Maratona per chiudere entro il 31 luglio l’assestamento di bilancio in Campidoglio. Oltre 4mila tra ordini del giorno ed emendamenti hanno caratterizzato il lavoro dell’aula. Obiettivo: approvare l’assestamento di bilancio 2024-2026, la variazione che ogni anno si fa inserendo nuove risorse finanziare a copertura dei servizi essenziali e delle opere da realizzare sul territorio capitolino. Restano una ventina di emendamenti, per i quali l’opposizione ha 30 minuti di tempo per l’esposizione. Poi le dichiarazioni di voto e l’approvazione. La presidente della commissione bilancio, Giulia Tempesta, entra più nel tecnico: “Questa manovra segue l’ottica del lavoro iniziato con il bilancio dello scorso anno, fatto di maggiore programmazione, un lavoro serio degli uffici, maggiore accertamento delle risorse, lotta all’evasione. Il Governo taglierà, in cinque anni, oltre 120 milioni di euro e nonostante ciò Roma Capitale copre i servizi. Peccato non poter andare oltre e dare seguito a una virtuosità già messa in campo. L’ostruzionismo? E’ legittimo, ma già abbiamo dato una risposta mostrando presenza totale durante tutta la notte e la mattina. Da parte delle opposizioni un modo di fare pretestuoso e antistorico, anche perché molti ordini del giorno neanche li hanno votati, non erano proprio in aula”. Morbida la posizione del gruppo del M5S e della Civica Raggi. Paolo Ferrara lancia una stoccata al centrodestra: “Potevano fare opposizione nei primi due anni di mandato invece di svegliarsi questi due giorni con 4mila ordini del giorno. Noi ne abbiamo presentati due o trecento, cose mirate senza strumentalizzare. Cosa decideremo sull’assestamento? Ci asterremo. L’importante è che si coprano i servizi essenziali, al netto dei tagli praticati dal governo Meloni”.
OPPOSIZIONE ALL’ATTACCO
Stavolta le opposizioni hanno fatto, in pieno, il loro lavoro. A guidare l’ostruzionismo Fratelli d’Italia e Noi Moderati-Forza Italia, alleati al Governo del Paese e in Regione Lazio, oltre che in Campidoglio. Quasi 2mila ordini del giorno firmati da consigliere e consiglieri di Meloni, un migliaio prodotti solo da Marco Di Stefano. Il voto “a batteria” chiesto dalla maggioranza e accordato dalla presidente dell’aula Svetlana Celli ha permesso a Pd, AVS, Civica Gualtieri e Roma Futura di portare a casa il grosso del lavoro, evitando spiacevoli sorprese. Per Stefano Erbaggi di Fratelli d’Italia “è inspiegabile la scelta di continuare durante la notte e fino al mattino – dice – perché potevano interrompere e riprendere alle 9 come da convocazione già fatta, poi saltata. Forse sapevano di non avere i numeri e il tempo stringeva. Noi abbiamo presentato tra i 1.700 e i 1.800 ordini del giorno, chiedendo maggiori risorse sulle infrastrutture, non solo nel centro storico come succede coi fondi del Giubileo e del Pnrr”.
Molto duro Marco Di Stefano, di Noi Moderati-Forza Italia: “Ho depositato un migliaio di ordini del giorno ed emendamenti, è stato doveroso perché questo bilancio è blindato, nonostante la richiesta di dare indicazioni sull’impegno dei fondi, la maggioranza ha tirato dritto non ritenendo opportuno confrontarsi sulla città. Non abbiamo avuto spazi di manovra. Tutto ciò che hanno fatto è sentire le necessità dei consiglieri municipali e mettere soldi lì dove hanno i voti. Di fronte a tale muro di gomma, non abbiamo potuto fare altro che ostruzionismo: rallentare l’amministrazione Gualtieri è un bene per Roma, perché se vanno avanti veloce fanno solo danni”.