Costruzioni, opere e infrastrutture: nel Lazio è stato consumato l’8,16% del suolo regionale pari a 140.430 ettari: Roma registra 124 ettari di suolo consumato, ma gli incrementi maggiori in regione ci sono stati a Viterbo con 40,49 ettari e Montalto di Castro con 23,14. Frosinone con 3.008 ettari. Il capoluogo ciociaro è anche tra quelli dove è maggiore la percentuale di consumo di suolo rispetto alla superficie complessiva, con il 29,7%.
A segnalare la situazione in merito alla crescente cementificazione della nostra regione è l’associazione ambientalista Fare Verde che cita il rapporto dell’Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sul consumo di suolo che ha evidenziato come in Italia si registri una crescita del 10% del consumo di territorio, con grandi differenze tra regione e regione. Spetta alla Lombardia il primato, con oltre 290 mila ettari di territorio coperto artificialmente.
“Il Bel Paese è sott’acqua ogni volta che piove. Gli eventi meteorologici sono sempre più estremi e più frequenti in un territorio sempre più fragile; fattori che concorrono a rendere lʼItalia sempre più esposta alle catastrofi naturali – scrivono da Fare Verde -. A fronte di ciò il ciclo dell’acqua si è modificato, alternando momenti di siccità ad altri in cui di acqua ne precipita troppa e tutta insieme in un clima che ha subito mutamenti notevoli e velocissimi nel tempo. Tutto questo ha un risultato: sono circa 8 milioni gli italiani esposti ad alto rischio di frane o/e alluvioni, mentre oltre il 93% dei Comuni è a rischio frane, alluvioni, erosione costiera. In una sorta di eventi catastrofici impossibili da contenere. Gli episodi catastrofici, da vera e propria emergenza climatica, in oltre un secolo furono un centinaio ma negli ultimi 45 anni sono diventati 118 e sono più di venti negli ultimi 10 anni. E’ chiaro che la concomitanza tra consumo di suolo e riscaldamento globale risulta più pericoloso nelle Regioni dove è più alta la cementificazione e quindi il consumo di suolo”.
Per questo gli attivisti verdi ritengono assurdo vedere che nel Lazio è stata consumata complessivamente l’8,16% della superficie regionale, pari a 140.430 ettari; che tra il 2021 e il 2022 c’è stato un ulteriore consumo di suolo di altri 485 ha; numeri che pongono la Regione Lazio tra le 7 che superano il dato medio nazionale di nuovo suolo consumato.
“Questi i Comuni del Lazio dove è stato consumato più suolo – aggiungono -: dopo Roma che registra 124 ha di suolo consumato, gli incrementi maggiori nel Lazio ci sono stati a Viterbo con 40,49 ha e Montalto di Castro con 23,14. l suolo “storico” complessivo consumato a Roma è pari a 30.394 ettari, ovviamente il maggiore d’Italia per la dimensione romana, e nel Lazio al secondo posto c’è Latina con 4.256 e al terzo Frosinone con 3.008. I 3 comuni del Lazio invece, dove è maggiore la percentuale di consumo di suolo rispetto alla superficie complessiva, e quindi dove c’è più asfalto e cemento e meno verde in assoluto, sono Ciampino con il 42,6%, Anzio con il 35,1% e Frosinone con il 29,7%”.
Fare Verde ritiene che sia il momento di “dire basta al consumo di suolo con un intervento legislativo a saldo zero” così come è diventato indispensabile “creare una task force della Regione Lazio per contrastare chi si ostina a costruire senza le necessarie autorizzazioni e per revocare ai Comuni inerti al contrasto del consumo di suolo ogni forma di controllo sull’edilizia privata e pubblica. Dire basta al consumo del suolo non è più un vezzo ambientalista ma una necessità per scongiurare ulteriori disastri che vengono classificati come naturali senza mai dire che dietro ogni cosa c’è la mano diretta o indiretta dell’uomo”.