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Chi sono i frequentatori dei club privé? Ve lo diciamo noi

Alberto Fraja
Spazio poliginico e poliandrico dove s’aggirano everymen e everywoman che alla sera di ritorno dal lavoro infilano le pattine ai piedi per non scivolare sulla la cera dei pavimenti e si sbragano sul divano per vedere la De Filippi in tv
Giugno 1, 2022

La prima convinzione di cui disfarsi è quella di credere che i club privé siano ambienti ambigui dove si attingono a vette esecrande di dissolutezze sibaritiche. Luoghi di perdizione in cui si consumano orge sfrenate. Caldaie ribollenti di amori colpevoli dove ci si asserpola in amplessi selvaggi. 

La seconda è che si tratti di covi di corruzione frequentati da eccentrici coribanti e lussuriosi sileni affetti da sessualità compulsiva. Niente di tutto ciò. Gran parte di queste palestre per amanti del sesso “famolo strano” e “famolo coll’altri” sono delle vere e proprie spa naturiste con giardini, spiagge, parchi, piscine e saune, dove vigono regole rigide e in cui si danno appuntamento persone normalissime. 

Tutti gli italiani medi, per capirci, che è possibile incontrare su un autobus o in un vagone della metropolitana possono benissimo rappresentare gli utenti di un qualsiasi club privé. Un mondo per tutti o quasi (non ce lo vedo un anabattista apocalittico). Spazio poliginico e poliandrico dove s’aggirano everymen e everywoman che alla sera di ritorno dal lavoro infilano le pattine ai piedi per non scivolare sulla la cera dei pavimenti e si sbragano sul divano per vedere la De Filippi in tv.

“I nostri sono ambienti riservati ai soci dove tutto, dall’arredamento alla cura minuziosa di ogni particolare, dalle luci soffuse ai labirinti, dagli aromi, alle dark room ha contribuito a creare luoghi fisici e della mente senza vincoli, obblighi o pregiudizi, e all’insegna delle libertà individuali” scrive Augusto Pistilli in “La mia prima volta in un club privé” (Erga Edizioni) un libro-inchiesta che esplora un mondo poco conosciuto e ancora ammantato di mistero.

Il volume di Pistilli raccoglie la testimonianza di 50 coppie che, dopo aver superato un comprensibile imbarazzo iniziale, hanno cominciato a frequentare i club privati con compiaciuta consuetudine. Le storie sono state selezionate tra quelle raccolte nei club aderenti all’ associazione ASX-Assosex di cui Pistilli è presidente.

“Il gestore di un privé è innanzitutto un situazionista, cioè un cultore della situazione. La sua capacità è quella di realizzare un sogno che nella quotidianità di ogni giorno non avrebbe nessuna possibilità di esistere – scrive l’autore -. Così all’interno dei nostri club pian piano svaniscono timidezze, contrasti, dubbi e crescono le alchimie; i giochi di seduzione si arricchiscono di nuove possibilità, come quelle collegate all’abbigliamento, creando trame impensate anche dalle menti dei più grandi registi”.

Il privé ha una sua straordinaria valenza terapeutica. La coppia che va a giocare in questi ambienti non ha alcun difetto di fabbrica. Al contrario è molto in sintonia, proprio perché c’è una maggior conoscenza e complicità sessuologica. D’altronde, è innegabile che la crisi di una coppia spesso nasca da problemi nella propria vita sessuale. 
Cogliendo fior da fiore, c’è la coppia che si avvicina ai privé in età matura.

“Sentivo tutti gli occhi addosso e, pur nell’iniziale terrore, cominciavo comunque a rendermi conto di essere una persona capace di attirare gli sguardi, di piacere, di far nascere desideri – racconta lei -. Ero arrivata a ballare sul cubo attirando gli sguardi degli uomini e sentendo la loro eccitazione”. Poi c’è la ragazza di 27 anni sessualmente impedita che nel paradiso scambista di Grottaferrata (uno dei più gettonati del centro Italia) si libera di ogni freno e inibizione.

Ancora: Federico e Lucia che per sfuggire alla noia del paesino vicino Bologna dove l’unica attività è la produzione di kiwi, ritrovano voglia di vivere dandosi al baccanale. Divertente l’esperienza della coppia che decide di frequentare un privé dopo aver ascoltato in radio Cruciani che raccontava di marito e moglie tornati entusiasti per una vacanza trasgressiva sulla neve. Infine c’è Giovanni, 163 cm per 92 chilogrammi. Non ha un gran rapporto con il proprio corpo. La pinguedine gli crea imbarazzi con le donne. “Guarirà” frequentando un privé.

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