A fine ottobre terminerà la fase del tesseramento di Fratelli d’Italia: in provincia di Frosinone l’aumento degli iscritti sarà notevole. Poi comincerà la stagione del congressi comunali: l’impostazione unitaria è prevalente, però è possibile che a Frosinone, Veroli, Sora e altri centri possano esserci più candidati alla guida dei rispettivi circoli. Una situazione che il parlamentare Massimo Ruspandini conosce benissimo e che è intenzionato a gestire lasciando un significativo “spazio di agibilità” ai protagonisti. In pochi anni, anche in Ciociaria, Fratelli d’Italia è passato dal 4% a quasi il 30%. Una dimensione, quella del 30%, che inevitabilmente prevede diverse “sfumature” di partito. Ma la particolarità e la forza di FdI sta anche in una leadership riconosciuta: Massimo Ruspandini appunto, eletto meno di un anno fa presidente provinciale del partito. Oggi Fratelli d’Italia esprime 3 deputati (oltre a Ruspandini, Paolo Pulciani e Aldo Mattia), 2 consiglieri regionali (Daniele Maura e Alessia Savo), i presidenti della Saf (Fabio De Angelis) e dell’Ater (Antonello Iannarilli), numerosi amministratori locali, tra sindaci, assessori e consiglieri. A volte le posizioni non coincidono, mai però danneggiando il partito. E’ questo lo spirito con il quale ci si sta avvicinando ai congressi comunali.
Nel Partito Democratico, invece, l’appuntamento all’orizzonte è il congresso provinciale. Diversi anni fa, quando il Pd dava le carte in Ciociaria, c’era un dualismo forte: Francesco De Angelis da una parte, Francesco Scalia dall’altra. Entrambi raggiunsero risultati notevoli: assessori e consiglieri regionali. Ma anche europarlamentare (De Angelis) e senatore (Scalia). Il Pd dominava tutti gli enti intermedi, ma in un contesto di contrapposizione interna. Basta ricordare la “conta” tra Mauro Vicano e Cesare Fardelli per la presidenza della Saf. Uno scenario del genere è inimmaginabile in FdI.
Oggi nei Democrat ci sono soprattutto due grandi correnti: AreaDem di Daniele Leodori e Francesco De Angelis, Rete Democratica di Claudio Mancini e Sara Battisti. Il nuovo segretario provinciale verrà individuato nell’ambito della dialettica tra queste due componenti. La soluzione condivisa (non unitaria) è possibile, ma non scontata.
Francesco De Angelis dovrà scegliere se continuare a ricoprire il ruolo di presidente regionale o se provare a rituffarsi nella corsa per la segreteria del partito in provincia. Sara Battisti non sembra voler rinunciare al bis di Luca Fantini (suo fedelissimo), Danilo Grossi (dell’area di Elly Schlein) vorrebbe mettersi in gioco fino in fondo, Antonio Pompeo cercherà di dire la sua. Comunque vada a finire, il Partito Democratico dovrà continuare a far convivere al proprio interno “anime” assai diverse. La principale differenza con Fratelli d’Italia è proprio questa.
C’è un altro elemento che il Pd dovrà considerare: la politica delle alleanze. In provincia di Frosinone il centrosinistra manca all’appello da anni, da quando cioè si è scelto di intraprendere la strada del confronto privilegiato con il Movimento Cinque Stelle, su input dell’allora segretario e presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Ma si è rivelata una strada senza uscita e adesso le prospettive sono, se possibile, perfino peggiori. Considerando che Giuseppe Conte non ha alcuna sintonia con le corde politiche del Pd. Stupisce che Francesco De Angelis e Sara Battisti non cerchino di recuperare un rapporto politico forte con il Partito Socialista Italiano di Gian Franco Schietroma, che in questo territorio mantiene una sua forza. Poi ci sono Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, Italia Viva e altre formazioni. In occasione di alcune elezioni la linea viene data dal nazionale, ma indipendentemente da questo in Ciociaria alcune strade sono state chiuse da tempo e non si capisce perché. Il nuovo segretario del Partito Democratico dovrà necessariamente affrontare questa situazione. Altrimenti sarà impossibile competere con un centrodestra che sa sempre ritrovarsi.