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Con Sinner e Alcaraz il futuro è adesso

Roberto Mercaldo
I due talenti emergenti fermano Kyrgios e Tsitsipas
Marzo 30, 2022
Jannik Sinner e Carlos Alcaraz

Secondo autorevoli pareri saranno i dominatori del tennis che verrà. Loro però sembrano non contentarsi e provano ad esserlo da subito. Parliamo di Jannik Sinner, da San Candido, e Diego Alcaraz, spagnolo di El Palmar. Venti anni il primo, diciotto il secondo e per entrambi un’intera carriera da disegnare: uno scrigno sovrabbondante di gioie e fors’anche portatore di qualche delusione, da aprire a colpi di racchetta. Sì sono affacciati sulla grande ribalta proprio mentre l’era dei “big tre” sembrava volgere al tramonto, perché l’anagrafe non fa eccezione neanche per re Roger, tormenta le ginocchia del guerriero Nadal e comincia a lanciare sommessamente i suoi strali anche al meno stagionato Djokovic.

Gli eredi al trono ufficiali, che si sono ritagliati il ruolo a suon di punti Atp, sono l’impassibile russo Medvedev, non troppo aggraziato nelle movenze ma terribilmente incisivo in ogni fondamentale, il talentuoso greco Tsitsipas, elegante e quasi accademico per la pulizia del gesto e il tedesco Zverev, un inno alla bellezza con la nota stonata di qualche bizzarria. Sembra però che i giovanotti di cui sopra non abbiano intenzione di rispettare le gerarchie e vogliano minacciare da subito le posizioni acquisite dai tre tennisti più quotati a succedere alle stelle cadenti. Il messaggio viene forte e chiaro da Miami, dove è in corso di svolgimento il secondo “mille” americano della stagione 2022. Siamo arrivati all’altezza dei quarti di finale e ancora i verdetti sono in bilico, ma finora a destare le sensazioni migliori sono stati proprio i due acerbi campioni. Jannik Sinner, con caparbietà montanara, non si è arreso nel turno per lui inaugurale al finlandese Ruusuvori, cancellandogli tre palle match a dispetto di una condizione fisica ancora perfettibile. Ha fatto ancor meglio nei sedicesimi, contro un Carreno Busta per nulla intenzionato a far sconti. In questo caso, con l’asticella più in alto quanto a livello di gioco e dispendio energetico, il giovin Jannik è arrivato ad annullare ben 5 match ball. Negli ottavi il tabellone gli opponeva un Kyrgios fin lì ingiocabile per tutti, capace di lasciare tre game complessivi a Rublev, numero sei del mondo.

Jannik però non si è perso d’animo, ha difeso i suoi servizi con grande tenacia e nel tiebreak ha demolito le certezze del bizzarro australiano, cui a nulla è servito uno show extra tennistico. Mentre Kyrgios ingaggiava un’ipotetica, poco comprensibile nelle motivazioni, battaglia con il giudice di sedia, Sinner filava liscio verso un quarto di finale che lo vedrà opposto alla rivelazione argentina Francisco Cerundolo. Intanto nella parte alta del tabellone Carlos Alcaraz sta travolgendo con punteggi inequivocabili ogni avversario. Sbarazzatosi di Fucsovic e Cilic quasi fossero fastidiosi moscerini (e nel caso del croato parliamo invece di un ex numero tre del mondo), il murciano ha esplicitato la grandezza delle sue ambizioni attraverso una partita pressoché perfetta contro Tsitsipas. Non è bastata una versione sontuosa del greco, davvero bravissimo nel primo set, per fermare la corsa del ragazzino spagnolo, capace d’imporsi in due partite e di lanciare così il guanto di sfida a Kecmanovic, giovane serbo particolarmente ispirato all’ombra delle palme di Miami.

All’orizzonte si annunciano semifinali stellari, con Zverev e Medvedev a sfidare i due baby terribili, ma si fa strada, neanche troppo timidamente, la suggestione di una finale tra Sinner e Alcaraz.
Il futuro è adesso.

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