Il presidente della Regione Lazio non ama le ribalte, i palchi e le sfilate. È Governatore da nove mesi, ma, pur passando spesso inosservato e tra le molte inquietudini che attraversano i partiti della maggioranza regionale, ha smantellato l’assetto costruito dal centrosinistra di Nicola Zingaretti. Guardiamo alla provincia di Frosinone: cancellato l’Egato dei rifiuti, in attesa di un Piano che rivoluzionerà l’approccio alla materia. All’Ater è stato nominato Antonello Iannarrili, che proprio in questi giorni ha chiesto al Mef l’autorizzazione per procedere con le ingiunzioni di pagamento per recuperare crediti di 40 milioni di euro. Mai successo prima. Presidente della Saf è Fabio De Angelis, che ha avviato un’operazione di riorganizzazione operativa all’insegna del taglio agli sprechi. Alla guida del Consorzio industriale cambio della guardia: Francesco De Angelis ha annunciato le dimissioni. Al suo posto il nome che circola con insistenza è quello di Massimo Tabacchiera. Sulla sanità, commissariamenti e nomine a parte, è iniziata una fase nuova che mira ad abbattere i tempi di attesa sia nei Pronto Soccorso che per le visite diagnostiche. Gli altri dossier sui quali si procederà a fari spenti ma con decisione sono quelli dell’ambiente e delle politiche industriali. Per quanto riguarda i rifiuti sta per finire l’epoca dell’approccio demagogico al problema dello smaltimento. Servono impianti. Progettati e costruiti secondo logiche green ma guardando ai costi. Per il “pubblico” e per i cittadini. Non si fa notare Francesco Rocca. Luca Di Stefano ha avuto il merito di ottenere i primi impegni. Con la conferma dell’onestà con la quale il Presidente guardi ai problemi “differenti” della provincia rispetto a quelli della città. Un primo passo importante, da non sottovalutare. Continuano a non vederlo arrivare, come direbbe Elly Schlein.
TUTTE LE SPINE DELL’IMPERTURBABILE MASTRANGELI
Ormai da mesi ci sono problemi all’interno della maggioranza di centrodestra al Comune di Frosinone. Da quando cinque consiglieri comunali si recarono dal sindaco Riccardo Mastrangeli per chiedere formalmente un raccordo più forte con la Giunta. Parliamo di Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega), Pasquale Cirillo (Frosinone Capoluogo) e Maurizio Scaccia (Forza Italia). Tre di loro non hanno rinnovato il sostegno scritto al primo cittadino per il proseguio della consiliatura. Si tratta di Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella e Giovanni Bortone. Per il momento Pasquale Cirillo ha congelato la sua posizione: ma cosa succederà se non verrà candidato alle provinciali con la Lega? Con Maurizio Scaccia ha parlato in più occasioni Adriano Piacentini. Per il momento la situazione sembra rientrata. In realtà non è mai stato accantonato il progetto di dare vita ad un nuovo gruppo che possa dire la sua in maggioranza e rivendicare almeno un assessorato. Uno scenario molto temuto da Mastrangeli e dal centrodestra perché andrebbe a scompaginare gli equilibri raggiunti dopo le elezioni. Pizzutelli, Mirabella e Bortone però ne discutono tra loro e prima o poi il passo verrà effettuato.
A quel punto di vedrà fino a che punto Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Lista Ottaviani, Lista per Frosinone, Lista Mastrangeli, Frosinone Capoluogo e il gruppo di Mauro Vicano e Alessandra Sardellitti sono veramente uniti. In questi ultimi mesi ci sono state polemiche su qualunque cosa: piste ciclabili, Bus Rapid Transit, riqualificazione della piazza dello Scalo, rivoluzione della viabilità in diverse zone della città, Palazzetto di piazza Martiri di Vallerotonda, Stadio del Nuoto. Se davvero nascerà un nuovo gruppo all’interno della maggioranza, gli altri dovranno decidere come rispondere. Se con una verifica e un conseguente rimpasto, se provando ad andare avanti senza i “dissidenti”, se aprendo ad alcune forze di opposizione. Molti dipenderà da quante persone sarebbe formato il gruppo: un conto è se avrà tre consiglieri, un altro discorso se a mettersi insieme dovessero esserne cinque o di più. Il quadro delle candidature alle provinciali aiuterà a chiarire diverse posizioni. Riccardo Mastrangeli non appare preoccupato: alle brutte, auspicherebbe le elezioni anticipate.
Probabilmente in qualunque altra realtà si farebbe la cosa più normale: una seria verifica di maggioranza, basata in particolar modo su quanto realizzato dagli assessori. Un rimpasto non è una bestemmia e nemmeno una dichiarazione di resa. Fa parte della politica. Ma al Sindaco, impegnato ormai a tempo pieno nella missione di trasformare Frosinone in un capoluogo del futuro, l’idea non piace. In questo modo però l’unica alternativa è quella di andare avanti con questo clima di perenni mal di pancia. Fino alle europee sarà difficile che qualcuno possa assumersi la responsabilità di “spaccare” in un Comune capoluogo. Dopo però la situazione potrebbe cambiare radicalmente.
