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Castro dei Volsci, Luca Manfredi smorza le polemiche: “A mio padre sarà realizzata una statua”

Cesidio Vano
“Castro dei Volsci ha un centro storico molto bello e ha visto i natali di mio padre, il cittadino più illustre. Mi era parso fuori luogo intitolare il teatro locale a Gassman che è genovese e che ha tanti altri teatri che portano il suo nome” 
Maggio 20, 2022
Il bassorilievo a Castro dei Volsci dedicato a Nino Manfredi in occasione dei 100 anni dalla sua nascita

Nel paese del grande Nino, il teatro è intitolato a Gassman, ma non c’è alcuno scontro con il Comune.

“Ma no, la mia intenzione era solo quella di sanare un paradosso. Castro dei Volsci ha un centro storico molto bello e ha visto i natali di mio padre, il cittadino più illustre. Mi era parso fuori luogo intitolare il teatro locale a Gassman che è genovese e che ha tanti altri teatri che portano il suo nome. Sinceramente l’avevo quasi dimenticato”.

Una polemica forse più mediatica che reale. Almeno a leggere le dichiarazioni fatte a ‘La Stampa’ da Luca Manfredi, figlio del grande attore Nino, dopo che diverse testate nazionali hanno riscoperto la vecchia querelle dell’intitolazione a Vittorio Gassman del teatro comunale di Castro dei Vosci, paese natale di Nino Manfredi. Vecchia questione, perché, quell’omaggio a Gassman è avvenuto 19 anni fa, quando Nino era ancora in vita e, per quella ‘colpa’, l’amministrazione comunale dell’epoca aveva ritenuto di non poter intitolargli l’opera e il gestore di allora, avendo già altri teatri intitolati a Vittorio, si era sentito facilitato nell’aggiungerne un altro all’azienda.

Le polemiche erano esplose già allora e si sono riproposte, di volta in volta, in questi ultimi 20 anni, animate da chi non si fa capace che nella città di Manfredi il teatro cittadino sia intitolato a Gassman.

La vexata quaestio si è riproposta fragorosamente ad inizio settimana, dopo che Luca Manfredi, intervenuto a Serrone per l’intitolazione dell’arena-teatro comunale a suo padre ha voluto sottolineare il paradosso per cui, quel piccolo comune aveva omaggiato suo padre, mentre nella città natia nel genitore il teatro fosse intitolato ad un altro. Un altro, poi. Gassman e Manfredi erano amici sulle scene e nella vita. Anzi, come molti hanno avuto modo di ricordare, ai Funerali del primo, Manfredi sottolineato come fosse stato proprio Vittorio a sostenerlo e incoraggiarlo all’inizio della sua carriera.

Ad ogni modo, l’uscita di Luca è stata sufficiente a innescare di nuovo la vecchia polemica che, solo lo scorso anno, in occasione dei 100 anni dalla nascita del grande Nino, aveva visto tornare sulle barricate anche l’opposizione consiliare, ma con scarsi risultati.

La notizia, presentata come scontro tra le famiglie Manfredi e Gassman; tradimento del Castro verso Manfredi; la disfida del teatro; il teatro della discordia e via di questo passo, ha occupato diverse pagine e lunghi post sui principali giornali italiani: a partire da Corriere della Sera, e Repubblica fino alle trasmissioni di intrattenimento della Rai e all’attentissimo Dagospia.

Ma, a stemperare il tutto e chiarire che nelle sue parole non vi era alcuna vis polemica è stato proprio Luca Manfredi intervistato dalla Stampa di Torino: “Volevo solo sanare un paradosso. Mi era parso fuori luogo intitolare il teatro locale a Gassman che è genovese e che ha tanti altri teatri che portano il suo nome. Sinceramente l’avevo quasi dimenticato. Ne avevo parlato con il sindaco precedente per il quale era fuori discussione. Mi era stato proposto di mettere entrambi i nomi ma io ho declinato l’invito a fare del teatro un “condominio”, lo trovavo fuori luogo”.

L’attuale sindaco Leonardo Ambrosi, però, ha cercato di rimediare in qualche modo, come ha confermato lo stesso Luca a La Stampa: “Mi ha chiesto di pensare a qualcosa che potesse omaggiare la memoria di Nino. Allora mi è venuta in mente l’immagine che chiude il film «Pane e cioccolata», con mio padre nei panni del migrante Giovanni Garofoli con la valigia in una mano e la giacca nell’altra tra i binari del treno. Lo trovavo simbolico, qui è terra di migranti come il mio bisnonno che andò in America. Ne ho parlato con lo scultore Davide Dormino, un artista che amo che realizzerà l’opera a grandezza naturale (…) Non vorrei che la polemica fosse strumentalizzata. Il Comune ha dimostrato che l’affetto per Nino c’è e noi stiamo lavorando a questo bell’omaggio. Spero che la vicenda si concluda così perché sta andando troppo per le lunghe»».

Quella statua collocata a Castro dei Volsci risolverà la faccenda. Almeno si spera.

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