L’incendio doloso che ha distrutto Pianeta Outlet è l’ennesima conferma della infiltrazioni della criminalità (organizzata e non) in provincia di Frosinone. Non è il primo episodio del genere, che peraltro va inquadrato in un contesto nel quale anche la microcriminalità è presente e ramificata. Per non parlare del resto: gli omicidi di Emanuele Morganti e Thomas Bricca, la tragica sparatoria in via Aldo Moro, nel capoluogo. Sono ormai anni che la Ciociaria ha smesso di essere quell’isola felice della quale parlavano i nostri nonni e i nostri padri.
Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli non si è nascosto, ha detto che è innegabile che a Frosinone ci siano delle infiltrazioni della criminalità organizzata e che le Forze dell’Ordine stanno affrontando con serietà questa situazione.
Uno dei punti sui quali ragionare è questo: se anche sul versante della sicurezza la provincia di Frosinone fa enormi passi indietro, come si fa a pensare ad un rilancio vero, per il quale è necessario aumentare la popolazione residente e provare a invertire il trend dello spopolamento? In particolare della cosiddetta “fuga dei cervelli”? A Frosinone le risse tra bande di extracomunitari al quartiere Scalo (nei pressi di piazza Pertini) sono all’ordine del giorno. Anzi, della notte. Qualche giorno fa una troupe televisiva della trasmissione “Fuori dal coro” (condotta da Mario Giordano e in onda su Rete4) è stata inseguita da stranieri con una bottiglia rotta tra le mani e un coltello. La troupe aveva raggiunto la zona Scalo del capoluogo per documentare una situazione ben nota: degrado, spaccio di droga, furti, situazioni di emergenza anche sanitaria. Ce ne sono tante anche in altri Comuni della provincia.
Per quel che riguarda l’ordine pubblico sono in prima linea le Forze dell’ordine. Ma è arrivato il momento di porsi il tema in maniera globale. Intanto prendendo atto che la criminalità (organizzata e non) è presente nelle nostre città. In secondo luogo è necessaria pure una risposta in termini politici e sociali. Risposta che può avvenire soltanto attraverso una mobilitazione delle coscienze, propedeutica poi per assumere i provvedimenti necessari. Certamente un sindaco, una giunta e un consiglio comunale non hanno né i poteri né le competenze per poter intervenire. Possono però decidere di affrontare il problema pubblicamente, magari in aula consiliare. Sarebbe sicuramente un argomento di attualità e più serio delle tantissime interrogazioni che si ascoltano nel corso dei question time. La riqualificazione delle periferie, l’illuminazione pubblica, l’ulteriore potenziamento dei sistemi di videosorveglianza sono tematiche serie che possono contribuire a determinare l’humus giusto per affrontare certe situazioni.
In un territorio carente di infrastrutture, con collegamenti scarsi, alle prese con un gap enorme di manutenzione, con livelli di inquinamento ampiamente fuori soglia (pensiamo alla Valle del Sacco), con percentuali spaventose di disoccupazione e disagio sociale, se ci si mette anche l’emergenza criminalità, di che futuro possiamo parlare ai nostri figli? Il primo passo è obbligato: di queste situazioni è necessario cominciare a parlare seriamente e sistematicamente. Iniziando dal dibattito politico. Evitando stereotipi, populismo, demagogie e solite frasi fatte. Perché, per esempio, se si pone il tema che nel quartiere Scalo la notte ci sono risse tra bande di extracomunitari, non significa essere intolleranti o, peggio, razzisti. Vuol dire affrontare la situazione per quella che è. Chiudere gli occhi, fare finta di nulla, minimizzare ad ogni costo sono operazioni che sinceramente non soltanto non servono a nulla. Ma probabilmente peggiorano la situazione. Bene ha fatto il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli a recarsi immediatamente, ieri mattina, a Pianeta Outlet per dimostrare solidarietà a chi ha deciso di investire e lavorare nel capoluogo. E’ ora di affrontare queste situazioni seriamente. Dando alle Forze dell’ordine (impegnate in prima linea) il necessario supporto politico, sociale e perfino morale.