Circola ormai da ore l’infelice descrizione di Frosinone e del territorio ciociaro da parte di un’emittente romana, la quale ha ironizzato sul possibile arrivo di Messi a Frosinone e come questo potrebbe risollevare “una provincia in sofferenza”, riassunta soltanto da “caciotte e povertà educativa”.
L’indignazione è totale e non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino Riccardo Mastrangeli che analizza con chiarezza la situazione difendendo il duro lavoro svolto dalla città e dalla società di Stirpe per raggiungere questo importante traguardo in Serie A: “All’interno di un programma in onda su Tele Radio Stereo, Messi è stato invitato a ‘risollevare le sorti del centro Italia’ andando a giocare in un ‘campo di periferia’, in una piccola squadra, in una ‘provincia in sofferenza’, la cui immagine può essere riassunta da ‘caciotte e povertà educativa’ – ha dichiarato il Sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli – Secondo gli autorevoli speaker della radio, questo è il ritratto della città di Frosinone, luogo in cui Messi potrebbe dare una inaspettata svolta alla propria carriera sportiva rifiutando l’offerta di giocare in Arabia Saudita.
L’uscita poco felice degli speaker della radio romana denota una scarsa conoscenza della realtà, che viene falsificata ad arte denigrando, in modo gratuito, una città, la sua squadra e i suoi tifosi, nella speranza, vana, di suscitare un momento di ilarità negli ascoltatori.
Al teatrino portato in scena dalla trasmissione radiofonica mi sento di rispondere con qualche innegabile verità su Frosinone, la sua squadra e i suoi tifosi, che hanno dimostrato di meritare il rispetto di tutti, senza distinzione di categoria, sia che si parli di conduttori radiofonici (magari a corto di argomenti), o di coloro che detengono il primato in fatto di Pallone d’oro.
Mastrangeli: “La promozione è frutto di lavoro e coraggio”
“Partiamo proprio dal calcio: la corsa del Frosinone verso il traguardo della promozione è stata da record – continua Mastrangeli in risposta alla radio romana -, in un campionato che tutti gli osservatori hanno riconosciuto come uno dei più difficili degli ultimi anni. La città, con la terza promozione in serie A in 8 anni, celebra la conquista di un sogno, il coronamento di una grande avventura calcistica. La promozione nella massima serie non deriva dal caso: è frutto di lavoro, programmazione, determinazione, coraggio. È frutto di investimenti su infrastrutture, su sostenibilità, sui giovani e, quindi, sul futuro. È frutto di una visione imprenditoriale di largo respiro, di un’etica forte e senza compromessi, di valori irrinunciabili che la famiglia Stirpe – a partire dal Presidente Maurizio e dall’indimenticabile Curzio – ha impresso in questa impresa. Forse a Teleradiostereo non lo sanno, ma in tutta Italia si parla di Frosinone come di un modello di successo, a cui società sportive di antico lignaggio, abituate a da tempo calpestare i rettangoli di gioco di tutta Europa, guardano con ammirazione. C’è un “modello Frosinone” di cui le testate nazionali parlarono, entusiasticamente, anche quando lo stadio comunale intitolato al cav. Benito Stirpe fu inaugurato, nel 2017. Frosinone può infatti vantare – a differenza di città più popolose rispetto ai nostri 46.000 abitanti – di possedere il terzo stadio di ultima generazione in Italia (al pari, cioè, di quello della Juventus e dell’Udinese), realizzato in appena 18 mesi, concepito per ospitare ogni genere di evento. Tutto ciò è stato possibile grazie alla partnership tra Comune, con allora alla guida il Sindaco Nicola Ottaviani, e privato, rappresentato dalla società del Frosinone calcio del Patron Maurizio Stirpe. Con il ritorno del Frosinone calcio in Serie A, la Città e l’intera provincia si avvarranno di una vetrina formidabile con cui continuare a promuovere la determinazione, la passione e l’unicità della nostra terra. Una terra, la nostra – ha concluso Mastrangeli – non solo accogliente e aperta, ma anche ricchissima di storia, cultura, bellezza, fiera delle proprie radici, della propria identità, del suo popolo giallazzurro e, per questo, poco incline ad accettare falsità denigratorie”.