I deputati di Fratelli d’Italia eletti in Ciociaria, Massimo Ruspandini, Paolo Pulciani e Aldo Mattia, si sono rivolti con una lettera al viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, per chiedere un incontro istituzionale interdipartimentale (Ministero, Commissione Ambiente e Regione Lazio) “in merito all’avvio delle opere di bonifica del sito di interesse nazionale del bacino del fiume Sacco che ricomprende Comuni o parti di essi afferenti le province di Roma e di Frosinone”.
“Come sollecitato già nei mesi scorsi con iniziative parlamentari – spiegano in una nota – ribadiamo l’importanza di adottare iniziative di competenza per verificare i livelli attuali di inquinamento dell’area giungendo a una definizione precisa delle aree all’interno del Sin effettivamente interessate da superamenti dei livelli soglia a seguito dell’accordo di programma, sottoscritto nel 2019, tra il ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio per attuare interventi di bonifica per 53 milioni di euro, integrati nel 2022”.
Per Ruspandini, Pulciani e Mattia è chiara la necessità della “costituzione della Carta dei Valori di Fondo che nello specifico permetterebbe di determinare concentrazioni di soglia di contaminazione più aderenti al contesto geologico e di conseguenza di poter ridurre il perimetro del Sin, detta attività è anch’essa contemplata nell’accordo di programma siglato tra il Ministero della Transizione Ecologica e la Regione Lazio”, così come risulta opportuna “l’istituzione di una nuova struttura operativa che svolga costantemente il lavoro di coordinamento e verifica dell’attività che i vari membri del Comitato devono svolgere, scandendo anche i tempi e le modalità di ognuno, coinvolgendo anche le Aziende sanitarie locali di Frosinone e Roma e gli Enti locali interessati con incontri mirati”.
La proposta sarebbe quella di istituire un nuovo organo operativo, composto da un garante, coadiuvato da un tavolo tecnico permanente e da una segreteria tecnica per il supporto alle attività.
Ruspandini, Pulciani e Mattia evidenziano in fine che “sussistono alcune criticità, che concorrono a generare ritardi, a fornire una cattiva informazione e al contempo rafforzare quel concetto di mal funzionamento delle istituzioni da parte della popolazione, non avendo mai coinvolto gli Enti locali nelle varie riunioni o messi a conoscenza dell’avanzamento dei vari interventi puntuali, che pure ricadono sui loro territori, oltre ad un scollegamento delle azioni da parte dei soggetti membri del Comitato che spesso operano singolarmente, perdendo il principio di sinergia che li ha spinti invece ad istituire l’Accordo di programma”.
In commissione Ambiente alla Camera continua nel frattempo il confronto con le associazioni che rappresentano il mondo dell’agricoltura e delle attività produttive al fine di addivenire ad una proposta più unitaria possibile.