Centinaia di scatoloni, con vistose scritte in cinese, e destinati alle Asl del Lazio. Sono quelli stipati in un capannone della ex caserma Cerimant di via Prenestina a Roma, sede dell’hub logistico della Protezione civile del Lazio per affrontare l’emergenza Covid.
Per la neo deputata della Lega Simonetta Matone e per il consigliere capitolino del Carroccio Fabrizo Santori potrebbe trattarsi delle mascherine acquistate dalla Regione Lazio all’inizio della pandemia e costate 11 milioni di euro, sulle quali sta indagando sia la Procura della Repubblica che la Corte dei Conti. Potrebbe trattarsi quindi dei 7 milioni e mezzo di mascherine fornite da una ditta di Frascati alla protezione civile ma mai utilizzate (leggi qui https://www.politica7.it/mascherina-gate-le-iene-allassalto-di-zingaretti-e-nellinchiesta-spunta-anche-il-nome-della-sorella-del-governatore/).
La scoperta è stata fatta da alcuni esponenti della partito di Salvini che hanno effettuato un blitz nell’ex caserma. Ieri, Matone e Sartori hanno segnalato il fatto alla magistratura inquirente oltre che alla procura militare (vista la natura del sito di stoccaggio) affinché si stabilisca cosa conservino quegli scatoloni e da dove provenga quella merce. Parrebbe trattarsi, infatti, di mascherine chirurgiche e di camici ospedalieri.
All’agenzia Dire (www.dire.it), l’onorevole Matone e il consigliere Santori hanno spiegato che dopo il blitz che ha rivelato la presenza dei numerosi scatoloni sigillati e destinati alle aziende sanitarie del territorio all’interno della caserma ex Cerimant, hanno deciso di presentare una denuncia-querela “supportata da prove e video” a tutte le autorità preposte.
Matone e Santori chiedono: “alla Procura della repubblica, alla Procura militare e alla Corte dei conti, che siamo certi interverranno con celerità e rigore ciascuna per la propria competenza, di fare luce sulla vicenda e di individuare e perseguire tutti gli eventuali responsabili”. Per i due esponenti della Lega “è assurdo che non si sappia con certezza che cosa c’è dentro ai pacchi destinati alle Asl, se mascherine o camici, e nel caso delle prime di quali tipo siano e se abbiano regolare certificazione CE. Vogliamo sapere quale ente ha commissionato questo carico”.
I due esponenti della Lega che hanno firmato la denuncia alla magistratura, sostengono che “Verosimilmente questa è la merce per la quale sono stati spesi 11 milioni di soldi pubblici durante l’emergenza Covid, quelli che la Corte dei conti, come riportato da molti organi di stampa, ha chiesto indietro al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti”.
Come si ricorderà, la vicenda delle mascherine acquistate dalla Regione e mai arrivate alle Asl è scoppiata dopo la denuncia presentata dalla consigliera regionale di opposizione Chiara Colosimo, ora eletta deputata di Fratelli d’Italia, che ha segnalato alla procura la procedura con cui Regione e Protezione civile hanno commissionato l’acquisto di 35 milioni di euro di mascherine chirurgiche, per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid, versando 11 milioni d’euro d’acconto al fornitore selezionato (una società che fino a quel momento aveva prodotto solo lampadine) senza che poi i presidi medici siano giunti a destinazione.
L’inchiesta avviata per danno erariale dalla procura presso la Corte dei Conti del Lazio coinvolge sia il presidente della regione Nicola Zingaretti e sia il responsabile regionale della protezione civile Carmelo Tulumello.
Finora, la Regione Lazio ha risposto alle contestazioni della Corte dei Conti, affermando la piena regolarità delle procedure seguite, già sottoposte al vaglio dell’Autorità nazionale anticorruzione che, per quanto di competenza, ha già archiviato le procedure avviate, ritenendo corretto l’operato dell’amministrazione regionale.