All’esame dell’Aula, il ‘collegato di bilancio’ – contenente tra l’altro, una serie di misure a sostegno di imprese e famiglie contro il carovita – si è presentato in versione rivista.
Il provvedimento, proposto dalla Giunta Zingaretti come ultimo atto della legislatura prima che il governatore Nicola Zingaretti si dimetta per l’incompatibilità sopraggiunta con la sua elezione a deputato e mandi tutti a casa per il rinnovo del governo regionale, era inizialmente composto da 62 articoli e affrontava svariate materie presentandosi a tratti come una legge che conteneva nuove leggi. Da qui le forti critiche e accuse delle opposizioni che, senza mezzi termini, hanno puntato il dito contro la maggioranza Pd accusandola di voler solo approvare – a tempo ormai scaduto – una serie di mance e mancette elettorali per cercare di recuperare il consenso perso, come le elezioni del 25 settembre hanno già certificato.
Dopo le polemiche, sollevate anche in commissione Bilancio – che si è limitata alle audizioni delle parti sociali sulla proposta di legge e non ha esaminato nel merito i temi affrontati per accelerare l’approvazione da parte del Consiglio – il testo è stato rivisto a seguito del confronto avuto tra i capigruppo consiliari e, venerdì pomeriggio, nell’aula della Pisana, è arrivato ristrutturato in 9 capi, riguardanti: transizione ecologica, tutela ambiente, sociale e salute, turismo, commercio e trasporti, patrimonio, enti pubblici, casa, modifiche leggi, fondi speciali, soppressioni. Cuore del Collegato alla legge di Stabilità 2022 restano però gli interventi per l’attenuazione del caro-bollette e il trasferimento di poteri in materia urbanistica a Roma, come ha spiegato il vicepresidente della Regione, Daniele Leodori, che ha illustrato il provvedimento ai consiglieri.
Nel corso degli interventi seguiti alla relazione di Leodori, che ha anche la delega al Bilancio, ha preso la parola Chiara Colosimo, consigliera di Fratelli d’Italia, dimissionaria perché eletta parlamentare: “Oggi saluto il Consiglio regionale – ha dichiarato la ormai ex consigliera regionale, oggi onorevole – sono state disattese le promesse di questa Giunta, ci chiedete di votare una manovra che ha il sapore di chi abbandona la nave. O del maestro d’orchestra che lascia la sua banda stonata. Non muoveremo un dito per allungare l’agonia di questa Giunta, dopo 10 anni ci dite che è urgente passare a Roma le deleghe per l’Urbanistica. In questi anni avete dimenticato la provincia di Roma e le province del Lazio, noi sappiamo invece che le province sono un patrimonio straordinario”. Daniele Ognibene, di Liberi e Uguali, si è fatto carico di replicare all’esponente di FdI evidenziando come “Colosimo non ha fatto distinzione, pensavo che stessimo discutendo sul collegato, invece, ha fatto un intervento politico, qui c’è una maggioranza che negli ultimi dieci anni ha governato la Regione Lazio, è chiaro che chi sta all’opposizione critichi il lavoro fatto. Votiamo questo atto più velocemente possibile, ma non potete dire che questo atto è una mancia o una marchetta, non posso accettarlo, l’attacco è fatto bene quando è circostanziato. Questo collegato contiene importanti articoli su agricoltura e interventi contro il caro bollette”.
Anche per Giancarlo Righini, consigliere di Fratelli d’Italia, il collegato voluto da Zingaretti e dalla sua maggioranza non è altro che “Una grande melina”. Righini nel suo intervento in aula ha spiegato:
“Avete governato per 10 anni grazie al trasformismo di altri – il riferimento è al sostegno prima indiretto e poi diretto dato dal M5S al Pd e a Zingaretti che dopo le elezioni di 5 anni fa non aveva maggioranza in Aula – , ma questo sistema si sta sclerotizzando e oggi lo vediamo di fronte alle difficoltà di rifare il campo largo. Non presenteremo emendamenti – ha anticipato Righini – perché ci vergogniamo di fare melina per allontanare il giorno in cui arriverà il giudizio dei cittadini del Lazio. E sarà un giudizio implacabile come il nostro verso questo collegato. Avremmo voluto essere già in campagna elettorale. Questo provvedimento pare un tentativo goffo di dare risposte tardive a tutti, a imprese e famiglie devolvete una miseria”.
Al termine della discussione, la seduta del consiglio è stata aggiornata a giovedì 3 novembre, quando è previsto il voto finale sul provvedimento. Già il 4 novembre, se giovedì il collegato sarà legge, Zingaretti potrebbe firmare le dimissioni da presidente della Regione.