La Uiltucs di Latina, il sindacato che segue ormai da mesi gli ex dipendenti delle coop Karibu e Consorzio Aid riferibili ai parenti del deputato Aboubakar Soumahoro, ha incontrato questa mattina il prefetto Maurizio Falco, e gli ha ribadito “la necessità urgente” del pagamento degli stipendi arretrati e “la ricollocazione dei lavoratori nelle società nuove affidatarie, dopo l’azzeramento degli appalti applicato dalla Prefettura”.
Per questo è stato chiesto un tavolo a cui vengano convocati “sia i soggetti affidatari dei servizi e altri operatori della provincia che operano nel comparto dell’accoglienza”, sia “le associazioni datoriali”.
Il prefetto, si legge in un documento del sindacato, si è “reso disponibile nel rispetto dei principi della moral suasion a farsi garante del buon andamento della procedura di affidamento pubblico”.
IL SINDACATO RESTA IN TRINCEA
“Abbiamo ufficializzato le nostre richieste, le criticità che riteniamo opportuno affrontare nell’incontro che sarà fissato a breve – il commento del sindacato – Come Uiltucs Latina, oltre alle problematiche causate dalle Coop Karibu e Aid, abbiamo la necessità di ripristinare e sensibilizzare un modello di politiche nel settore dell’accoglienza e integrazione diverso, virtuoso e soprattutto dignitoso per i lavoratori. Il settore, le cooperative, i soggetti che gestiscono i progetti possono e devono tener conto di questa forza-lavoro devastata da una cattiva gestione (parliamo di Karibu e Aid).
I lavoratori non possiamo perderli e abbandonarli: devono essere ricollocati nel settore. Ognuno per il proprio ruolo deve fare la sua parte: lo spazio occupazionale esiste, il tavolo istituzionale che chiediamo è con tutte le parti del comparto accoglienza, e deve servire a voltare una brutta pagina della nostra provincia.
L’obiettivo e’ ricollocare i veri addetti dell’accoglienza e dell’integrazione – conclude la Uiltucs – i soli che hanno gestito con professionalità e hanno pagato il prezzo più alto della cattiva gestione delle cooperative”.
L’ATTACCO DI PIANTEDOSI
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in un’intervista al quotidiano Libero si è detto determinato a mettere al centro dell’agenda europea la questione dei flussi migratori nel Mediterraneo.
“Il tema del contrasto all’immigrazione illegale è stato nodale sin dal primo giorno. Il governo è determinato a mettere al centro dell’agenda europea la questione dei flussi migratori nel Mediterraneo -ha dichiarato il ministro- per noi è una questione di grande importanza anche perché ad essa sono legati i fenomeni di degrado e disagio nelle nostre città. Dobbiamo contrastare le cause che alimentano insicurezza e incidono sulla vivibilità delle nostre città ed in questa direzione lavoriamo ogni giorno con prefetti, magistratura, forze di polizia e amministratori locali.
Anche l’Europa deve fare la propria parte” ribadisce il ministro. Poi, sottolineando l’importanza del contrasto del governo Meloni dell’immigrazione clandestina, il ministro torna sulla vicenda del deputato di Sinistra Italiana e Verdi finito al centro dello scandalo.
“Soumahoro? Di solito – spiega Piantedosi a Libero – non commento fatti che costituiscono oggetto di approfondimenti in corso. Ma voglio dire che la quasi totalità dei soggetti coinvolti nell’accoglienza agisce con autentico spirito solidale. Con alcuni di essi, come la Comunità di Sant’Egidio e la Federazione delle Chiese evangeliche, abbiamo accordi specifici per realizzare corridoi umanitari. Il loro lavoro non deve essere offuscato da quei singoli casi riguardanti chi persegue business lucrosi con tanto di testimonial” ha spiegato Piantedosi.