C’è un posto per tre: Buschini, Pompeo, Battisti e l’ipotesi sconfitta alla Regione

Dal caso Ruberti alla catastrofe elettorale delle politiche il Pd si ritrova pieno di ferite e vuoto di certezze. La corsa alla Pisana che sta per partire potrebbe riservare sorprese inimmaginabili almeno fino a qualche mese fa. Rimangono tutte le opzioni in campo ma il quadro, proprio in questi giorni, sta cambiando. Fermo restando che nulla modificherà l’attuale assetto delle segreterie, provinciale e regionale, le logiche che accompagneranno la scelta dei candidati e la formazione delle liste dipenderanno in misura maggiore dagli accordi eventualmente raggiunti in fase di formazione delle coalizioni. E dall’imprimatur che alla fine darà chi verrà designato alla Presidenza della Regione. Nessuno ha dimenticato come Nicola Zingaretti nell’accettare la sfida del dopo-Polverini impedì a tutti i consiglieri uscenti di ricandidarsi per motivi di opportunità politica: lo scandalo dei gruppi aveva toccato, in qualche modo, tutti i partiti. Ma per i contendenti attuali lo spauracchio è anche quello della possibile sconfitta. Senza allargare il campo sarà difficile battere qualunque candidato del centrodestra. Con il risultato che nell’assise regionale potrebbe arrivare un solo rappresentante dem. 

CHE FINE FARA’ MAURO BUSCHINI?

Ecco perchè le variabili che potrebbero interessare il Pd sono davvero molte e tutto quello che oggi sembra scontato dovrà reggere alla prova dei fatti. Che ne sarà per esempio di Mauro Buschini? L’ex assessore all’ambiente ed ex presidente del Consiglio regionale dalla sua ha un pacchetto di preferenze superiore ai suoi competitors. Ha referenti e in tutti i comuni della provincia. Ma contro di lui giocano diversi fattori. Il feeling con Francesco De Angelis non è quello dei tempi passati. Sulle difficoltà del rapporto tra i due pesa tra l’altro la siderale distanza personale e politica tra la moglie del consigliere, Francesca Cerquozzi e il presidente del Consorzio Unico. La ferita della mancata candidatura alle provinciali non si è mai rimarginata e nemmeno tutta una serie di antipatie tra l’aspirante sindaco di Veroli e alcuni fedelissimi del leader del Pd. A De Angelis, raccontano i bene informati, non è poi piaciuto il tentativo di Buschini di tenersi alla larga, quasi per cercare di trarne beneficio, dallo tsunami post-video. Il silenzio, che spesso è raccomandato, quando invece nasconde opportunismo e mancanza di coraggio non depone a favore di nessuno. Buschini dovrà poi superare l’incognita del via libera del partito al terzo mandato e una evidente ribellione da parte dell’elettorato che i social mettono sotto gli occhi di tutti. Bastava leggere i commenti di ieri a una sua iniziativa politica al nord della provincia per rendersi conto di quanto la vicenda Allumiere abbia influito negativamente sulla percezione dell’opinione pubblica.

PER POMPEO E’ L’ORA DEL DENTRO O FUORI

Antonio Pompeo si gioca una partita dentro o fuori da far tremare i polsi. L’attuale sindaco di Ferentino e presidente della Provincia rischia tutto. Si salva solo con l’ingresso alla Pisana altrimenti, almeno per un giro, tornerà alla professione. Anche se la congiunzione astrale in qualche modo sembra essere dalla parte sua. Tra le tante combinazioni con le quali si formerà la griglia di partenza delle regionali molte potrebbero riservargli un’insperata pole-position. E tra queste potrebbe esserci anche quella che vedrebbe uscire dalla corsa proprio Mauro Buschini. Perchè nel grande risiko della politica le sorprese decisive sono quelle che arrivano all’ultimo istante utile.

Anche dal parterre della manifestazione di sabato prossimo alle Terme di Pompeo (ore 10) con la quale Pompeo farà il bilancio dei due mandati alla guida del Comune e della Provincia si potrebbe riuscire a capire l’aria che tira per lui anche in relazione al sostegno che potrebbe avere dagli amministratori dem del territorio. 

E SE BATTISTI…

Un ruolo potrebbe tornare ad averlo Sara Battisti. C’è un’altra corrente di pensiero che vedrebbe la consigliera fiuggina pronta ad essere schierata in un accordo di ticket con Antonio Pompeo siglato con il placet di Francesco De Angelis. Con la garanzia che, in caso di sconfitta del centrosinistra, al secondo (del ticket) andrebbe uno degli incarichi riservati alla minoranza.

Manovre, giochi sotterranei e tatticismi continueranno fino alla presentazione delle candidature nella generale preoccupazione sul futuro e sul destino di un partito alle prese con una crisi di prospettiva, di posizionamento e di riferimenti senza precedenti.