Una nuova Dolce Vita sta investendo Roma con i nuovi alberghi a 5 stelle che, via via, stanno aprendo in città: dieci nuove aperture entro i prossimi anni. Tra queste c’è grande attesa per il Four Seasons (l’apertura è prevista nel 2027) che, come noto, porterà la firma anche di Bill Gates (e del suo socio in affari, il miliardario principe saudita Al-Waleed Bin Talal), che detiene la maggioranza della catena alberghiera canadese attraverso la società Cascade Investment. Gates, in questi giorni a Roma a colloquio dalla premier Giorgia Meloni e dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per parlare di intelligenza artificiale, pare abbia controllato lo stato dell’arte dei lavori di Palazzo Marini, l’ex mensa dei deputati che ospiterà il nuovo hotel, in piazza San Silvestro, in un punto strategico fra via Veneto e Palazzo Chigi, fra i Fori Romani e le vie dello shopping, fra Fontana di Trevi e piazza di Spagna. E, infatti, nonostante la polemica scoppiata per l’immobile acquistato a pochi passi dal Vaticano e per il troppo lusso promesso dal nuovo Four Season, continua il progetto di Palazzo Marini.
UNA SUPER OPERAZIONE
La catena alberghiera canadese aveva scelto Palazzo Marini (due edifici storici in pieno centro, che da via del Pozzetto e via della Mercede sbucano su piazza San Silvestro) per la sua operazione finanziaria da circa 300 milioni di euro (160 dei quali investiti per l’acquisto dell’immobile e il resto destinato alla ristrutturazione): oltre 20mila metri quadrati su sette piani ex sede gli uffici della Camera dei Deputati con relativa mensa per i dipendenti.
L’obiettivo della nuova proprietà è realizzare 124 camere sospese tra la Fontana di Trevi e le vie dello shopping griffato. Ma non solo: al piano terra ci sarà un ristorante, un’area lounge, una sala da ballo, uno spazio co-working e uno spazio esterno con dei tavoli.
Un hotel potrebbe potenziare un angolo della capitale spesso lasciato a sé stesso, nonostante il valore storico e la posizione strategica e ridare nuova vita in Piazza San Silvestro, dove, come riporta La Repubblica, si sono alternati i libri usati di Remainders e i mobili del pop-up store di Ikea. Ora rimane un’orologeria di lusso davanti al palazzo e qualche bar, gli sportelli delle Poste e la chiesa, mentre i locali che si affacciano sulla piazza continuano a cambiare.