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Cassino, addio farmacia comunale: meglio 1,5 milioni per riqualificare S. Bartolomeo

Tarcisio Di Pontecorvo
Primo Consiglio comunale dell’anno con il via libera alla vendita tramite bando. Ma il sindaco Salera avverte: lavoreremo per ottenere una nuova concessione. Via libera anche per il regolamento dell’isola pedonale. Emendamento sullo spazio che sono obbligati a lasciare i commercianti per il transito di pedoni e carrozzelle: si riduce da 2 metri ad 1,5 metri.
Gennaio 30, 2024

Via libera al regolamento dell’isola pedonale permanente ma con una riduzione, da due metri ad un metro e mezzo, dello spazio che gli esercizi commerciali sono obbligati ad assicurare – nell’occupare il suolo pubblico – per il passaggio di pedoni, di genitori con le carrozzine, di disabili. Disco verde anche per la vendita della farmacia comunale di San Bartolomeo con impegno dell’amministrazione ad utilizzare in riqualificazione del quartiere quanto incamerato dall’acquirente che vincerà il bando e che si prevede possa essere di circa 1 milione e 600 mila euro. Sono i principali risultati del Consiglio comunale dell’altra sera, il primo del 2024 ormai con vista diretta sulle elezioni amministrative di giugno. 
L’assessora Maria Rita Petrillo si è soffermata sui controlli che saranno messi in atto affinché il regolamento venga osservato da tutti e soprattutto dagli esercizi commerciali. «Il testo – ha spiegato – prevede la semplificazione del processo autorizzatorio per occupazioni di suolo pubblico ed aree private di interesse pubblico. Il nostro intento è quello di favorire la convivenza tra residenti e attività commerciali, fissando limiti precisi e invalicabili. L’area pubblica concedibile alle attività commerciali che prospettano le aree pedonalizzate deve essere inderogabilmente misurata secondo quanto previsto dal regolamento».
Il capogruppo di maggioranza Edilio Terranova ha quindi illustrato l’emendamento che nella sostanza fissa lo spazio di almeno 1,5 metri per il transito delle persone, ferma restando la garanzia al transito dei mezzi di soccorso e l’abbattimento di ogni barriera architettonica.
Il consigliere di opposizione Renato De Sanctis ha contestato che l’emendamento sia riferibile al commercio fisso, ritenendo che sia destinato esclusivamente a quello itinerante. Ma si è soffermato, tra l’altro, sulla norma che impone il rimessaggio all’interno del locale di sedie, tavolini e ombrelloni usati nelle aree esterne agli esercizi (i dehors sono vietati), chiedendo che possa concedersi, nelle ore notturne, l’accantonamento del materiale a ridosso delle mura dell’esercizio commerciale.
Il consigliere Francesco Evangelista ha ricordato che manca il piano urbano del traffico e, quindi, un assetto della viabilità che tenga conto della chiusura alle auto di Corso della Repubblica e di Piazza Diamare, con relativo caos nelle arterie circostanti.
Il consigliere Armando Russo s’è appellato all’assessora Petrillo affinché, nell’attesa del nuovo regolamento, almeno venga fatto rispettare il vecchio: «E’ uno spazio che, al contrario di quello che dice la maggioranza, non consente di fare due passi e quattro chiacchiere visto che i bar occupano tutto».
L’esponente della maggioranza Gennaro Fiorentino s’è detto contrario a fare concessioni ai locali e quindi ha anche bocciato l’idea di rendere possibile l’accantonamento di sedie e tavoli all’esterno durante le ore notturne.
La consigliera di minoranza Michelina Bevilacqua ha chiesto, invece, di rendere possibile la realizzazione di dehor permanenti.
L’ex presidente del Consiglio comunale Massimiliano Mignanelli ha sottolineato la necessità di organizzare, in collaborazione coi commercianti, eventi che richiamino gente al centro durante la settimana, visto che oggi il flusso è praticamente limitato ai week end.
Il sindaco Salera – che ha messo in evidenza come sia rimasto distante dalla redazione del regolamento proprio per consentirne una redazione corale da parte dei consiglieri comunali di maggioranza e opposizione – ha assicurato che il regolamento sarà subito attuato, una volta verificato quel che accade in pratica, saranno adottati i correttivi del caso.
Votazione finale con 19 favorevoli e 4 contrari.
L’iter che ha portato alla decisione di vendere la farmacia comunale di San Bartolomeo è stato al centro della relazione del vicesindaco ed assessore ai Lavori pubblici, Francesco Carlino che ha fatto riferimento «allo stato di dissesto finanziario in cui il Comune tutt’ora si trova» e alla «difficoltà di reperire nuove entrate per investimenti alternativi all’indebitamento»: due circostanze che «rendono opportune le misure di dismissione dei beni patrimoniali non istituzionali al fine di reperire nuove risorse finanziarie da destinare al finanziamento di opere pubbliche strategiche e prioritarie per la collettività amministrata». Per questo «la cessione della titolarità della Farmacia permetterebbe di generare un introito economico da utilizzare, per finanziare interventi di riqualificazione del quartiere San Bartolomeo». Il   ricavato presunto dell’introito è stato stabilito da una perizia in 1.579.730,00 euro a base di gara.
Il capogruppo della Lista Salera Sindaco, Terranova ha ricordato la petizione fatta ai tempi in cui sedeva all’opposizione, insieme all’attuale primo cittadino, e vennero raccolte 1500 firme per chiedere al Comune interventi nel quartiere di San Bartolomeo che adesso potranno essere coperti dai fondi che si ricaveranno dalla vendita della farmacia. Esercizio di pubblico interesse che peraltro, al contrario di quanto previsto all’epoca, resterà nello stesso posto e non verrà delocalizzato (cosa che sarà prescritta nel bando).
«Si tagliano i rami secchi e non con quelli che ci danno qualcosa – ha commentato De Sanctis -. Vi volete disfare di un bene che va a vantaggio dei cittadini perché una farmacia comunale è un bene sociale. Le rate di un mutuo per finanziare i lavori a San Bartolomeo potrebbero essere pagate proprio col canone della farmacia che resterebbe bene comunale».
Contrario alla vendita anche Francesco Evangelista che ha tuonato: «Non si può pensare di vendere un bene pubblico con quella motivazione, visto che i lavori possono essere finanziati in altra maniera. Penso che  il quartiere sia stato abbandonato da voi per 10 anni. E comunque non si può dire che si è usciti dal dissesto e poi perorare la causa elettorale di un consigliere e dell’amministrazione in questa maniera. Questa cambiale politica non l’accetto».
Laura Borraccio ha parlato di contraddizione: «Lei, sindaco, mi ha sempre attaccato perché secondo il suo parere il quartiere non aveva bisogno di riqualificazione ed oggi sostiene l’esatto contrario».
Il sindaco Salera ha quindi ricordato che, a differenza della delibera di giunta originaria dei tempi del centrodestra che «disponeva la delocalizzazione oltre alla vendita», la farmacia resterà a San Bartolomeo. La farmacia è sempre stata gestita da un privato e mai dal Comune. Inoltre «abbiamo la possibilità che il Comune possa ottenere una nuova concessione e lavoreremo su questo, per portare la nuova farmacia comunale in un’altra zona periferica. (…) La riqualificazione è un diritto di quel quartiere, come lo è la destinazione di quelle somme a San Bartolomeo. E non per far campagna elettorale: è interesse di tutta l’amministrazione e non di un solo consigliere».
«La scelta della vendita o della locazione sempre ad un privato è scelta dell’amministrazione, che decide in base a convinzioni che saranno i cittadini a valutare. Per noi è più conveniente la vendita anziché una nuova locazione».
«Chiaro che nel servizio non cambia nulla – ha chiosato quindi De Sanctis -. Ma mentre la farmacia comunale produce ricchezza pubblica quella privata non produce ricchezza pubblica». 
«Una delibera così a 3 mesi dal voto è campagna elettorale non un bene per la città», ha ribadito Evangelista.
Il duello politico si chiude coi voti della maggioranza: 14 favorevoli e 4 contrari. De Sanctis, Russo, Borraccio, Bevilacqua, perché Evangelista nel frattempo ha lasciato la seduta per protesta. 

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