Acea Ato5 non impugnerà le nuove tariffe idriche, per le annualità 2022 e 2023, approvate dai sindaci ad inizio dell’anno.
Come si ricorderà, infatti, lo scorso 11 gennaio la conferenza dei sindaci dell’Ato 5 ha provveduto a deliberare l’aggiornamento tariffario biennale delle tariffe, approvando una maggiorazione del costo del servizio idrico più contenuta rispetto a quella proposta dal gestore idrico Acea Ato5.
Ato5, il passo indietro del gestore
Il fatto che Acea Ato 5 non impugnerà la delibera dei sindaci davanti al Tar è una vera novità, visto che – ad eccezione del piano approvato nel 2018, in pieno accordo tra Ato e Gestore (ma erano altri tempi ed altri uomini), Acea ato 5 ha sempre contestato, davanti al Tar, i piani tariffari varati dai sindaci, dopo che la Segreteria tecnica operativa, operati i necessari controlli e le valutazioni del caso, aveva puntualmente tagliato molte voci di spesa richieste dal gestore e non ritenute ammissibili. Ricorsi motivati dal rischio che, con le tariffe più basse, la società avrebbe rischiato il tracollo (salvo poi approvare bilanci in attivo… mah!)
L’esito dei ricorsi finora presentati, però, è sempre stato contrario ad Acea. E forse da qui è maturata la scelta di non insistere questa volta, con l’ennesima impugnativa che, come le precedenti, sarebbe probabilmente finita allo stesso modo.
L’orientamento del Tar di Latina sull’approvazione delle tariffe
Il Tar di Latina, infatti, contrariamente ad altri tribunali amministrativi, ha sviluppato una giurisprudenza secondo cui gli atti relativi alla tariffa idrica votata dagli Ato non sono impugnabili, poiché non rappresentano la decisione finale sulle tariffe. La decisione ultima, infatti, spetta in base alla legge, all’Arera (l’Autorità nazionale che vigila sul regolamentato settore idrico). Acea, per il Tar pontino, è legittimata quindi ad impugnare solo l’atto finale – poiché l’unico in grado di danneggiare eventualmente la società – che sarà emesso dall’Authority. Orientamento su cui, finora, non si è mai pronunciato il Consiglio di Stato pur investito, in appello, della faccenda. I giudici di secondo grado, per ora, si sono limitati a non concedere alla ricorrente Acea misure cautelari, riservandosi la decisione di merito che, però, non arriva. Come, finora, non sono arrivate le delibere definitive dell’Arera – sono provvisorie, vale la pena ricordarlo, le tariffe finora applicate dal 2016 in poi -, anche perché, fino alle scorse settimane, pendeva su tutta la vicenda della gestione idrica il procedimento penale avviato dalla procura di Frosinone e ora parzialmente conclusosi con il proscioglimento di tutte le persone coinvolte.
Tariffe confermate per ora: +5,48% per il 2022 e +4,40% per il 2023
Lo scorso mese di gennaio, i sindaci, a maggioranza, avevano votato per un aumento contenuto della tariffa, tenendo conto anche della necessità fatta presente da Acea di avviare il recupero dei conguagli derivanti dai pregressi piani tariffari, che sono risultati ‘incapienti’ rispetto ai ricavi che dovevano essere garantiti al gestore per la copertura di tutte le spese.
La conferenza dei sindaci, in quell’occasione ha quindi approvato un aumento delle tariffe pari al 5,48% per il 2022 e al 4,40% per il 2023 a fronte del +7,7 richiesto da Acea Ato5. Un risultato ottenuto in seguito alla revisione al ribasso di alcune voci di costo vantate dal gestore, in particolare in relazione all’aumento dei costi energetici e del materiale . Contemporaneamente è stato previsto l’avvio del recupero per un primo stock di 7milioni di euro dei conguagli extra-tariffa vantati da Acea Ato 5, che nel solo periodo 2012-2015 valgono oltre 53 milioni di euro.