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Cantieri aperti nel PD. Congresso in autunno. Forse

Massimo Pizzuti
Il mandato del segretario Luca Fantini è scaduto ma si prosegue in “prorogatio”. Le mosse di Francesco De Angelis e Sara Battisti, ma anche di Antonio Pompeo, Danilo Grossi e Nazzareno Pilozzi. Attenzione però: in ballo ci sono soprattutto le future candidature (eleggibili) a Camera, Senato e Regione.
Agosto 9, 2024

Il congresso provinciale del Pd si farà in autunno. Forse. Il mandato del segretario Luca Fantini è scaduto pochi giorni fa, ma nessun problema: si va in “prorogatio”. Fin quando la situazione non sarà più chiara e soprattutto fin quando i big non avranno trovato un’intesa perlomeno su tempi e modalità. Adesso però è troppo presto.
Dopo l’adesione ad AreaDem di Dario Franceschini, l’esigenza di Francesco De Angelis è quella di rimodellare una componente che vada dai fedelissimi (Mauro Buschini, Adriano Lampazzi, Marco Delle Cese, Giampiero Di Cosimo) fino ad aree centriste “pure”. Rappresentate anche dall’ex segretario del Ccd Michele Mele (un tempo fedelissimo di Anna Teresa Formisano) al professor Filippo Materiale, storico sindaco di Castrocielo e presidente reggente della Provincia dopo le dimissioni di Francesco Scalia.
Francesco De Angelis, ormai pienamente sintonizzato sulle stesse lunghezze d’onda del segretario e consigliere regionale Daniele Leodori, ha un “cantiere” ancora in corso. Prova ne è il fatto che la “chat” dell’AreaDem che verrà è molto lunga e affollata. Arriverà un momento nel quale però i messaggi dovranno essere trasformati in… adesioni.
Il segretario Luca Fantini, eletto quattro anni fa con un sostegno “bulgaro”, ora è uno degli esponenti politici più vicini alla consigliera regionale Sara Battisti. Quest’ultima tiene un profilo che più istituzionale non si può, dichiarandosi costantemente consigliera regionale e rivolgendosi, nella “chat”, agli amministratori, oltre che ai militanti del partito. Inutile aggiungere che tanti iscritti (e non) del Pd fanno parte di entrambe le “chat”. Come nella migliore tradizione italica, quella di tenere il piede in due scarpe. Almeno fino a quando sarà possibile.
Per indire il congresso occorre una bozza di accordo, che però ancora non c’è. Certamente Francesco De Angelis e Sara Battisti sono gli interlocutori principali, ma non i soli.
C’è l’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo, che ha una componente di riferimento. Qualche giorno fa Pompeo ha partecipato ad una manifestazione di Sara Battisti. C’erano pure Francesco Scalia e Domenico Alfieri. Sicuramente Antonio Pompeo potrebbe essere un nome spendibile per la segreteria provinciale, ma non c’è soltanto questa di prospettiva. Nel momento del passaggio di Francesco De Angelis ad AreaDem, Sara Battisti ha immediatamente fatto riferimento al risultati delle regionali del febbraio 2023. Quando lei fu eletta con oltre 17.000 preferenze e Antonio Pompeo superò quota 15.000. Una eventuale convergenza dei due, magari nel solco di una possibile futura area di amministratori locali che faccia riferimento a Stefano Bonaccini, potrebbe cambiare diverse cose anche in Ciociaria. Fermo restando che Francesco De Angelis sta andando avanti nella convinzione di essere ancora lui il leader “maggioritario” nel territorio.
Bisognerà fare i conti anche con quelli che hanno sostenuto Elly Schlein dall’inizio. A tale proposito va detto che alle primarie tutti i principali leader locali (De Angelis, Battisti, Buschini, Pompeo) erano schierati con Bonaccini. Umberto Zimarri ha fatto capire bene che però i fedelissimi della prima ora di Elly Schlein vorranno dire la loro. Si seguono con attenzione le mosse dell’ìex parlamentare Nazzareno Pilozzi.
Tornando al congresso, i potenziali sfidanti di Luca Fantini non mancano: Antonio Pompeo, Danilo Grossi, Marco Delle Cese, Giampiero Di Cosimo. Ma è soprattutto alle future candidature alle regionali e alle politiche che si sta guardando. Fra l’altro la decisione di De Angelis di rompere lo schema collaudato è arrivato dopo un lungo periodo di mancate designazioni eleggibili: alla Camera, al Senato, alle Europee. Con gli attuali sistemi elettorali i territori contano obiettivamente pochissimo. Sono le segreterie nazionali a decidere chi andrà a Montecitorio e Palazzo Madama e chi invece no. Il peso politico locale conta alle regionali, alle provinciali e alle comunali. Per il salto di qualità vero, invece, è necessario contare a Roma.

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