I coltivatori contro l’assessore all’Agricoltura del Lazio, Enrica Onorati: Piano di Sviluppo Rurale da rivedere. E’ completamente errato “ne riparleremo con chi subentrerà al suo posto dopo le elezioni”. Ce ne vuole ad essere al capo del ‘dicastero’ regionale per l’agricoltura e inimicarsi una delle associazioni di categoria più rappresentative del mondo agricolo, come è la Coldiretti. L’assessora Onorati, ora ricandidata al consiglio alle Regionali Lazio 2023 nella lista del Pd a Latina, ce l’ha fatta e senza neanche dover sudare molto. Campo di scontro le previsioni del nuovo Psr, ovvero il Piano di sviluppo rurale della Regione Lazio, tramite il quale le realtà produttive del complesso mondo agricolo accedono ai finanziamenti e al sostegno dell’Ue.
Coldiretti: “Cambieremo tutto con il nuovo assessore”
La rottura è tale che David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio annuncia: “Lavoreremo per modificare completamente quanto è stato fatto dall’attuale assessore regionale all’Agricoltura, Enrica Onorati, con chi prenderà il suo posto nella nuova Giunta”. Un’affermazione che, in piena campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale, è un vero e proprio macigno lanciato nello stagno della politica regionale.
Tutte le criticità individuate da Coldiretti verso l’assessore Enrica Onorati
Ma cosa ha combinato Enrica Onorati? Coldiretti lamenta l’assoluta mancanza di concertazione nel redigere il documento per la programmazione europea, che ha visto respinte tutte le richieste di modifica avanzate dall’associazione di categoria. Eppure – sostiene Granieri – erano richieste fondamentali per colmare alcune lacune del vecchio Piano di Sviluppo Rurale. Si è finito così con il riproporre vecchie misure che già hanno dimostrato di essere inefficaci. Meno che mai, l’assessora avrebbe voluto sentir parlare di semplificazione burocratica. Tra le numerose proposte di Coldiretti Lazio al Psr, respinte anche quelle relative al bando sul biologico, che com’è “penalizza le aziende interessate a partecipare a causa dei tempi stretti stabiliti dall’assessore Onorati per presentare le domande”.
Coldiretti aveva inoltre contestato la misura del “Benessere animale”, “che prevede un sostegno a favore degli allevatori che si impegnano ad aderire al sistema di valutazione Classyfarm. Una scelta, questa, che per la Coldiretti Lazio, è inapplicabile “vista la realtà agricola della nostra regione e prevede la quasi totale esclusione degli allevamenti ovi-caprini”.
Tra le modifiche proposte da Coldiretti Lazio anche quella di eliminare gli Enti pubblici e altre associazioni o soggetti non inerenti al mondo agricolo, dai beneficiari ammissibili a partecipare ai bandi. Necessario, inoltre, ridurre la dotazione finanziaria destinata all’erogazione dei servizi di consulenza e sulla formazione, dal momento che quest’ultima è già ampiamente finanziata e si può prevedere una unica misura di formazione e informazione.
Assessore avvisato, ma non slavato
Coldiretti aveva avvisato a più riprese l’Onorati che, senza confronto e condivisioni dei contenuti, sarebbe stata rottura totale: lo fatto sia in merito all’inadeguatezza delle risorse, sia in merito al criterio selettivo “che non consente a molte aziende di beneficiare agli investimenti produttivi agricoli previsti nel documento strategico regionale 2023-2027” fino a disertare, lo scorso dicembre, il tavolo di partenariato. L’ulteriore confronto, seguito a quella clamorosa assenza, non ha portato migliori frutti, anzi consente a Granieri di rincarare la dose, segnalando “un altro elemento di gravità relativo alla mancata nomina da diversi mesi del Direttore all’Agricoltura”.