Per Claudio Fazzone Forza Italia è già all’opposizione dell’Amministrazione guidata da Riccardo Mastrangeli a Frosinone. Nei giorni scorsi lo ha detto al sindaco, dopo la decisione di quest’ultimo di tenere in giunta Adriano Piacentini, che aveva appena attaccato frontalmente gli “azzurri”. Oggi a Fondi si svolge uno degli eventi tradizionali con i quali il senatore e coordinatore regionale di FI “fa gruppo” nel Lazio. La vicenda del capoluogo ciociaro è arrivata anche sul tavolo del segretario nazionale Antonio Tajani, ma in queste ore il ministro degli esteri è impegnatissimo sul versante del Libano, in attesa dell’attacco dell’Iran ad Israele.
Però Tajani vorrà essere relazionato sulla vicenda del Comune di Frosinone. Il problema per il centrodestra del capoluogo è l’isolamento politico. Il senso di responsabilità di Fratelli d’Italia (Massimo Ruspandini e Fabio Tagliaferri) e della Lista per Frosinone (Antonio Scaccia) ha evitato che la situazione precipitasse, ma il problema esiste. Da tempo. Già sulla candidatura alla presidenza della Provincia e sulla governance della Saf, la giunta Mastrangeli aveva assunto una posizione diversa dal resto della coalizione. Il punto è proprio questo: il capoluogo dovrebbe rappresentare il centro di gravità permanente del centrodestra. Invece no, va in controtendenza e nessuno sembra porsi il problema.
Esiste un obiettivo asse (dal 2012) tra il deputato Nicola Ottaviani (coordinatore provinciale della Lega), il sindaco Riccardo Mastrangeli e l’assessore tecnico al bilancio Adriano Piacentini. Tutti e tre provengono da Forza Italia, tutti e tre ne sono usciti. Adesso però è diverso, perché se gli “azzurri” di Claudio Fazzone staranno all’opposizione, tutto questo avrà degli effetti. Allo stesso modo Fratelli d’Italia di Massimo Ruspandini dovrebbe rappresentare il primo interlocutore, considerando la saldezza di nervi (politica) dimostrata in tutti i momenti cruciali: essere rimasti nella coalizione dopo l’estromissione dell’assessore Fabio Tagliaferri nell’ultimo scorcio della passata consiliatura, sì (soffertissimo) a primarie già decise a tavolino, via libera alla candidatura a sindaco di Riccardo Mastrangeli come “garante” dell’intera coalizione. Salvo scoprire qualche mese dopo che in realtà lui (Mastrangeli) si considerava “un civico in quota Lega”.
Oggi che il Sindaco ha deciso di tenere come tecnico di sua fiducia Adriano Piacentini (sia pure con un forte ridimensionamento delle deleghe), nessuno pone il tema che la Lista Ottaviani ha perso due consiglieri comunali su cinque. Parliamo della civica che indica il presidente dell’aula (Massimiliano Tagliaferri) e due assessori (Valentina Sementilli e Angelo Retrosi). Immaginate cosa sarebbe successo se Fratelli d’Italia avesse perso due consiglieri? Uno tra Paolo Fanelli e Simona Geralico sarebbe stata messa in discussione subito.
Nessuno rileva che la crisi di Mastrangeli sta tutta nell’inarrestabile declino politico di Nicola Ottaviani che controlla poco o nulla del suo ex-gruppone a Frosinone, che all’interno del Carroccio è stato sempre visto come un corpo estraneo e che in provincia non ha amministratori di riferimento.
Non è tutto: a Frosinone il gruppo della Lega è ridotto ad un solo consigliere (Dino Iannarilli) visto che Giovanni Bortone ha dichiarato l’appoggio esterno, insieme ad Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella. L’assessore Rossella Testa ha visto dimezzato il proprio appoggio in consiglio comunale. Anche in questo caso nessuno fiata o alza la manina.
Nonostante l’assessore al centro storico raccolga da sempre, più critiche che consensi.
Qui non si tratta di consumare vendette o si giocare allo “sfascio”. Si tratta semmai di affrontare l’altra parte della verifica, quella che vede la rappresentanza in giunta fortemente sganciata dall’assetto dei gruppi. Fra l’altro Riccardo Mastrangeli difficilmente potrà davvero aprire alle opposizioni. Perché nel momento in cui lo farà, il gruppo Futura (Teresa Petricca, Giovambattista Martino e Francesco Pallone) rivendicherà un assessorato. Ci sono due ragionamenti sul tavolo. Il primo è pragmatico: i numeri non mancheranno mai in aula consiliare, considerando che le opposizioni non hanno alcuna intenzione di mettere in difficoltà Mastrangeli.
Il secondo però è politico: il centrodestra era partito con 22 consiglieri, ora è sceso a 17, ma potrebbe ritrovarsi a 14 se entrasse in rotta di collisione con FutuRa. Vuol dire che in poco più di due anni si sono persi 5 esponenti e si potrebbe arrivare a 8. Eppure nessuno sente il bisogno di capire perché e di effettuare un “reset” vero. Coinvolgendo i partiti e le liste civiche. Finché questo non avverrà il Comune di Frosinone resterà periferico negli assetti del centrodestra.