L’azienda capitolina per il trasporto pubblico, Atac, dopo cinque anni esce dal concordato e torna a fare investimenti. Per ottenere il risultato la dirigenza di Atac e il Campidoglio hanno lavorato su quattro voci di finanziamento: l’incasso dei crediti residui per 24 milioni verso Roma Capitale, fermi da lunghissimo tempo e che attraverso il lavoro degli uffici sono stati sbloccati e pagati, il recupero di 23 milioni dalla vendita di immobili strategici al piano depositi e alle politiche della mobilità e quello di quasi 15 milioni dalla chiusura, dopo 13 anni, della transazione tra Roma Capitale e la società Roma Tpl.
Atac: svolta in un anno
L’operazione ha permesso in poco più di un anno di recuperare quasi 180 milioni per permettere ad Atac di estinguere i debiti con i creditori chirografari, con un fabbisogno residuo, al 30 novembre 2022, di 117 milioni di euro. Il primo intervento di peso che verrà realizzato, a partire dal nuovo anno, è la pubblicazione di una gara da 500 milioni di euro per l’acquisto di nuovi tram: le prime vetture circoleranno in città entro il Giubileo del 2025. In cinque anni sono stati 17.100 i creditori e 300 mila i crediti gestiti. Si è dunque chiusa una procedura che incombeva su Atac dal 2017, partita con 1,3 miliardi di debito e con la nuova amministrazione che si è trovata un fardello di 180 milioni da trovare in un anno. Adesso Atac riacquisisce capacità finanziaria e di investimento, può tornare a bandire gare, può impegnarsi su nuove frontiere di sviluppo e di business, in particolare in ambito tecnologico che è per noi fondamentale nel quadro della Mobility as a Service, e può prevedere nuovi investimenti senza necessità di accantonamenti.
Nell’orizzonte temporale di quattro anni che sarà posto alla base del nuovo contratto di servizio, Atac sarà chiamata a completare il processo di risanamento economico-finanziario e a migliorare in modo progressivo e costante le proprie performance quantitative e qualitative di servizio. Con la chiusura del concordato, dal primo gennaio 2023 l’azienda potrà tornare finalmente a fare grandi investimenti.
Le reazioni sindacali
Soddisfazione per il concordato è stata espressa dalla Fit/Cisl di Roma e del Lazio. “I lavoratori in questi anni hanno dato il massimo con sacrifici e senso di responsabilità: siano valorizzate le loro competenze e sia garantito un servizio di qualità -si afferma nella nota- con la chiusura del concordato Atac, finisce una stagione di grande difficoltà per un’azienda strategica della Capitale, che offre occupazione a più di 11mila persone e garantisce la mobilità collettiva. L’auspicio è che adesso il Campidoglio chiuda il cerchio, con l’affidamento in house ad Atac attraverso il contratto di servizio, in scadenza il 31 dicembre: solo così potrà iniziare un’importante fase di rilancio e investimenti, per cui a nostro parere adesso sono presenti tutte le condizioni”. Il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, e il segretario regionale responsabile del dipartimento Mobilità della Fit-Cisl del Lazio, Roberto Ricci, hanno infine aggiunto che “la chiusura del concordato consente di avviare un processo di stabilizzazione e di investimenti. Ora è il momento di rilanciare la qualità del servizio e il lavoro: in questi ultimi anni i dipendenti hanno dato il massimo, compiendo grandi sacrifici per garantire la ripresa, anche attraverso accordi sindacali che hanno richiamato tutte le parti al senso di responsabilità”.
“Nei nostri auspici – proseguono i sindacalisti –, il passo successivo è l’elaborazione di un piano industriale strategico, misurabile su risultati e su obiettivi precisi e specifici. Questo è il momento giusto per puntare al rilancio della società e al miglioramento della mobilità, riunendo in una sintesi virtuosa il benessere di dipendenti, cittadini e turisti. Si tratta di un’occasione da non perdere”.