Comune in preda a ritardi e confusione. La partenza falsa della nuova amministrazione. Volare alto nel pontino appare impossibile  

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A quasi tre mesi di distanza dalla vittoria elettorale di maggio la squadra del sindaco resta monca in alcune posizioni apicali. Di fatto a guidare il team di Matilde Celentano è il responsabile della segreteria Stefano Gori, ma mancano almeno due figure centrali. Il capo di gabinetto, che normalmente dovrebbe avere un rapporto strettamente fiduciario con il sindaco ed il direttore generale, profilo destinato ad essere ricoperto da un grande conoscitore della macchina amministrativa.  

STATO DI CALMA APPARENTE

Dopo la composizione della giunta, avvenuta ai primi di giugno, sembrava imminente la definizione degli ultimi tasselli amministrativi. Ed invece a distanza di circa 60 giorni dall’avvio della gestione Celentano, un silenzio assordante si percepisce nelle stanze di piazza del Popolo.
Un silenzio che sembra nascondere difficoltà inaspettate per il nuovo corso. I rumors di palazzo davano praticamente per insediati due personaggi diversi e rappresentativi di due mondi differenti, per non dire opposti. Da un lato Agostino Marcheselli, per 8 anni il braccio destro di Vincenzo Zaccheo e fortemente sponsorizzato dalla destra latinense. Dall’altro Alessandro Panigutti, giornalista, ex direttore responsabile di Latina e Ciociaria Oggi, da sempre piuttosto allergico agli ambienti conservatori, per formazione e convinzione politica. Eppure, anche l’ex prima donna del giornalismo pontino avrebbe dalla sua un sostegno importante sul piano politico. E non di poco conto. E’ noto a tutti che Panigutti venga ben visto da Nicola Calandrini, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Bilancio del Senato. Sarebbe proprio quest’ultimo a volerlo nel ruolo di primo consigliere del sindaco.  
Tutto fatto dunque? Manco per niente. Perché con il passare dei giorni le certezze di primavera sono state soppiantate da dubbi e perplessità crescenti, tra il personale amministrativo e la stessa classe politica. C’è chi sostiene che i ritardi sarebbero dovuti alle incertezze sul quadro economico del Comune. Non mancano voci su una presunta insufficienza di fondi per il potenziamento dello staff del sindaco. Così come ad incidere sullo stallo attuale ci sarebbero le frizioni interne alla coalizione di centrodestra e allo stesso partito di maggioranza relativa. Calandrini gode di un buon rapporto con la Lega di Durigon ma non piace ai vertici di Forza Italia. E soprattutto è stato al centro di una critica non tanto velata del consigliere regionale Enrico Tiero, che lo avrebbe sostanzialmente invitato ‘a far pesare di più’ i voti di Latina e provincia nei tavoli istituzionali regionali.  

DUBBI A PALAZZO

Insomma l’amministrazione Celentano sarebbe già ‘prigioniera’ di perplessità, incertezze, frizioni e veleni interni. In tutto questo sono in molti a chiedere quale sia il vero spessore del sindaco. Matilde Celentano finora è rimasta piuttosto fuori dai giochi che la riguardano, Ma prima o poi la strategia del profilo basso dovrà lasciare il campo alle scelte politiche. Le pressioni non mancano, ma sono in tanti ad attendere al varco il neo primo cittadino.  
C’è poi il mistero del direttore generale. Il bando precisa le funzioni, come sovrintendere allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti e coordinarne l’attività, o organizzare l’assetto dell’ente o presiedere delegazioni trattanti e relazioni sindacali.

Ma quali caratteristiche devono avere i candidati? Oltre a quelle classiche, è richiesta la laurea (magistrale o specialistica) in Ingegneria o Architettura o di gruppo economico o di gruppo giuridico, e soprattutto, le esperienze professionali: se dipendente di amministrazione pubblica, avere svolto almeno cinque anni di servizio in posizioni funzionali ad accesso con laurea dei quali almeno due come dirigente; avere un dottorato di ricerca o il diploma di specializzazione in scuole individuate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri; o avere ricoperto incarichi dirigenziali o equiparati, in amministrazioni pubbliche; o anche avere maturato, con servizio continuativo per almeno 4 anni presso enti o organismi internazionali, esperienze lavorative in posizioni funzionali apicali. Ma c’è anche un’altra possibilità: avere esperienza acquisita per almeno due anni di direzione di strutture complesse in amministrazioni pubbliche, o organismi e enti pubblico o privati, oppure aziende pubbliche o private.
Un bando ‘ritagliato’ su misura di qualcuno, trapela nei corridoi del palazzo. Questo qualcuno potrebbe essere Agostino Marcheselli. Ma non è detto. Perché c’è chi sostiene che sia pronto l’ingresso in campo di un nome a sorpresa: Enrico Michetti. Il candidato di centrodestra battuto sonoramente da Roberto Gualtieri alle comunali romane del 2021. Sfuggirebbero i motivi di un suo eventuale interessamento alla poltrona latinense. Lecito chiedersi, chi comanda davvero in Comune? C’è una vaga idea di come portare avanti la macchina amministrativa? Le nomine sullo staff del sindaco verranno effettivamente lasciate al primo cittadino o saranno ‘accompagnate’ da sponsor politici di alto livello? Ad oggi non sembra esserci chiarezza. Manca la bussola. La sensazione è che a piazza del Popolo si stia brancolando nel buio. Non proprio un inizio edificante per l’amministrazione del cambiamento. 

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