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Alessio D’Amato: anche la Corte dei Conti boccia la gestione sanitaria, a Latina si cercano i letti ‘spariti’

Marco Battistini
Ieri a Latina, il candidato governatore del Lazio, ha partecipato all’inaugurazione della sede del comitato elettorale dei due candidati del Partito Democratico, Salvatore La Penna e Enrica Onorati
Gennaio 16, 2023
Alessio D'Amato (Foto: Facebook/D'Amato)

“Voglio vincere, dopo avere contrastato il Covid queste elezioni non mi fanno paura perché in questi anni abbiamo fatto un gran lavoro”. Queste le parole del candidato alla presidenza della Regione Lazio Alessio D’Amato che ieri a Latina ha partecipato all’inaugurazione della sede del comitato elettorale dei due candidati del Partito Democratico Salvatore La Penna e Enrica Onorati.

ALESSIO D’AMATO: BILANCIO DISASTROSO

Ma soprattutto Alessio D’Amato ha voluto sottolineare il ‘gran lavoro’ fatto da lui in questi anni: “Abbiamo ereditato dal centro destra un default finanziario nella sanità e siamo riusciti a rimettere i conti a posto”.

Eppure i numeri della gestione D’Amato non convincono. E a sostenerlo non è solo la coalizione di centrodestra, quanto il massimo organo di giustizia contabile: la Corte dei Conti. Nel Lazio la spesa sanitaria passa da 10,8 mld del 2012 a 11,8 del 2021. Con un aumento consistente in questi ultimi anni. Infatti nel periodo 2012-2018 si è mantenuta costante intorno a 10,8 Mld, nel 2020 l’impennata a 11,4 per arrivare a 11,8 nel 2021.

DISAVANZO IN CRESCITA

Certamente la pandemia ha influito parecchio sui conti ma nel Lazio, avrebbe influito anche lo sblocco del turn over e le nuove assunzioni che hanno cominciato a far lievitare la spesa. In questi anni il blocco, che ha causato una diminuzione di oltre 10 mila operatori sanitari nel Lazio, è stato l’unico strumento di contenimento della spesa. Mentre subito dopo il commissariamento occorreva una vera e propria riforma strutturale del sistema sanitario che non c’è stata.

Non solo, ma se si leggono le tabelle e i numeri smentiscono la propaganda, si vede che l’azzeramento del disavanzo è stato dovuto quasi interamente al blocco del turn over e all’aumento del fondo sanitario negli anni 2012-2018. Fondo che è passato da 10,3 mld del 2012 a 11,6 mld del 2021. Tanto per essere chiaro quando la nuova giunta Zingaretti si è insediata nel 2013 il disavanzo era pari a – 670 mln e le aliquote regionali erano pari all’1,73%. Nel 2013 la quota di fondo sanitario per la regione Lazio era pari a 10,04 mld, nel 2017 era pari a 10,682 mld di euro. Quasi 700 milioni in più dal Fondo sanitario, senza contare il riconoscimento dell’adeguamento Istat della popolazione che ha comportato una somma aggiuntiva al fondo di 376,6 milioni di euro.

Nella stessa relazione la Corte di Conti mette nero su bianco che la Regione Lazio registra ancora una mobilità passiva, sia interregionale che internazionale, molto più alta di quella della mobilità attiva. Le uscite per mobilità superano le entrate incidendo negativamente sul totale della spesa sanitaria regionale.
La mobilità sanitaria attiva per il 2021 è pari a 303.368.578 di euro rispetto alla mobilità passiva pari a 523.514.633 con un delta negativo a pari a oltre 220 milioni di euro. E alla fine la Corte dei Conti parifica il bilancio del 2021 ma con il rotto della cuffia, con molte osservazioni e riserve.

MISTERO OSPEDALE

In chiave pontina grida vendetta il caso del nuovo ospedale, che ha subito un ridimensionamento in termini di posti letto. La delibera Asl del 15 dicembre 2022, n. 1304, ha approvato l’ultima versione dello studio di fattibilità del nuovo ospedale di Latina che avrà complessivamente 524 posti letto, di cui solo 477 di degenza e 47 tra day hospital e day surgery. Il numero dei posti letto per acuti in provincia di Latina attualmente è di 712 pubblici e di 527 presso le case di cura accreditate, pari complessivamente a n.1239 posti letto.

Ai sensi del decreto ministeriale n.70 del 2015 lo standard di posti letto per acuti dovrebbe essere pari a 3 posti letto ogni mille abitanti; pertanto in base alla popolazione della provincia 567.439 (rilievo ISTAT del 21 dicembre 2022) ci dovrebbero essere 1.702 posti letto. Pur sottraendo da detta cifra il 5% per le alte specialità concentrate a Roma rimangono 1.617 posti letto.
La mancanza di posti letto complessivi si traduce nella mancanza di posti letto per le specialità. Anche quando venisse realizzato il nuovo ospedale seguiterebbero a mancare i posti letto proprio nel presidio ospedaliero più importante della provincia su cui grava più della metà della popolazione.

Il progetto del nuovo ospedale, donato dall’Ance Latina all’azienda sanitaria locale e firmato dal dottor Francesco Enrichens prevedeva 704 letti rappresentavano un dimensionamento adeguato per la struttura, ma la Regione Lazio ne ha chiesto la riduzione a 524 in base ad un decreto di Zingaretti n. U00257 del 2017, avente per oggetto: “Attuazione Programma Operativo” di cui al Decreto del Commissario ad Acta n. U00052/2017. I locali del pronto soccorso del nuovo ospedale saranno senza dubbio più ampi di quelli attuali, ma se mancheranno i posti letto di specialità le persone seguiteranno ad attendere ore e giorni aspettando che si liberi un posto nel reparto di destinazione.

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