Bollette dell’acqua da capogiro e le monache di clausura chiedono aiuto sui social per raccogliere fondi e scavare un pozzo che le renda autonome da Acea Ato 5.
L’insolita iniziativa arriva da Anagni (FR) dove alloggiano le monache clarisse del Monastero “Santa Chiara”.
Già è una notizia che le suore di clausura abbiamo un profilo sui social network (anche il Papa però è su Twitter!) ed infatti, già da qualche tempo, la cosa ha suscitato più di qualche critica e di qualche dissenso tra i più bigotti, ma l’aver avviato una vera e propria raccolta di denaro, con tanto di Iban su cui effettuare i versamenti, per realizzare un pozzo artesiano da cui attingere l’acqua che il gestore idrico vende a carissimo prezzo, è di certo una novità assoluta.
Sorella Acqua costa troppo. La provincia di Frosinone, del resto, è ripetutamente assurta alle cronache nazionali per avere le tariffe idriche più alte d’Italia. Dal 2004, anno in cui la quasi totalità degli acquedotti comunali è passata al gestore unico dell’Ato 5, individuato dopo una gara europea in Acea spa, il costo di un metro cubo di liquido erogato dai rubinetti è stato in costante ascesa con incrementi che dal +5% annuo sono passati, nell’ultimo decennio, a rincari prossimi al 10% ogni 12 mesi.
Dopo l’ultima, salata, bolletta dell’acqua arrivata in convento, le sorelle debbono essersi fatte il segno della croce, ma di certo hanno deciso di passare all’azione.
Avrebbero potuto chiedere offerte per pagare l’esosa gabella, ma le Clarisse di Anagni debbono conoscere bene l’antico proverbio cinese: “Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita”.
“Ci facciamo un pozzo tutto nostro” è stata la soluzione trovata “così le bollette non le paghiamo più”. Bene, ma con quali soldi? Se non ce ne sono per pagare le fatture Acea, figurarsi per i lavori di scavo. Ecco, allora, che il profilo Facebook delle “Contemplative Anagni” – nato per far conoscere il monastero (che ha anche una bellissima foresteria), la vita delle sorelle e soprattutto per promuovere i momenti di preghiera e religiosità – oltre alla polemiche già dette, forse avrebbe potuto generare anche le necessarie risorse per la soluzione del problema.
Così, martedì scorso, tra i messaggi e i video che arricchiscono la pagina del convento anagnino, è apparso anche un post in cui la giovanissima madre badessa, Maria Chiara Fedele Subillaga, 37 anni ed originaria dell’Honduras, ha scritto: “Carissimi, ormai siamo arrivate che non possiamo più fare fronte alle bollette dell’acqua. Per questo chiediamo con umiltà se potete aiutarci. La Madre Santa Chiara vi protegga con la sua intercessione. Grazie di cuore”. A seguire, l’Iban su cui sono bene accetti offerte, contributi e donazioni per costruire un pozzo capace di dissetare le 22 sorelle ospiti del convento.
L’episodio è, comunque, la conferma – se mai ce ne fosse stato bisogno – dell’eccessivo peso delle tariffe idriche in provincia di Frosinone, che – assieme ai rincari di luce e gas – inizia a pesare in modo insostenibile sui bilanci delle famiglie (e quella di madre Subillaga è tra le più numerose) e delle imprese.