Oggi pomeriggio Francesco Rocca salirà e parlerà da favorito a Frosinone. Alle 18.30 è prevista la sua presentazione ufficiale, con tutte e sei le liste, al Cinema Le Fornaci. Senza nascondersi, perché chi aspira a diventare classe dirigente di una Regione come il Lazio non può cedere alla scaramanzia.
Chi dice che i sondaggi non sono attendibili e potrebbero essere smentiti dai voti reali non sa di cosa parla.
Negli ultimi anni studi di questo tipo non hanno sbagliato mai: basta vedere le politiche del 25 settembre 2022 e le comunali delle grandi, medie e piccole città. Se poi si confrontano i sondaggi di queste ultime settimane con i risultati reali di cinque anni fa, si capisce benissimo non soltanto quanto sia cambiato il panorama politico, ma anche quanto profonde siano state le evoluzioni della società.
Nel Lazio il dato più basso nei sondaggi per Fratelli d’Italia è il 30%. Nel 2018 il partito fece segnare l’8,7%: crescita esponenziale evidente e suffragata dal risultato delle politiche. Cinque anni fa il Movimento Cinque Stelle era al 27%. I sondaggi lo danno tra il 16% e il 18%. Si può parlare di ridimensionamento drastico e Giuseppe Conte ha poco da festeggiare.
Nel giorno della seconda vittoria di Nicola Zingaretti il Partito Democratico ottenne il 21,2%.
Oggi è accreditato intorno al 18%. Una ulteriore, preoccupante, emorragia di voti. Il 4 marzo 2018 Forza Italia era al 14,6%, la Lega al 10%. Oggi i sondaggi danno il partito di Silvio Berlusconi tra il 6% e il 7% e quello di Salvini tra il 5% e il 6%. In entrambi i casi la parola giusta è crollo. Nel 2018 il Terzo Polo non c’era, adesso è intorno al 6%: residuale e marginale. Questo tipo di analisi sui partiti fa capire in maniera chiara quale situazione politica ci sia nel Lazio.
Il centrodestra è nettamente in vantaggio e, nello specifico dei candidati alla presidenza, Francesco Rocca è nettamente avanti per ogni tipo di Istituto demoscopico. Con un vantaggio che va dai 5 ai 12 punti. Non si vede francamente come e dove potrebbe avvenire un recupero prodigioso da parte di Alessio D’Amato, candidato comunque coriaceo e competitivo.
Il Movimento Cinque Stelle in questi mesi è stato favorito dal crollo verticale del Pd, determinato da una serie di errori incredibili. Primo fra tutti quello di effettuare il congresso a cinque mesi dalla disfatta delle politiche. Se il Partito Democratico dovesse riassestarsi per i pentastellati sarebbe difficile mantenere le percentuali attuali, comunque largamente minori rispetto a quelle di cinque anni fa.
CHI PUNTA AL SEGGIO
La provincia di Frosinone esprime 4 consiglieri regionali, uno dei quali conquista il seggio grazie al cosiddetto “premio di maggioranza”. Nel 2018 vennero eletti Mauro Buschini e Sara Battisti (Pd), Pasquale Ciacciarelli (Forza Italia) e Loreto Marcelli (Cinque Stelle). Stando ai sondaggi, stavolta potrebbe finire così: 2 consiglieri di Fratelli d’Italia, 1 del Pd, 1 del Movimento Cinque Stelle. In FdI Daniele Maura ha i favori del pronostico, Antonello Iannarilli e Gabriele Picano sono attrezzati e tutti proveranno il colpaccio visto il vento che gonfia le vele del partito di Giorgia Meloni. Nel Partito Democratico, neppure a dirlo, duello al sole tra Sara Battisti e Antonio Pompeo. Entrambi attivissimi nel territorio e presenti in tutti i Comuni. Non soltanto attraverso i comitati elettorali.
Nel Movimento Cinque Stelle saranno Loreto Marcelli ed Enrica Segneri a contendersi il seggio. Questo non vuol dire che gli altri siano tagliati fuori, ma certamente Lega e Forza Italia dovranno compiere qualcosa di straordinario per eleggere un consigliere. Nel Carroccio Pasquale Ciacciarelli sta effettuando uno sforzo enorme, tra gli “azzurri” Gianluca Quadrini è scatenato. Entrambi i partiti dovranno provare a fare la corsa sui Cinque Stelle, confidando poi nei raffronti con i risultati delle altre province e nei cosiddetti “resti”. Non è facile.
LE PRIMARIE DEL PD
A fine febbraio il Partito Democratico celebra l’ennesimo congresso, il cui atto finale saranno le primarie. Favoritissimo Stefano Bonaccini. In provincia di Frosinone sono (quasi) tutti con lui. Soprattutto le componenti di Francesco De Angelis e Antonio Pompeo, che per la verità sta con Dario Nardella (numero due di Bonaccini) da una vita. Circostanza, dicono i soliti bene informati, destinata a pesare molto in prospettiva.
DI STEFANO, LA FORZA TRANQUILLA
Si adatta alla perfezione al giovane Luca Di Stefano, neo presidente della Provincia di Frosinone, lo slogan che venne coniato da Jacques Séguéla per le presidenziali francesi che videro l’elezione di Mitterrand. Nessun intervento fuori luogo prima. Nessuno dopo. L’ingresso a Palazzo Gramsci in punta di piedi e… tutto come previsto.
La vicepresidenza è andata a Valentina Cambone e la presidenza del consiglio andrà a Gianluca Quadrini. Il valore aggiunto della coalizione che ha portato il
Sindaco di Sora alla vittoria delle provinciali. Luca ha capito che è il momento dell’attesa, della metabolizzazione della carica, dell’osservazione del quadro politico.
Se sorprese ci saranno verranno a tempo debito. Per ora la parola d’ordine è “tranquillità”. Dovranno farsene una ragione anche alcuni alleati troppo “sgomitanti”.