il consumo di suolo e allo stesso tempo il rilancio e popolamento delle aree rurali. Il suolo è la nostra risorsa fondamentale per la vita, oggi ne abbiamo sempre più contezza, anche della sua vulnerabilità. Con questa proposta noi vogliamo ottenere più risultati: il ripopolamento delle zone rurali grazie anche a politiche di housing sociale; l’abbattimento dei costi per gli insediamenti di giovani famiglie, il recupero da un punto di vista energetico e statico del patrimonio immobiliare esistenti nelle zone agricole. E’ chiaro che detti edifici andranno adeguati con le nuove norme in materia di adeguamento sismico e efficientamento energetico, così come previsto dall’ultima direttiva europea Casa Green che entrerà in vigore nel 2030, ed è per questo che gli adeguamenti statici e di efficientamento energetico, nella proposta di legge sono vincolanti. Infine, non meno importante, ci sono i risvolti economici anche per le casse dei comuni, tutti questi interventi, soggetti al pagamento degli oneri ordinari di urbanizzazione, previsti dalla norma, porteranno liquidità nelle casse dei comuni che dovranno reinvestirli in opere di urbanizzazione primaria e secondaria”.