La mano sinistra del Pd regionale non può far finta di non sapere quello che fa la mano destra del Pd romano. Con questa efficace metafora il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte ha messo il dito nella piaga del Partito Democratico, spiegando perché il Campo largo è ormai sepolto nel Lazio. E perché, nonostante una candidatura come quella di Alessio D’Amato, i pentastellati andranno per conto proprio. Conte ha detto che il problema è il termovalorizzatore di Roma, annunciato dal sindaco Roberto Gualtieri. Un argomento sul quale prima Nicola Zingaretti, poi Bruno Astorre e Alessio D’Amato hanno cercato goffamente di smarcarsi. Cercando di far passare la tesi che non si tratta di un punto all’ordine del giorno della Regione Lazio. Ha detto Giuseppe Conte: “La tesi non regge perché quando si andrà a rivedere il Piano rifiuti di tutta la regione non si potrà prescindere dall’inceneritore”. Il termine inceneritore al posto di termovalorizzatore è stato usato intenzionalmente da Conte per allargare il fossato che lo divide dalla governance attuale del Pd. La conclusione per il capo dei pentastellati è che non potrà esserci accordo con il partito di Enrico Letta nel Lazio. Oltre che in Italia. Sconfessata anche la linea tenuta in questi anni da Roberta Lombardi e Valentina Corrado.
I SONDAGGI
Fratelli d’Italia mette il turbo e i Cinque Stelle operano il sorpasso nei confronti del Pd. Sono questi i punti principali del sondaggio Proger Index Research per Piazzapulita. In una sola settimana Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni guadagna lo 0,5% e arriva al 29,6%. Ad un passo dalla soglia, anche psicologica oltre che politica, del 30%. Al secondo posto c’è proprio il Movimento Cinque Stelle, che sale al 16,8%, superando il Pd che invece scende al 16,5%. Un risultato che, se dovesse essere confermato nelle prossime settimane, rappresenterebbe una novità assai importante perché nel fronte progressista ci sarebbe un assetto completamente nuovo. I Democrat non riescono a riorganizzarsi dopo la sconfitta del 25 settembre, ma a questo punto rischiano seriamente perfino la leadership dell’opposizione, per quanto divisa. Al contrario la strategia dei Cinque Stelle di Giuseppe Conte si rivela giusta. Al quarto posto c’è la Lega all’8,2% (in leggero rialzo), il Terzo Polo di Calenda e Renzi è stabile all’8%, Forza Italia si attesta al 6,5%, Verdi e Sinistra Italiana sono al 3,9%, +Europa al 3%, Italexit al 2,3%. Risultati che alla fine dicono diverse cose. L’opposizione spaccata in tre tronconi è la migliore polizza sulla vita (politica) del Governo guidato da Giorgia Meloni, il Pd si conferma allergico all’opposizione dopo anni di “governismo” senza vittorie elettorali. Il Terzo Polo è ormai vicinissimo alla Lega. A proposito: Fratelli d’Italia ha più del triplo delle intenzioni di voto del Carroccio. Un risultato sul quale farebbero bene a riflettere seriamente anche i rappresentati politici del Carroccio in Ciociaria, convinti di poter indicare candidati sindaci e alla presidenza della Provincia senza consultarsi con gli alleati e snobbando Fratelli d’Italia perché in realtà sanno di non poter competere.
Con questi sondaggi la corsa alla Regione Lazio sarà molto complicata per Alessio D’Amato e per il centrosinistra. Anche perché tra pochi giorni sarà ufficializzato il candidato dei Cinque Stelle. Il centrodestra continua a prendersi tempo e questo non va bene perché poi in politica il vento può cambiare in un attimo. I nomi restano quelli di Francesco Rocca e Fabio Rampelli, anche se c’è chi ritiene che Nicola Procaccini potrebbe giocarsela. Vedremo, ma cullarsi sugli allori non è comunque un atteggiamento consono ad una coalizione che governa il Paese e la maggior parte delle Regioni.
LA CORSA ALLA PRESIDENZA DELLA PROVINCIA
La giornata di ieri ha fatto emergere importanti novità sul piano politico. Intanto nel cassinate, sull’ipotesi di candidatura alla presidenza della Provincia del sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco ad essere isolato è Enzo Salera, primo cittadino di Cassino. Visto che dodici suoi colleghi di area, molti dei quali presenti alla riunione di mercoledì, hanno ufficialmente investito Sacco. Con un documento ufficiale. Nelle stesse ore il segretario del Pd Luca Fantini diffondeva una nota per dire che mai la federazione provinciale del partito aveva respinto l’idea di Antonio Pompeo di dimettersi anticipatamente per consentire a Salera di concorrere alla presidenza della Provincia. Quello che è successo dopo la presa di posizione di Fantini è intuibile: telefonate incrociate, scambio di accuse, ennesimo clima da… duello al sole. Sul piano politico però, quale che sia la ricostruzione giusta di ciò che è davvero accaduto, è l’isolamento nel partito di Antonio Pompeo, che resta in minoranza rispetto a Pensare Democratico di Francesco De Angelis. Un punto che preoccupa il sindaco di Ferentino in vista delle regionali, dove dovrà vedersela con Sara Battisti e Mauro Buschini. Forse è per questo che nella tarda serata di ieri hanno ripreso a circolare le voci di una possibile adesione di Pompeo ad Azione di Carlo Calenda o a Italia Viva di Matteo Renzi.