Anomalia politica senza precedenti al Comune di Frosinone. Forza Italia fa capire che resterà all’opposizione, centrodestra sempre più lacerato. Nessuno convoca una verifica, ma si aspetta di capire cosa succederà in Consiglio. Nel centrosinistra va perfino peggio. Ma c’è una considerazione da fare: per i leader regionali Frosinone è periferia.
Gli schemi e i confini sono saltati da tempo. Ma mai come in questo momento il Comune di Frosinone (capoluogo) sul piano politico è un terreno inesplorato.
Il punto non è il futuro della consiliatura, che può benissimo arrivare alla scadenza naturale della primavera 2027. La questione è rappresentata dagli assetti, dagli equilibri e dalle alleanze, completamente rimescolate.
Servirebbe un “reset” (trasversale), ma nessuno ha tempo e soprattutto voglia di effettuarlo.
Nel giugno 2022 Riccardo Mastrangeli era stato eletto sindaco con una coalizione di centrodestra. Poi al ballottaggio l’accordo con Mauro Vicano. Ben 22 (su 33) i consiglieri dalla sua parte. A guardare lo schema di oggi si resta perlomeno allibiti.
Non solo perché la “coalizione trasversale” si ferma a 16 (su 33). Ma per una serie di ragioni che andremo ad analizzare.
Il centrodestra non esiste più, non nell’accezione che ha consentito tre vittorie consecutive. Forza Italia (3 consiglieri) è all’opposizione e le dichiarazioni del senatore e leader regionale Claudio Fazzone a Ciociaria Oggi fanno capire che gli “azzurri” non cambieranno linea. Sono all’opposizione i 3 esponenti eletti nella Lista Mastrangeli, quella di diretto riferimento del primo cittadino. Parliamo di Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella e Francesco Pallone (quest’ultimo ora nel gruppo di Futura). E’ all’opposizione Giovanni Bortone (Lega). Oltre a Giovambattista Martino e Teresa Petricca, che più di tre anni fa avevano concorso nella Lista Ottaviani e che oggi fanno parte di Futura.
Ma non c’è soltanto questo. Irrisolta la situazione che due mesi fa ha portato al grande gelo tra Mastrangeli e Fratelli d’Italia, partito di maggioranza relativa con un gruppo di cinque consiglieri. La divergenza (fortissima) c’è stata sulla presa d’atto del tracciato del Brt. Nessun chiarimento neppure tra il sindaco e il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri, che ha lasciato la Lista Ottaviani. Nemmeno lui era d’accordo sul punto del Bus Rapid Transit.
Non ci sono mai verifiche, riunioni, confronti, faccia a faccia. Nulla. Si aspetta la seduta di consiglio comunale per capire chi alzerà la mano e chi no. Però stavolta potrebbe essere diverso. Per un motivo semplice: se non dovessero esserci i numeri per portare a termine la seduta ordinaria di prima convocazione, impossibile pensare che si possa continuare a fare finta di nulla. Verifica e rimpasto sarebbero automaticamente sul tavolo.
Nel centrosinistra non va meglio, anzi. Con ventuno mesi di anticipo il Psi di Gian Franco Schietroma ha lanciato sia la candidatura a sindaco di Vincenzo Iacovissi, sia la coalizione che lo sosterrà, composta dalla lista di partito e da due civiche, Frosinone Aperta e Area Vasta. Una mossa con la quale Schietroma ha piantato più di una bandierina e fatto capire al Pd che non tornerà indietro.
Il Partito Democratico è bloccato da tempo, specialmente per una stagione congressuale che è rimasta ferma per mesi e che adesso si avvia ad entrare nella fase cruciale. I consiglieri Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi stanno facendo opposizione, ma nessuno di loro può sostituirsi al partito. Inoltre in queste condizioni chi accetterebbe la candidatura a sindaco senza la certezza di avere una coalizione forte e unita?
Domenico Marzi ha chiarito da tempo che non si riconosce più nella coalizione di tre anni fa. Per adesso sta sostenendo Mastrangeli garantendo il numero legale, in futuro si vedrà. Potrebbe far parte di un’alleanza dalla natura civica, pronta ad appoggiare Mastrangeli per il bis. Andrea Turriziani (Lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico) sono già da mesi nella coalizione che sostiene Mastrangeli.
Davvero una scomposizione dei gruppi e delle alleanze che non ha precedenti. L’elemento che però dovrebbe far riflettere tutti è un altro. Frosinone è un Comune capoluogo. Nonostante tutto, però, i leader regionali dei partiti non si stanno stracciando le vesti per quanto è accaduto e pertanto sta ancora accadendo. Vuol dire che alla fine tutta questa centralità politica non esiste.
