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Alla Bit di Milano la grande assente è Latina. Un’occasione persa per un territorio ‘scollegato’ sul piano politico, economico e sociale

Marco Battistini
Febbraio 12, 2024

Dati recenti (Ecoslab, novembre 2023) confermano il notevole appeal turistico del Lazio, mosso in particolar modo dal ruolo attrattivo di Roma che, nel corso del 2023 ha saputo richiamare, presso le sue strutture ricettive, circa 35-38 milioni visitatori; una crescita evidenziata anche dagli arrivi e dalle presenze nel bimestre settembre–ottobre (EBTL): a Roma sono stati rispettivamente 3,3 milioni e 7,2 milioni con una crescita del 25,3% rispetto al 2022. Presupposti importanti per la crescita dell’intera regione in questo settore ci sono eccome.

BIT DI MILANO

In questi giorni si è svolta la Bit di Milano, la più importante fiera del turismo in Italia. All’interno dello spazio circolare di 350 metri quadrati della Regione, sono state ospitate numerose imprese del territorio e trattati tutti i temi inerenti al turismo del Lazio.

Per la Regione Lazio, erano presenti il presidente del Consiglio regionale, Antonello Aurigemma, il presidente della commissione Turismo e Cultura del Consiglio regionale, Luciano Crea, il direttore regionale, Paolo Giuntarelli. Saranno presenti, inoltre, le Camere di Commercio di Viterbo-Rieti e Frosinone-Latina che curavano due importanti Panel: quello sul turismo “dual use” e quello relativo al “Blue Tourism” Lazio come laboratorio per nuove esperienze turistiche sostenibili. Nell’anno dedicato al “Turismo delle radici” è stato rappresentato dal progetto Italea “il viaggio verso le radici” che si intrecciava col Panel dedicato all’80° anniversario della battaglia di Cassino e la Shoah in Ciociaria. Infine, si sono valorizzati diversi aspetti del territorio, come la scoperta dei borghi del Lazio, con panel dedicati alla Macchina di Santa Rosa di Viterbo, i mille volti di Bolsena, il palio del velluto di Leonessa, i comuni della Tuscia viterbese e Rieti e la sua valle santa.

L’ASSENZA DI LATINA

Nel carnet di luoghi da sostenere e pubblicizzare mancano proprio le località più rinomate della costa pontina. Evidentemente è mancata la sinergia tra istituzioni, associazioni di categoria e territorio. Le bellezze della provincia sono finite nel dimenticatoio. Con il litorale che incontra i Monti, il Parco Nazionale, i Giardini di Ninfa, ci si poteva inventare un percorso virtuoso, fatto di eventi, iniziative, progettualità. In questo viterbesi, ciociari e sabini si sono dimostrati un corpo unico. Al contrario il pontino appare politicamente ed economicamente un’area eterogenea e senza un unico filo conduttore. Eppure basterebbe poco per puntare sulla valorizzazione della nostra storia. Da troppo tempo manca una politica del turismo, attraverso iniziative che si potrebbero realizzare solo facendo sistema. La parola chiave, ancora una volta, è ‘fare sistema’. Ad oggi si tratta di un vocabolo sconosciuto a Latina e dintorni. Basterebbe mettere a sistema il territorio intorno a un’idea di turismo sostenibile. Roma è regina di arrivi, ma spesso i turisti non tornano. Dobbiamo attivare un meccanismo che li riporti per conoscere loro i territori intorno a Roma. Ma istituzioni, organizzazioni economiche e sociali devono essere convinti che per creare ricchezza occorrono idee e compattezza. Non sono sufficienti le buone intenzioni. Serve studiare, ‘fare rete’ e progettare. Ci sarà qualcuno in grado di realizzare tutto ciò nel pontino? 

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