Germano Caperna e Massimiliano Quadrini sono stati per anni punti fermi del Pd. Entrambi consiglieri provinciali nella stagione di Antonio Pompeo. Hanno scelto strade diverse quando hanno capito che alla fine non ci sarebbero stati spazi nelle elezioni che contano maggiormente: politiche, regionali, presidenza della Provincia. Adesso, per i soliti strani scherzi del destino, il Partito Democratico potrebbe sostenerli come candidati sindaci di Veroli e di Isola del Liri. Caperna nel frattempo è approdato in Italia Viva, con Matteo Renzi. Lui che non si è perso una edizione della Leopolda. A Veroli la situazione è complicata: Simone Cretaro è l’espressione di una coalizione nella quale il Pd è “azionista” alla pari di un mondo civico senza il quale da quelle parti non si vincono le elezioni. Un mondo civico che potrebbe dividersi oppure spostarsi in blocco. Specialmente se il centrodestra dovesse proporre una soluzione alternativa credibile, forte e radicata. Dovrà essere Simone Cretaro a prendere l’iniziativa. Le primarie non entusiasmano perché l’esperienza dimostra che lasciano sul campo “morti” e “feriti” politici. Nel Pd Francesca Cerquozzi e Assunta Parente potrebbero benissimo essere candidate a sindaco. Ma è necessaria una soluzione unitaria e Germano Caperna, obiettivamente, può tenere unita quella coalizione. Si sta cominciando a ragionare su soluzioni parallele. Per esempio la candidatura alle provinciali di Francesca Cerquozzi, con l’intera componente di Pensare Democratico schierata con lei. Per compattare il quadro.
A Isola del Liri non ci sono dubbi sulla ricandidatura a sindaco di Massimiliano Quadrini, ora dirigente di Azione con un endorsement importante da parte di Alessio D’Amato. Il Pd intende appoggiarlo comunque: ne sono convinti il presidente regionale del partito Francesco De Angelis, il segretario provinciale Luca Fantini, la consigliera regionale Sara Battisti. Mentre la componente di Antonio Pompeo vuole mettere in campo la consigliera provinciale Antonella Di Pucchio, avversaria irriducibile di Quadrini in quel di Isola del Liri. L’ennesima puntata di un derby infinito. Con Massimiliano Quadrini favorito. Tanti elementi di riflessione per il Pd, che ha perso gente come Germano Caperna, Massimiliano Quadrini, Adamo Pantano per l’incapacità di offrire possibilità concrete di giocarsi un ruolo importante. Ne è valsa la pena? No, considerando i risultati ma anche le scelte obbligate che si stanno prospettano in questo momento. Proprio su Caperna e Quadrini.
Per non parlare del Comune di Frosinone, dove si è deciso di rimuovere un’operazione che ha portato al siluramento in corsa di un esponente politico del calibro di Mauro Vicano. Il candidato sindaco doveva essere lui, Francesco De Angelis e Sara Battisti avevano convinto Angelo Pizzutelli al passo di lato per sostenere l’ex manager della Asl. All’improvviso tutto è cambiato in una notte, quando l’allora presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti sentenziò che bisognava andare avanti con il Campo largo insieme al Movimento Cinque Stelle. Per salvaguardare l’asse di ferro con Roberta Lombardi e Valentina Corrado alla Regione. Recentemente Giuseppe Conte ha detto di avvertire tutti i sintomi dell’orticaria se e quando sente parlare di Campo largo. Eppure su Mauro Vicano nessuna riflessione e zero tentativi di chiarimento della situazione da parte del Pd locale. Nonostante l’impegno che lo stesso Vicano ha sempre messo nella causa politica Democrat. Alla fine passa il messaggio di voler abbandonare al proprio destino chi ha lavorato e rappresentato il partito ad ogni livello. Discorso che vale anche per Antonio Pompeo, Michele Marini e, in parte, per Mauro Buschini. Non è soltanto colpa di un correntismo esasperato e personalistico. Mancano da tempo analisi politiche sulle situazioni che si sono verificate. Mentre si continuano ad accumulare sconfitte, nessuno si sofferma a cercare di capire per quale motivo il Pd di Francesco De Angelis e Francesco Scalia si è smarrito da tempo. Non riuscendo a ritrovare il filo.
Un fatto è certo: il fallimento politico di Nicola Zingaretti e le vicende successive della segreteria nazionale dei Dem alla fine hanno avuto ripercussioni pesanti e non gestibili a tutti i livelli: regionale e provinciale.
