Esplode Azione. Il direttivo della Capitale è decaduto, travolto da una valanga di dimissioni. Ben 31 membri su 52 hanno lasciato, dopo aver firmato una lettera di sfiducia nei confronti della segretaria Noemi Scopelliti. L’organo è stato dunque commissariato nove mesi dopo la sua costituzione.
La decisione di dimettersi in massa da parte di circa il 60% dei membri della direzione romana è stata presa oltre dieci giorni fa dopo più di un mese di fibrillazione.
Durante un’assemblea del 10 ottobre già più di un membro della direzione si era alzato esprimendo, con toni più o meno moderati, insoddisfazione per la gestione del partito romano da parte della romana d’Azione, Noemi Scopelliti.

CRITICHE E LITI INTERNE
Anche la capogruppo in assemblea capitolina, Flavia De Gregorio, ha contribuito a porre fine alla segreteria Scopelliti: “Non c’era una gestione corretta in vista del voto del 12 febbraio con l’assenza di una comunicazione vera con i territori, dai quali ci sono arrivate numerose lamentele. Più volte lo avevamo riportato in assemblea, che tra le altre cose non veniva convocata da mesi. Non c’è nulla di personale, è una questione politica e quando le cose non funzionano ci si dimette”.
Simonetta Novi, ex segretaria del gruppo di Azione in VIII municipio e da un anno consigliera locale: “La segretaria non stava valorizzando il prezioso lavoro degli eletti, in totale 22 persone tra Comune e municipi non si stava andando nella direzione giusta”.
Nessuna fuga da Azione, nessuna spaccatura con il segretario nazionale, ma il problema è tutto romano. “Ci sono state ricostruzioni scandalistiche che hanno creato confusione -ha affermato Simonetta Novi– la realtà è che lo statuto prevede che ci si possa dimettere dal direttivo, lo ha fatto la maggioranza dei membri e così adesso verrà commissariato, con una nuova figura che ci traghetterà fino al congresso.
Non è mai stata rilanciata un’iniziativa locale e a livello romano non è stata organizzata nessuna iniziativa importante sui temi cittadini. Siamo un partito giovane ma in espansione, in 3 anni siamo arrivati al 7,7% a livello nazionale, non possiamo permetterci una segreteria non adeguata, che non viene dal mondo delle professioni, né dal civismo e dalle associazioni”. All’orizzonte ci sono le elezioni regionali e il tempo stringe: “Non possiamo sbagliare questo appuntamento”, continua Novi. Che poi torna sulla genesi delle dimissioni in massa: “Il malumore era stato reso pubblico da tempo – conclude – e nonostante ciò non è stato aperto alcun momento di confronto”.