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Atp Rio, Jarry demolisce Musetti: il toscano fuori dal torneo

Roberto Mercaldo
Sonego fallisce tre match ball e perde da Murray a Doha, un sorriso ce lo regalano Elisabetta Cocciaretto e Camila Giorgi
Febbraio 21, 2023
Jarry e Musetti durante il match (Foto: Schermata/TennisTV)

La discussa tesi sull’estetica del gesto contrapposta all’incisività si è arricchita di un nuovo capitolo. Gli assertori dell’incompatibilità potranno infatti gonfiare il petto, indicando ciò che è accaduto all’Atp 500 di Rio De Janeiro. Al suo esordio nella città del Carnevale più famoso del mondo, Lorenzo Musetti, che per pulizia e bellezza del gesto non ha molti simili, le ha sonoramente buscate dal cileno Jarry, un omone che all’estetica non bada ma che picchia le palle come se dovesse spaccarle in una chiassosa sagra paesana.
Da una parte Nicolas, il gigante dal servizio proibito; dall’altra Lorenzo, il pittore rinascimentale che usa la racchetta come un pennello. Il cileno è numero 139 del mondo e proviene dalle qualificazioni.

Il toscano è numero 18 ed è la terza testa di serie del 500 brasiliano. Gli spettatori sperano ci sia partita, ma il “Muso” sul rosso potrebbe impartire una lezione al lungo avversario. Accade invece il contrario. Come in uno scherzo carnascialesco di dubbio gusto, Jarry rompe l’equilibrio al settimo gioco del primo set, difende il break fino al 6/4 conclusivo e nel secondo picchia col suo dritto fors’anche poco elegante, ma terribilmente incisivo. Lorenzo, che si chiama come il Magnifico, cerca un orpello che possa incrinare le certezze del gigante. Ci vorrebbe forse una fionda, ma lui non è Davide e l’altro non è Golia, e così lo scherzo va fino in fondo.

Esce mestamente dal campo il nostro enfant, stavolta più prodigo che prodigio. Si prende gloria, applausi e secondo turno Nicolas, forse inconsapevole del capitolo scritto in favore di chi adombra l’efficacia del bello. Ci saranno altre storie che magari andranno in direzione “ostinata e contraria”, ma intanto Lorenzo dovrà riflettere su questa campagna d’America finora improduttiva, con Varillas e Jarry nella scomoda parte di chi cancella i sogni. Noi restiamo fedeli all’idea che Musetti possa coniugare la bellezza del gesto alle vittorie. Illusione? Per dirla con Hermann Hesse “ogni illusione cui rechiamo torto è una stella che spegniamo”.

ATP RIO, SONEGO SCIUPA TRE MATCH BALL E MURRAY PASSA IL TURNO

Nel torneo brasiliano potremo affidare le residue chance tricolori a Fognini, un altro interprete della scuola del bello, troppo spesso non sposato al concetto dell’utile. Nella sua ultima recita brasiliana, il tennista di Arma di Taggia se la vedrà con con un altro cileno, Barrios Vera. Fabio dovrà cercare di vincere per non precipitare nel ranking, col risultato di veder compromessa la partecipazione diretta ai tornei importanti in programma in estate. Il morale è abbastanza alto, perché con il fido Bolelli, Fognini ha vinto il titolo di doppio a Buenos Aires, dieci anni dopo il primo successo in terra argentina.
Morale sotto i tacchi invece per Lorenzo Sonego, che in questo avvio di 2023 sta collezionando, suo malgrado, occasioni sciupate in malo modo. Al cospetto di Andy Murray, ex numero uno del mondo, che per l’ostinazione e la voglia di giocare merita il plauso di ogni vero sportivo, il torinese ha subito una sconfitta decisamente evitabile. Vinto con merito il primo e lasciato forse con troppa arrendevolezza il secondo set, Lorenzo ha ben giocato nella terza e decisiva partita, guadagnandosi tre match ball sul servizio di Murray. Purtroppo nessuna delle tre occasioni è stata colta dal nostro atleta, che così si è visto costretto a disputare un drammatico tiebreak.

L’inizio è stato confortante, con Sonego volato sul 3/0 con doppio break. Da quel momento però, qualcosa ha iniziato a rompersi nei meccanismi psicologici del torinese, prigioniero della propria frenesia e dei propri dubbi. Una deriva inarrestabile e Lorenzo ha riaperto gli occhi sul 3/6 e due servizi a Murray. Annullato il primo match ball dopo uno scambio spettacolare, con Murray costretto a sbagliare una volée di elevato coefficiente di difficoltà, Sonego non ha replicato e ha lasciato così il torneo di Doha con la consapevolezza di aver gettato al vento il successo.
A Doha non avremo altre prove d’appello, ma ci auguriamo che in modo diverso possano andare le cose a Marsiglia, dove a difendere il tricolore ci sarà lo scatenato Jannik Sinner, al terzo torneo in tre settimane. Arrivato in fondo, sia pure con esito differente, sia a Montpellier che a Rotterdam, Jannik si appellerà al non c’è due senza tre, cercando un’altra finale in terra di Francia.

A MERIDA DUE SUCCESSI E UNA SCONFITTA PER LE TENNISTE ITALIANE

Al “Merida Open Akron”, torneo 250 in corso di svolgimento in Messico, erano impegnate nella notte italiana ben tre atlete azzurre. Disco verde per Camila Giorgi e Elisabetta Cocciaretto, sconfitta bruciante per Lucia Bronzetti.
La 31enne maceratese ha risolto la pratica Mayar Sherif in poco più di 70 minuti. Brava l’egiziana a reggere senza danni apparenti il ritmo sostenuto della nostra, ma al decimo gioco Camila ha rotto gli indugi, prendendosi il primo parziale. Decisamente più agevole è risultato il secondo set, con le certezze di Mayar sgretolate dalle bordate della nostra giocatrice. Resterà un mistero, uno dei tanti dello sport, perché mai le eccelse virtù esibite a singhiozzo non abbiano portato Giorgi dove il suo braccio veloce avrebbe avuto diritto d’albergo. Probabile che si debba continuare ad apprezzarne le gesta estemporanee, come quando si ascolta una melodia poco conosciuta e ci si domanda perché mai non sia la colonna sonora del mondo.

Ha intenzione di traghettare le sue virtù oltre la sponda dell’effimero Elisabetta Cocciaretto, probabilmente la più in forma delle nostre ragazze, penalizzata agli Open d’Australia da un sorteggio infido, che l’ha costretta a vedersela subito con la Rybakina, poi finalista.
In Messico invece, Elisabetta ha esordito contro Viktorjia Golubic, non proprio una carneade, ma nemmeno un crack. Ebbene, la 21enne di Fermo ha sfoderato una prova scintillante, vincendo i primi 8 giochi di fila e chiudendo il confronto con un 6/0 6/3 eloquente. Siamo curiosi di vederla nei turni successivi, perché i presupposti sono davvero stimolanti.
Si è invece fermata subito Lucia Bronzetti, cui non è bastato un bel primo set per tacitare le velleità di Katie Volynets. Dal secondo set la californiana ha preso in mano le redini del confronto e Bronzetti non è riuscita ad arginarla, se non in avvio di seconda frazione (2/2). La riminese non sembra brillante dal punto di vista fisico, e continua a mostrare la corda dopo la prima ora di gioco.
Chiusura con Nardi, che è tornato al successo nel primo turno del Challenger di Bangalore: 6/4 6/4 a Miljan Zekic e finalmente un sorriso.

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